a cura di Energie Nuove Circolo on line del Partito Democratico
In Italia più che in altri paesi viviamo tutti nell’orbita del lavoro pubblico o perché ne siamo parte o perché ne siamo utenti forzati. Nell’uno e nell’altro caso scontiamo i limiti, le arretratezze e gli atti mancati di cui è costellato il nostro sistema amministrativo . L’innovazione della Pubblica Amministrazione è la sfida riformatrice cruciale per modernizzare l’Italia ma è anche la secca nella quale si sono arenati, uno dietro l’altro, faraonici progetti di riforma e rivoluzioni normative, quasi sempre incompiute.
Una Pubblica Amministrazione, come quella italiana, ben lungi dall’ essere all’ altezza di un Paese che vuole crescere, pone dei seri limiti di efficacia anche alla politica. E diventa per questo il più macroscopico problema politico. La imbriglia, la rallenta, la tiene costantemente in ambasce contribuendo a diffondere nel Paese reale un profondo senso di sfiducia e di precarietà.
Lo stato della Pubblica Amministrazione Italiana è una delle più accreditate fonti dell’antipolitica. Che a sua volta genera spinte del tutto aleatorie, demagogiche, populiste o giustizialiste che rendono il campo pubblico ancora più refrattario e resistente all’ affermazione di un riformismo moderno . E’ un continuum senza freno. Ma il male italiano è soprattutto politico. Sta nella tradizionale modalità di approccio alla riforma del sistema pubblico: verticismo, normativismo, centralismo, e per di più incrementale e disordinato, secondo l’ idea sbagliata che un così ampio ventaglio di amministrazioni, servizi, strutture sanitarie e formative possa essere trasformato calando dall’ alto una pesante e prescrittiva camicia di forza uguale per tutti. Nella convinzione che occorra sempre di più obbligare, regolare, plasmare, piuttosto che liberare, semplificare, ridurre, alleggerire, velocizzare, decentrare, responsabilizzare.
Il taglio , il modello, persino lo stile politico del progetto Brunetta è l’ ultima e più radicale versione di questo male italiano. Rinforza e rilancia la convinzione tutta normativo - burocratica, che migliorare la performance della PA stia solo nel controllare, vagliare, misurare, comparare, svelare, riprendendo i temi di un aziendalismo anni settanta che nemmeno nelle aziende è più di moda.
Le mitologie e le demagogie prevalenti, le spettacolarizzazioni dei mali del lavoro pubblico costituiscono ormai una crosta che nasconde la realtà e priva di concretezza e realismo progetti e proposte che meriterebbero altri destini. Soprattutto tiene sottotraccia una messe di riflessioni, esperienze, fatti, fenomeni e persone che costituiscono la costellazione dei cambiamenti reali che è ben più ricca di quello che appare.
Energie Nuove vuole dare il suo piccolo contributo all’ affermazione di un sano moto di liberazione della realtà concreta dalla prigione delle contraffazioni, degli effetti annuncio e delle trovate mediatiche sulla base di ricette retrò. Per questo provocherà una piccola serie di eventi-confronto sulla innovazione del lavoro pubblico nei quali saranno protagonisti le seconde e terze linee: quelli che sull’ innovazione del lavoro pubblico ci lavorano sul serio, a vario titolo, dai politici, ai dirigenti, agli esperti. E che raramente appaiono.
Cominciamo dalla presentazione di un libro singolare, che sembra un documentario auto costruito e auto prodotto sulla riforma della Pubblica Amministrazione . Che , pur recitando una piece che non appartiene alle grandi ribalte del teatro nazionale, o forse proprio per questo, contiene con grande capacità di sintesi, e con un titolo assai evocativo, tutti i temi cruciali sui quali rinnovare, forse per l’ ultima volta, una riflessione che sia insieme politica e manageriale : “ Frantumi da ricomporre”. A cura di Antonino Leone e Mita Marra. Editore Libri Este
Il libro verrà presentato il 10 Dicembre alle ore 17, 30 all’Istituto Italiano di Studi Filosofici. Animeranno la discussione:
Antonino Leone , autore del libro, molto impegnato nel dibattito sulla riforma del lavoro pubblico;
Mita Marra, autore del libro, esperta di cambiamento organizzativo del sistema pubblico ,insegna analisi delle politiche pubbliche all' Università di Salerno;
Angela Cortese, già Assessore provinciale di Napoli alle politiche scolastiche e formative ed alle pari opportunità;
Bartolo Costanzo, protagonista di processi di cambiamento organizzativo nel settore privato e nella Pubblica Amministrazione che è attualmente direttore del Consorzio per la ricerca applicata in agricoltura
Antonio Basile, responsabile della pianificazione strategica dell' ARPA Campania;
Giovanni De Falco, grande esperto delle tematiche del lavoro, responsabile dell’ Ires Cgil di Napoli;
Vincenza Esposito che ha partecipato a numerose esperienze di innovazione del lavoro amministrativo nella regione Campania ed insegna organizzazione aziendale all' Università del Sannio;
Renato Mele che dirige il Dipartimento di Studi e ricerche aziendali all' Università di Salerno;
Ernesto Paolozzi, docente di Storia della Filosofia Contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benincasa, esponente di punta della tradizione liberale e progressista napoletana, già consigliere comunale a Napoli.
In Italia più che in altri paesi viviamo tutti nell’orbita del lavoro pubblico o perché ne siamo parte o perché ne siamo utenti forzati. Nell’uno e nell’altro caso scontiamo i limiti, le arretratezze e gli atti mancati di cui è costellato il nostro sistema amministrativo . L’innovazione della Pubblica Amministrazione è la sfida riformatrice cruciale per modernizzare l’Italia ma è anche la secca nella quale si sono arenati, uno dietro l’altro, faraonici progetti di riforma e rivoluzioni normative, quasi sempre incompiute.
Una Pubblica Amministrazione, come quella italiana, ben lungi dall’ essere all’ altezza di un Paese che vuole crescere, pone dei seri limiti di efficacia anche alla politica. E diventa per questo il più macroscopico problema politico. La imbriglia, la rallenta, la tiene costantemente in ambasce contribuendo a diffondere nel Paese reale un profondo senso di sfiducia e di precarietà.
Lo stato della Pubblica Amministrazione Italiana è una delle più accreditate fonti dell’antipolitica. Che a sua volta genera spinte del tutto aleatorie, demagogiche, populiste o giustizialiste che rendono il campo pubblico ancora più refrattario e resistente all’ affermazione di un riformismo moderno . E’ un continuum senza freno. Ma il male italiano è soprattutto politico. Sta nella tradizionale modalità di approccio alla riforma del sistema pubblico: verticismo, normativismo, centralismo, e per di più incrementale e disordinato, secondo l’ idea sbagliata che un così ampio ventaglio di amministrazioni, servizi, strutture sanitarie e formative possa essere trasformato calando dall’ alto una pesante e prescrittiva camicia di forza uguale per tutti. Nella convinzione che occorra sempre di più obbligare, regolare, plasmare, piuttosto che liberare, semplificare, ridurre, alleggerire, velocizzare, decentrare, responsabilizzare.
Il taglio , il modello, persino lo stile politico del progetto Brunetta è l’ ultima e più radicale versione di questo male italiano. Rinforza e rilancia la convinzione tutta normativo - burocratica, che migliorare la performance della PA stia solo nel controllare, vagliare, misurare, comparare, svelare, riprendendo i temi di un aziendalismo anni settanta che nemmeno nelle aziende è più di moda.
Le mitologie e le demagogie prevalenti, le spettacolarizzazioni dei mali del lavoro pubblico costituiscono ormai una crosta che nasconde la realtà e priva di concretezza e realismo progetti e proposte che meriterebbero altri destini. Soprattutto tiene sottotraccia una messe di riflessioni, esperienze, fatti, fenomeni e persone che costituiscono la costellazione dei cambiamenti reali che è ben più ricca di quello che appare.
Energie Nuove vuole dare il suo piccolo contributo all’ affermazione di un sano moto di liberazione della realtà concreta dalla prigione delle contraffazioni, degli effetti annuncio e delle trovate mediatiche sulla base di ricette retrò. Per questo provocherà una piccola serie di eventi-confronto sulla innovazione del lavoro pubblico nei quali saranno protagonisti le seconde e terze linee: quelli che sull’ innovazione del lavoro pubblico ci lavorano sul serio, a vario titolo, dai politici, ai dirigenti, agli esperti. E che raramente appaiono.
Cominciamo dalla presentazione di un libro singolare, che sembra un documentario auto costruito e auto prodotto sulla riforma della Pubblica Amministrazione . Che , pur recitando una piece che non appartiene alle grandi ribalte del teatro nazionale, o forse proprio per questo, contiene con grande capacità di sintesi, e con un titolo assai evocativo, tutti i temi cruciali sui quali rinnovare, forse per l’ ultima volta, una riflessione che sia insieme politica e manageriale : “ Frantumi da ricomporre”. A cura di Antonino Leone e Mita Marra. Editore Libri Este
Il libro verrà presentato il 10 Dicembre alle ore 17, 30 all’Istituto Italiano di Studi Filosofici. Animeranno la discussione:
Antonino Leone , autore del libro, molto impegnato nel dibattito sulla riforma del lavoro pubblico;
Mita Marra, autore del libro, esperta di cambiamento organizzativo del sistema pubblico ,insegna analisi delle politiche pubbliche all' Università di Salerno;
Angela Cortese, già Assessore provinciale di Napoli alle politiche scolastiche e formative ed alle pari opportunità;
Bartolo Costanzo, protagonista di processi di cambiamento organizzativo nel settore privato e nella Pubblica Amministrazione che è attualmente direttore del Consorzio per la ricerca applicata in agricoltura
Antonio Basile, responsabile della pianificazione strategica dell' ARPA Campania;
Giovanni De Falco, grande esperto delle tematiche del lavoro, responsabile dell’ Ires Cgil di Napoli;
Vincenza Esposito che ha partecipato a numerose esperienze di innovazione del lavoro amministrativo nella regione Campania ed insegna organizzazione aziendale all' Università del Sannio;
Renato Mele che dirige il Dipartimento di Studi e ricerche aziendali all' Università di Salerno;
Ernesto Paolozzi, docente di Storia della Filosofia Contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benincasa, esponente di punta della tradizione liberale e progressista napoletana, già consigliere comunale a Napoli.
Nessun commento:
Posta un commento