venerdì 11 novembre 2016

Diego Zardini pone alcune questioni dell’INPS

L’Inps, a seguito dell’incorporazione degli enti soppressi, è chiamato ad amministrare circa 28.921 dipendenti, con un onere finanziario di 2.051 milioni, 22.097.249 occupati (99,7 per cento dei lavoratori), 18,1 milioni di beneficiari di trattamenti pensionistici, per un importo di circa 259.400 milioni di euro di spesa pensionistica (15,85% del prodotto interno lordo) e 3.567 milioni di spese di funzionamento (1,16% delle spese istituzionali). Da un confronto con gli istituti previdenziali europei risulta che l’Inps, dopo l’incorporazione dell’Inpdap ed Enpals, rappresenta il più grande ente previdenziale dell'Europa.
Considerata l’importanza strategica dell’Inps in materia di Welfare, Diego Zardini ha presentato una interrogazione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministro dell’economia e delle finanze al fine di affrontare le problematiche passate ed attuali che l’Istituto vive nell’attuale momento: - Organizzazione; Risorse umane; Governance.
La performance dell’Inps rischia di subire un calo a causa del blocco turnover. Di recente il presidente dell’Inps ha dichiarato che ogni mese 100 dipendenti lasciano l’Inps per andare in pensione. Le strutture periferiche dell’Istituto previdenziale (Sedi provinciali ed Agenzie di produzione) a causa della carenza di risorse umane presentano una performance ridotta rispetto agli ultimi anni. In particolar modo le Agenzie non riescono a gestire tutte le prestazioni assegnate pur rimanendo fermi i costi delle strutture. Il decentramento dell’Inps realizzato nel corso degli anni rischia di saltare o di disattendere le aspettative degli utenti e gli obiettivi per i quali è stato realizzato. Inoltre, occorre riorganizzare l’Istituto ed adattarlo alle nuove esigenze degli utenti ed ai cambiamenti intervenuti alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione.
Si riporta integralmente il testo dell’interrogazione presentata dall’on.le Diego Zardini.
“- Per sapere – premesso che:
diversi e consistenti, nel corso degli anni, sono stati i cambiamenti intervenuti nell'Inps in materia di governance;
il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, ha modificato la gestione commissariale dell'ente previdenziale in una gestione monocratica, attribuendo al presidente le competenze e le responsabilità del soppresso consiglio di amministrazione;
le funzioni di Inpdap ed Enpals sono state trasferite all'Inps a decorrere dal 1 gennaio 2013, al fine di unificare il sistema di welfare in un unico ente e migliorare l'efficienza e l'efficacia in termini rispettivamente di riduzione dei costi di gestione ed incremento della qualità dei servizi pubblici e facendo dell'Inps il principale istituto pubblico di welfare d'Europa con quasi 29 mila dipendenti;
da tempo è in corso un dibattito sulla opportunità di rivederne la governance;
la Corte dei conti, nella sua relazione del novembre 2011, ha espresso evidenti perplessità sulla gestione monocratica dell'Inps;
i limiti della gestione monocratica legati all'attuale sistema di governance dell'istituto previdenziale si sono manifestati anche in occasione del recente regolamento di riordino, con una evidente conflittualità che si è tradotta anche in ricorsi giudiziari;
la riconsiderazione seria e responsabile degli organi dell'Inps e delle loro competenze può essere utile ed opportuna per rilanciare la strategia dell'Istituto e perseguire gli obiettivi di carattere sociale che fanno capo all'istituto stesso;
occorre riflettere sulle nuove competenze del consiglio di indirizzo e vigilanza, composto da 24 membri designati dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei lavoratori autonomi;
la performance dell'Inps rischia inoltre di subire un calo, a causa del blocco del turnover che si ripercuote negativamente soprattutto nell'ambito delle strutture periferiche dell'istituto –: se il Governo non ritenga opportuno, per quanto di competenza, assumere iniziative per ridefinire la governance dell'Inps, prevedendo la presenza del consiglio di amministrazione con una conseguente razionalizzazione di ruoli e funzioni e quali iniziative intenda adottare per migliorarne la funzionalità anche attraverso un rafforzamento delle risorse umane”.
Nella precedente legislatura il Ministro del lavoro e delle politiche sociali pro tempore si era assunto l'impegno di presentare un nuovo modello di governance per gli istituti previdenziali ed assistenziali ed a seguito della discussione delle mozioni dei deputati Silvano Moffa e Donata Lenzi; su tale argomento è stata approvata nel mese di maggio 2012 una mozione unitaria dalla Camera dei deputati al fine di superare l'attuale fase di gestione monocratica dell'Inps.
Il Partito Democratico ha avanzato la proposta (atto Camera 556 del 26 marzo 2013, proposta di legge Damiano Cesare) che prevede, tra l’altro, la fine della gestione monocratica dell’Istituto e la presenza del consiglio di amministrazione – così come avviene in tutte le imprese pubbliche e private, tenendo conto che l'istituto gestisce servizi essenziali per i cittadini e per lo Stato e una quantità notevole di risorse finanziarie.
“Il recupero di credibilità, afferma Diego Zardini, tra le istituzioni ed i cittadini avviene anche attraverso la gestione democratica e trasparente delle articolazioni dello Stato; l'attuale gestione monocratica dell'Inps non contribuisce a rafforzare la fiducia nelle istituzioni e amplia la possibilità di effettuare delle scelte non in sintonia con gli obiettivi di carattere sociale che l'ente persegue”.

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