martedì 28 gennaio 2014

Governance democratica e trasparente dell’Inps

Il Partito Democratico con Donata Lenzi ed altri deputati aveva chiesto due anni fa, durante il Governo Monti, un cambio di passo molto decisivo con una mozione che venne approvata a larga maggioranza.
Con la mozione, dichiara Donata Lenzi, “il Governo si era impegnato a garantire per l’Inps una governance equilibrata, collegiale e trasparente, con la compresenza di un organismo di vertice costituito da personalità di comprovata esperienza, autonomia e indipendenza, affiancato da un Comitato di indirizzo e vigilanza dai poteri rafforzati. Inoltre, a verificare la compatibilità operativa, funzionale e gestionale dell’attuale situazione di coesistenza di numerosi incarichi in altre società del presidente dell’Inps”.
“Questa mozione, conclude Donata Lenzi, fu approvata con una larga maggioranza di 504 voti favorevoli e soltanto 1 contrario. Un cambiamento dunque voluto da molti in Parlamento su cui il Governo si era impegnato. Impegno poi evidentemente disatteso. Anche alla luce di queste nuove notizie sull’inchiesta a carico del presidente Mastrapasqua, dunque, il Pd torma a ribadire la necessità urgente di un intervento del Governo anche per verificare – conclude - la compatibilità di una situazione che vede Mastrapasqua continuare a mantenere diversi incarichi”.
Nella precedente legislatura il Ministro del lavoro e delle politiche sociali si era assunto l'impegno di presentare un nuovo modello di governance per gli istituti previdenziali ed assistenziali ed a seguito della discussione delle mozioni dei deputati Silvano Moffa e Donata Lenzi. Nel mese di maggio 2012 è stata approvata una mozione unitaria dalla Camera dei deputati al fine di superare l'attuale fase di gestione monocratica dell'Inps.
In questa legislatura Diego Zardini e Alessia Rotta, deputati del PD, hanno presentato il 13 giugno 2013 una interrogazione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministro dell’economia e delle finanze per sottoporre il caso dell’Inps, il quale a partire dal mese di maggio 2010 è gestito da un uomo solo al comando, il presidente dell’Istituto, che accumula i poteri del Consiglio di Amministrazione. Inoltre, i due deputati hanno sottoposto ai ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell’economia e delle finanze la possibilità di ridurre i membri del consiglio di indirizzo e vigilanza e di ripensare i ruoli e le funzioni tra gli organi dell’Istituto. Diego Zardini e Alessia Rotta hanno chiesto ai Ministri “di valutare, in termini di opportunità e di efficienza, la molteplicità di incarichi ricoperti dal presidente dell'Inps”. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali a cui è stata assegnata l’interrogazione non ha dato a tutt’oggi alcuna risposta.
Se il Governo ed il Ministero competente avessero preso in seria considerazione la mozione e l’interrogazione sulla gestione dell’Inps e fossero intervenuti in modo puntuale forse si potevano evitare gli avvenimenti odierni, riportati dalla stampa, che coinvolgono il Presidente dell’istituto previdenziale.
“Il recupero di credibilità tra le istituzioni ed i cittadini, affermano Zardini e Rotta nell’interrogazione, avviene anche attraverso la gestione democratica e trasparente delle articolazioni dello Stato. L'attuale gestione monocratica dell'Inps non contribuisce a rafforzare la fiducia nelle istituzioni e amplia la possibilità di effettuare delle scelte non in sintonia con gli obiettivi di carattere sociale che l'ente persegue”.
Negli ultimi anni l'Inps, dichiarano Zardini e Rotta, ha subito delle considerevoli modifiche in materia di governance: il decreto-legge n. 78 del 2010 (Governo Berlusconi) ha trasformato la gestione commissariale dell'ente in una gestione monocratica, attribuendo le competenze del soppresso consiglio di amministrazione al Presidente. Inoltre, le funzioni dell'Inpdap e dell'Enpals, a decorrere dal 1° gennaio 2012, sono state incorporate nel medesimo Istituto, allo scopo di migliorare il sistema di in termini di efficienza con i risparmi di gestione previsti e di efficacia con l'incremento della qualità servizi pubblici attraverso l'integrazione delle funzioni previdenziali ed assistenziali in un unico ente”.
A seguito dell'incorporazione degli enti soppressi (Inpdap e Enpals), l'Inps è chiamato ad amministrare circa 33.556 mila dipendenti, con un onere finanziario di 2.014 milioni, 23 milioni di occupati (99,3 per cento dei lavoratori), 18 milioni di pensionati, per un importo di circa 229 miliardi di euro per il relativo pagamento (14,49 per cento del prodotto interno lordo del 2011) e 4,5 miliardi di spese di funzionamento (1,56 per cento delle spese istituzionali). Da un confronto con gli istituti previdenziali europei risulta che il nuovo Inps rappresenta il più grande ente previdenziale dell'Europa.
“La Corte dei conti, nella sua relazione del novembre 2011, ha espresso evidenti perplessità sulla gestione monocratica dell'Inps; nonostante tali valutazioni la concentrazione dei poteri nella figura del presidente dell'Inps ha proseguito in assenza di una concreta presa di posizione finalizzata a superare il metodo dell'uomo solo al comando e a realizzare una gestione democratica trasparente, efficace e partecipata nell'Istituto, ripristinando l'organo previsto nelle imprese private e pubbliche: il consiglio di amministrazione”, affermano Zardini e Rotta. A parere di Zardini e Rotta, “la gestione monocratica del presidente, il cui mandato scade il 31 dicembre 2014, ha espresso degli evidenti limiti, evidenziati dal ricorso a numerose consulenze esterne, onerose e pervasive, relativamente a problematiche che potevano essere gestite ad avviso degli interroganti utilizzando le competenze e le capacità esistenti all'interno dell'Inps”.
Alla luce degli avvenimenti recenti occorre intervenire con urgenza al fine di sostituire l’attuale Presidente dell’Inps con un commissario di provata capacità e professionalità che porti alla normalità la gestione dell’Inps. Inoltre, occorre agevolare l’iter della proposta di legge (atto camera 556) presentata da Cesare Damiano, deputato del PD, al fine di ridefinire la governance dell’Inps che dovrà considerare: la rimessa in vigore del Consiglio di Amministrazione, la riduzione del numero dei componenti degli organi, quale ad esempio il consiglio di indirizzo e vigilanza, la netta ed efficiente distinzione dei ruoli e delle funzioni degli organi e il riordino degli organi collegiali territoriali dell’ente previdenziale.
Purtroppo in politica la variabile tempo non viene considerata ed i problemi si accumulano sino a quando non salta fuori uno scandalo, come in questo caso, e tutti corrono per cercare riparo.
Si spera in un intervento urgente per ripristinare una gestione democratica e trasparente all’Inps.

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