mercoledì 7 luglio 2010

Trasparenza. Intervista a Maria Guercio

La trasparenza è tra gli argomenti che hanno assunto nel mondo globale più attenzione grazie alle nuove tecnologie, le quali consentono una comunicazione facile e continua ed un flusso di informazioni libero per coloro che si collegano a Internet.
Oggi le bugie, le mezze verità o le reticenze vengono presto scoperte grazie alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione attraverso blog, motori di ricerca, quotidiani on line che raggiungono migliaia di lettori. I consumatori ed i cittadini utilizzano tali strumenti per denunciare comportamenti, condividere avvenimenti e proporre soluzioni alle organizzazioni pubbliche e private.
Le bugie prima o poi vengono smascherate con effetti disastrosi sulla fiducia e sui profitti (esempio: lo scandalo Enron e la chiusura della più grande società di consulenza internazionale Arthur Anderson). Quindi, conviene ispirarsi al principio della trasparenza e realizzare rapporti chiari all’interno di una organizzazione con i dipendenti ed all’esterno con i cittadini ed i consumatori.
Daniel Goleman, Warren Bennis e James O’Toole, autori del libro Trasparenza - Rizzoli 2009, affermano che è stata “la politica della falsità a causare il recente crollo dei colossi finanziari catapultandoci in una disastrosa crisi economica”.
Il livello di trasparenza degli Stati viene misurato indirettamente dall’indice di opacità, realizzato da Joel Kurtzman di PriceWaterhiuseCoopers. La classifica della trasparenza vede ai primi posti Gran Bretagna, Finlandia, Hong Kong, Stati Uniti, Danimarca, e tra gli ultimi posti la Cina e la Russia. L’Italia si colloca con un indice di opacità abbastanza alto.
L’indice di opacità ostacola il commercio, fa aumentare i costi delle attività economiche, limita la crescita economica e scoraggia gli investimenti esteri. Su tale indice incide la corruzione ed i favoritismi.
Per approfondire l’argomento della trasparenza ho intervistato Maria Guercio, docente della Scuola della Pubblica Amministrazione e professore di archivistica informatica presso l’Università degli studi di Urbino.

Ritiene che la trasparenza possa aiutare il sistema di un paese a migliorarsi ed a ristabilire un eccellente rapporto con i cittadini ed i consumatori?
La trasparenza è uno degli strumenti di maggior peso in una democrazia matura proprio nel gestire un corretto rapporto tra chi governa e i cittadini. La possibilità di disporre con facilità e in base a un principio generale di informazioni sul modo in cui la pubblica amministrazione gestisce la propria attività e le risorse finanziarie costituisce un importante strumento di garanzia in grado di ricondurre l’azione pubblica a un principio di responsabilità.

Quali sono gli effetti della trasparenza sulle organizzazioni private e pubbliche?
L’obbligo di rendere pubblici i dati e i documenti relativi al proprio operato costringe l’amministrazione a gestire con maggiore correttezza, qualità ed efficienza il proprio processo decisionale. Naturalmente, non è sufficiente che la normativa sia adeguata, e’ necessaria la presenza di strumenti concreti ed efficaci che promuovano e consentano l’applicazione delle disposizioni. I cittadini devono essere informati e devono essere messi in grado di esercitare con facilità i loro diritti. Allo stesso modo, è indispensabile che i procedimenti amministrativi più complessi, che attraversano più enti, siano gestiti in modo responsabile evitando la frammentazione dei processi medesimi e dei controlli. Gli effetti, insomma, sono significativi se si accompagnano a misure organizzative adeguate. Tra queste non bisogna dimenticare la gestione dei documenti e la presenza di archivi ordinati e di strumenti di reperimento in modo da consentire il rapido recupero dei documenti necessari a sostenere le richieste di informazione da parte dei cittadini.

In Italia viene contrapposta la tutela della privacy alla trasparenza. Qual'è il confine ed il rapporto tra questi fattori in Italia ed all’estero?
I due problemi sono strettamente legati, come è noto. In alcuni casi, peraltro alquanto limitati, ci può essere un conflitto che tuttavia può essere risolto contemperando le esigenze. In alcuni paesi (ad esempio in UK) una stessa struttura pubblica gestisce entrambi i compiti, consentendo di trovare più facilmente la sintesi di eventuali bisogni contrapposti. Merita comunque sottolineare che in entrambi i casi archivi ordinati e una corretta documentazione dei processi consente di trovare soluzioni ottimali, riducendo i rischi senza tuttavia eliminare la possibilità di essere informati.

L’integrazione e la condivisione di dati e informazioni presenti nel sistema pubblico ed il loro ampliamento (esempio: una banca dati degli appalti pubblici, la trasparenza di tutti i redditi) può favorire la lotta ad alcuni fenomeni incontrollabili come la lotta alla mafia ed all’evasione fiscale?
Non c’è dubbio che la pubblicità delle informazioni e strumenti di diffusione di alcune informazioni sarebbero di grande aiuto nella lotta a fenomeni gravissimi come la mafia e l’evasione fiscale, che trovano il loro brodo di coltura soprattutto nella mancanza di trasparenza, nell’assenza di informazioni chiare e di strumenti per interrogare facilmente le istituzioni sul loro operato, nella discrezionalità con cui si rendono disponibili le informazioni sulle scelte pubbliche a tutti livelli.

Il fenomeno del partito delle astensioni avvenuto in Italia è causato dalla scarsa trasparenza nei confronti dei cittadini e dalla conseguente sfiducia nelle istituzioni e nei partiti o da altri motivi?
La percezione di una diffusa opacità delle amministrazioni pubbliche non aiuta i cittadini a superare la radicata diffidenza che i cittadini hanno maturato verso l’azione pubblica. E’ bene peraltro sottolineare che l’opinione pubblica italiana è abituata alla scarsità di informazioni significative in questo ambito, tanto che anche la stampa nazionale – con l’eccezione di alcune testate – non ha saputo in questi anni svolgere il ruolo di controllo cui è invece chiamata. Solo recentemente gli organi di stampa hanno cominciato ad avvertire i ritardi accumulati in questo ambito anche rispetto agli altri paesi europei (ad esempio in relazione a una normativa che ancora oggi apre gli archivi correnti solo a coloro che hanno un interesse legittimo e non a chiunque chieda conto dell’operato pubblico). Solo raramente i giornalisti sembrano essere consapevoli dei ritardi in questo ambito e delle potenzialità che una piena applicazione del principio di accesso ai documenti offre a chi voglia garantire una informazione documentata e corretta.

I cittadini ed i consumatori desiderano conoscere, essere coinvolti, controllare e partecipare alle scelte delle organizzazioni pubbliche e private altrimenti si realizza un distacco non facilmente recuperabile. Per tale motivo occorre che tutte le organizzazioni pratichino la trasparenza dagli organi e enti pubblici, alle organizzazioni private ed ai partiti.

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