venerdì 4 febbraio 2011

Intolleranza e arroganza contro il lavoro



Commento del senatore Pietro Ichino
"La logica politica che ispira questa manifestazione è la stessa che nel settembre scorso a Torino indusse un gruppo di contestatori a lanciare un candelotto lacrimogeno contro Raffaele Bonanni, e, pochi giorni dopo, a Milano, un altro gruppo a tentare di impedirmi di prendere la parola alla Festa Democratica in un dibattito sul problemi del lavoro. Purtroppo non è molto diversa la logica che ha spinto sei dirigenti della Cgil di Ferrara a dimettersi polemicamente dal Pd nel novembre scorso: oggetto della loro protesta era l’invito che la Provincia e la Camera di Commercio di quella città mi avevano rivolto, a svolgere una relazione introduttiva a un convegno sulla necessità di aprire il nostro Paese agli investimenti esteri per valorizzare meglio il lavoro degli italiani. Ciascuno di questi atti non è altro che la prosecuzione in forme diverse del tentativo di demonizzare gli accordi stipulati alla Fiat negli ultimi mesi, per impedire un dibattito sereno sulla vera e sola questione cruciale che essi pongono: quella della derogabilità del contratto collettivo nazionale da parte di accordi aziendali stipulati da chi rappresenta la maggioranza dei lavoratori interessati.
Chiunque abbia a cuore il progresso sociale ed economico del nostro Paese deve dire un “no” fermo a questi tentativi di intimidazione. Perché non può crescere in libertà, prosperità e giustizia un Paese nel quale di un qualsiasi problema in materia di lavoro e di relazioni industriali non si possa discutere liberamente.
Alla nostra vecchia sinistra che indulge a questi atteggiamenti, squalificando radicalmente Cisl e Uil come “sindacati gialli” e traditori della classe operaia mi permetto di ricordare che lo stesso tragico errore fu fatto dai terzinternazionalisti che tacciarono i socialisti di “socialfascismo”. La storia non insegna nulla a questi epigoni di Amedeo Bordiga?"

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