I deputati Salvatore Vassallo e Gianclaudio Bressa del Partito Democratico hanno presentato una interrogazione al Ministro per la Pubblica Amministrazione e innovazione sulla attività della Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche e sugli ultimi avvenimenti che riguardano le dimissioni di Pietro Micheli, le consulenze e la mancanza di autonomia della CiVIT .
Si riporta integralmente l’interrogazione.
Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
- Per sapere - premesso che:
con lettera aperta inviata al ministro della Funzione pubblica il 14 gennaio 2011 il professor Pietro Micheli ha comunicato le proprie dimissioni da componente della commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (CiVIT);
in tale lettera sono rappresentate circostanze riguardanti lo svolgimento delle attività della commissione che segnalano sia serie lacune nella conduzione dello stesso organismo sia fattori di contesto riconducibili a scelte compiute dal Governo che impediscono alla commissione di perseguire la missione istituzionale per la quale è stata istituita;
in particolare nella lettera si nota che difficilmente la commissione potrà adempiere alla sua missione essendo composta in larga parta da giuristi, i quali evidentemente non dispongono delle competenze e non dominano le tecniche necessarie ad elaborare i modelli organizzativi, gli indicatori empirici e le analisi comparative delle performance amministrative che dovrebbe costituire parte essenziale del loro lavoro;
nella medesima lettera si mette inoltre in evidenza come la commissione non si sia affatto dimostrata sino ad ora indipendente dal Governo e che anzi quest'ultimo si sia riservato il potere di determinare nomine, compensi e ambiti di operatività della Commissione stessa trattando la CiVIT come parte del proprio staff;
sulla base della documentazione rinvenibile all'interno del sito internet della commissione e di ulteriori verifiche emergono peraltro conferme ai rilievi mossi dal professor Micheli ed altre vistose anomalie nella gestione della commissione;
la commissione ha conferito ad esempio un incarico avente per oggetto una non meglio specificata consulenza, con un compenso che, per il solo secondo semestre 2010, ammonta a 50.000 euro, al dottor Augusto Pistolesi, il cui curriculum appare agli interrogati palesemente incongruo rispetto all'incarico, atteso che esso contempla una esperienza decennale come consigliere del comune di Avellino, la pubblicazione diciassette anni or sono di un saggio su di una oscura rivista avellinese (Proposta '80) e alcune «consulenze» di durata e oggetto non precisati;
in risposta ad un quesito posto a tale riguardo dal senatore Pietro Ichino, la commissione ha esplicitato che l'incarico in questione è stato dato su indicazione del Ministro per l'attuazione del programma di Governo di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, in quanto - dice la commissione - il Ministro per l'attuazione del programma di Governo è l'unico destinatario dell'unica relazione annuale che la commissione è tenuta a redigere sulla sua attività, prendendo atto dunque che la commissione stessa non è grado di predisporre una relazione sulla sua attività e che preferisce affidare tale incarico ad una persona di fiducia del destinatario della relazione stessa, ad un fiduciario peraltro palesemente privo dei necessari requisiti professionali, ancorché - secondo quanto riferiscono diversi organi di stampa - amico personale di lunga data del citato Ministro;
la commissione ha conferito inoltre incarichi all'avvocato Maurizio Miceli e al signor Alessandro Levanti, ciascuno per un ammontare di 12.000 euro a fronte di curricula ugualmente incongrui e obiettivi di «studio e ricerca» ampiamente aleatori che dovrebbero essere completati nell'arco temporale di due mesi e mezzo di cui non è dato al momento conoscere gli esiti;
la commissione ha inoltre attivato contratti con esperti su obiettivi che dovrebbero costituire il lavoro specifico dei commissari, attribuendo peraltro tali contratti a soggetti già ampiamente assorbiti da altre impegnative attività istituzionali, come è certamente nel caso della dottoressa Germana Panzironi, che già al momento del conferimento dell'incarico era capo dell'ufficio legislativo del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca;
una serie di incontri che si sarebbero dovuti svolgere il 19 e 20 gennaio scorsi - convocati dalla Civit per esaminare i problemi connessi alla redazione, entro il 31 gennaio, del piano triennale della performance insieme alle amministrazioni statali impegnate nell'elaborazione di questo documento cruciale del ciclo di gestione della performance, la cui omissione comporta il divieto di erogare la retribuzione di risultato ai dirigenti, di assumere personale o conferire incarichi di collaborazione - sono stati repentinamente annullati a causa di non meglio specificati «problemi logistici ed organizzativi», problemi che, data la delicata circostanza in cui sono repentinamente emersi, segnalano un serio deficit di funzionalità dell'organismo, atteso che gli incontri citati non si sono più svolti e che la Civit si è limitata a richiedere alle amministrazioni cui avrebbe dovuto offrire un servizio preventivo di consulenza da inviare alla commissione stessa un resoconto ex post (entro il 6 febbraio) «delle principali tematiche e problematiche applicative poste dal ciclo della performance e dalla predisposizione del programma per la trasparenza»;
a distanza da un anno dall'insediamento, non si conoscono indicatori circa l'impatto dell'azione della Civit, non sono disponibili risultati di studi sul campo relativi al funzionamento delle amministrazioni in vista della selezione di gruppi di amministrazioni (cluster) omogenei e della predisposizione di un set comune di indicatori per analisi di benchmarking;
i principi cardine della stessa riforma di cui il Civit dovrebbe promuovere l'attuazione presso altre amministrazioni non sono stati adottati, neppure a fini conoscitivi interni, dalla Civit stessa: non è stato ad esempio approvato il piano della performance per il 2011-2013, non sono stati identificati gli indicatori di performance, non è noto se siano state adottate schede di valutazione del personale, non sono rinvenibili le relazioni sull'attività svolta dagli esperti esterni con cui la Civit ha stipulato contratti di collaborazione;
tale difficoltà di adempiere ad oneri intimamente connessi al ruolo assunto potrebbe ben dipendere d'altro canto dalla circostanza che diversi componenti della commissione continuino a svolgere altri incarichi istituzionali, oltre ad attività accademiche e professionali che richiedono un impegno assai rilevante e che quindi chiaramente impediscono di assolvere con altrettanta piena dedizione all'incarico di componente della Civit -:
se il Ministro sia a conoscenza di ciascuna delle specifiche disfunzioni richiamate puntualmente in premessa, se sia in condizione di confermarle o confutarle, se esse corrispondono ad indirizzi impartiti alla Commissione dal Ministro stesso e, in caso contrario, quali iniziative intenda intraprendere per evitare il fallimento a cui sembra condannato il progetto di diffusione nella Pubblica Amministrazione della cultura della valutazione, a giudicare dai pochissimi risultati fino ad ora raggiunti dalla commissione che avrebbe dovuto guidarlo. (5-04149)
Risposta della CiVIT
nella medesima lettera si mette inoltre in evidenza come la commissione non si sia affatto dimostrata sino ad ora indipendente dal Governo e che anzi quest'ultimo si sia riservato il potere di determinare nomine, compensi e ambiti di operatività della Commissione stessa trattando la CiVIT come parte del proprio staff;
sulla base della documentazione rinvenibile all'interno del sito internet della commissione e di ulteriori verifiche emergono peraltro conferme ai rilievi mossi dal professor Micheli ed altre vistose anomalie nella gestione della commissione;
la commissione ha conferito ad esempio un incarico avente per oggetto una non meglio specificata consulenza, con un compenso che, per il solo secondo semestre 2010, ammonta a 50.000 euro, al dottor Augusto Pistolesi, il cui curriculum appare agli interrogati palesemente incongruo rispetto all'incarico, atteso che esso contempla una esperienza decennale come consigliere del comune di Avellino, la pubblicazione diciassette anni or sono di un saggio su di una oscura rivista avellinese (Proposta '80) e alcune «consulenze» di durata e oggetto non precisati;
in risposta ad un quesito posto a tale riguardo dal senatore Pietro Ichino, la commissione ha esplicitato che l'incarico in questione è stato dato su indicazione del Ministro per l'attuazione del programma di Governo di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, in quanto - dice la commissione - il Ministro per l'attuazione del programma di Governo è l'unico destinatario dell'unica relazione annuale che la commissione è tenuta a redigere sulla sua attività, prendendo atto dunque che la commissione stessa non è grado di predisporre una relazione sulla sua attività e che preferisce affidare tale incarico ad una persona di fiducia del destinatario della relazione stessa, ad un fiduciario peraltro palesemente privo dei necessari requisiti professionali, ancorché - secondo quanto riferiscono diversi organi di stampa - amico personale di lunga data del citato Ministro;
la commissione ha conferito inoltre incarichi all'avvocato Maurizio Miceli e al signor Alessandro Levanti, ciascuno per un ammontare di 12.000 euro a fronte di curricula ugualmente incongrui e obiettivi di «studio e ricerca» ampiamente aleatori che dovrebbero essere completati nell'arco temporale di due mesi e mezzo di cui non è dato al momento conoscere gli esiti;
la commissione ha inoltre attivato contratti con esperti su obiettivi che dovrebbero costituire il lavoro specifico dei commissari, attribuendo peraltro tali contratti a soggetti già ampiamente assorbiti da altre impegnative attività istituzionali, come è certamente nel caso della dottoressa Germana Panzironi, che già al momento del conferimento dell'incarico era capo dell'ufficio legislativo del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca;
una serie di incontri che si sarebbero dovuti svolgere il 19 e 20 gennaio scorsi - convocati dalla Civit per esaminare i problemi connessi alla redazione, entro il 31 gennaio, del piano triennale della performance insieme alle amministrazioni statali impegnate nell'elaborazione di questo documento cruciale del ciclo di gestione della performance, la cui omissione comporta il divieto di erogare la retribuzione di risultato ai dirigenti, di assumere personale o conferire incarichi di collaborazione - sono stati repentinamente annullati a causa di non meglio specificati «problemi logistici ed organizzativi», problemi che, data la delicata circostanza in cui sono repentinamente emersi, segnalano un serio deficit di funzionalità dell'organismo, atteso che gli incontri citati non si sono più svolti e che la Civit si è limitata a richiedere alle amministrazioni cui avrebbe dovuto offrire un servizio preventivo di consulenza da inviare alla commissione stessa un resoconto ex post (entro il 6 febbraio) «delle principali tematiche e problematiche applicative poste dal ciclo della performance e dalla predisposizione del programma per la trasparenza»;
a distanza da un anno dall'insediamento, non si conoscono indicatori circa l'impatto dell'azione della Civit, non sono disponibili risultati di studi sul campo relativi al funzionamento delle amministrazioni in vista della selezione di gruppi di amministrazioni (cluster) omogenei e della predisposizione di un set comune di indicatori per analisi di benchmarking;
i principi cardine della stessa riforma di cui il Civit dovrebbe promuovere l'attuazione presso altre amministrazioni non sono stati adottati, neppure a fini conoscitivi interni, dalla Civit stessa: non è stato ad esempio approvato il piano della performance per il 2011-2013, non sono stati identificati gli indicatori di performance, non è noto se siano state adottate schede di valutazione del personale, non sono rinvenibili le relazioni sull'attività svolta dagli esperti esterni con cui la Civit ha stipulato contratti di collaborazione;
tale difficoltà di adempiere ad oneri intimamente connessi al ruolo assunto potrebbe ben dipendere d'altro canto dalla circostanza che diversi componenti della commissione continuino a svolgere altri incarichi istituzionali, oltre ad attività accademiche e professionali che richiedono un impegno assai rilevante e che quindi chiaramente impediscono di assolvere con altrettanta piena dedizione all'incarico di componente della Civit -:
se il Ministro sia a conoscenza di ciascuna delle specifiche disfunzioni richiamate puntualmente in premessa, se sia in condizione di confermarle o confutarle, se esse corrispondono ad indirizzi impartiti alla Commissione dal Ministro stesso e, in caso contrario, quali iniziative intenda intraprendere per evitare il fallimento a cui sembra condannato il progetto di diffusione nella Pubblica Amministrazione della cultura della valutazione, a giudicare dai pochissimi risultati fino ad ora raggiunti dalla commissione che avrebbe dovuto guidarlo. (5-04149)
Risposta della CiVIT
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