
Ha ragione Epifani quando afferma “La maggioranza del Paese non si rassegna. Un intero paese insorge”. Alla manifestazione di Roma hanno sfilato Veltroni, Bertinotti, Fioroni, Mussi, Bindi, Di Pietro e Ferrero.
La maggioranza si è assunta una grave e grande responsabilità e non sa come venirne fuori.
Beppe Cellai, fondatore del gruppo “Raccolta firme contro il decreto Gelmini” su Facebook, in attesa di partire per Roma per partecipare alla manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali esprime il suo stato d’animo dopo l’approvazione del decreto Gelmini “non ci sono parole, davanti all’arroganza di tale governo non c’è niente da dire…Il fatto che il governo si permetta di minimizzare il grande movimento studentesco che c’è stato in queste settimane, bollandolo come un operazione partita dalla sinistra, fa rabbrividire e non rende merito a tutti noi, studenti, insegnanti e cittadini (di sinistra e destra), che ci siamo battuti in maniera pacifica per far ascoltare le nostre idee e far valere i nostri diritti. Questo dovrebbe essere il bello della democrazia ma questo governo non ne conosce il significato, ora come non mai. Su quello che è successo oggi non so come commentare, come chiamare un paese che permette ad un furgone pieno di mazze e spranghe di entrare nel cuore della città più bella del mondo, davanti a famiglie e turisti mentre c’è un corteo pacifico di studenti che manifestano le proprie opinioni? Ho paura che poco sia stato lasciato al caso. Rammaricato e con un senso di forte impotenza aspetto le 4 per partire per Roma”.
Francesca Pavanello, responsabile della Cisl per la scuola, afferma “non riesco in questo momento ad essere depressa per il decreto approvato, dopo aver partecipato alla grandissima manifestazione di ieri a Roma che è stato il culmine di una mobilitazione mai vista in questi ultimi decenni nella scuola in tutta Italia e a Verona: dalla nostra città sono partiti addirittura 8 autobus, di cui uno di studenti, quando a fatica se ne facevano 1 o 2 ai tempi di altre mobilitazioni; moltissime scuole hanno chiuso i battenti per l’adesione totale del personale; siamo stati in piazza anche con numerosissimi studenti, una saldatura generazionale mai vista! Non passa sera che in giro per la provincia non ci sia un dibattito organizzato dai genitori per capire quanto stia succedendo. La scuola è diventata, finalmente il centro di discussione del Paese: ci si interroga sulla sua importanza. si capisce, in pratica, quanto sia fondamentale per le sorti della democrazia, del principio di uguaglianza, delle pari opportunità, per il futuro del Paese: per questo dico grazie Gelmini! grazie Governo!”
Intanto su Facebook viene lanciato l’appello del referendum abrogativo della legge Gelmini con il gruppo “Legge Gelmini approvata: Ora il referendum abrogativo”, fondato da Antonio Ricci, che ha raccolto in pochi giorni una adesione di 14892 persone. Sono nati altri due gruppi: “Referendum abrogativo anti riforma Gelmini”, fondato da Diletta Fantini, e “Raccogliamo le firme per il referendum anti-legge Gelmini”, fondato da Barbara Cataldi.
"Il governo Berlusconi, dichiara Antonio Ricci, senza alcun dialogo con insegnanti, rappresentanze degli studenti e dei genitori ed altre categorie di lavoratori del mondo della scuola ha approvato al riforma Gelmini. Sappiamo che nella scuola italiana molto c'è da fare ma qui ci troviamo di fronte a tagli massicci e non a una riforma organica. Dalla sua presentazione questi tagli hanno provocato indignazione e proteste, culminate nello sciopero generale del 30 ottobre”.
“Appena appresa la notizia dell'approvazione della legge la mia prima reazione, afferma Antonio Riccci, è stata quella di pensare ad una possibilità da mettere in atto subito. Mi sono quindi tuffato su facebook è ho gridato la mia rabbia con il gruppo "Legge Gelmini approvata: ora il referendum abrogativo". Certo le norme sono inserite nella legge finanziaria, quindi non sarà facile individuare le modalità con cui mettere in campo il referendum abrogativo. I giuristi del partito democratico stanno studiandone la possibilità e la forma. Il senso del gruppo è però quello di gridare la rabbia per una legge che in pochi vogliono in attesa di trovare la modalità migliore per mettere in campo il referendum”.
Alle manifestazioni hanno partecipato studenti, docenti, precari, bambini, genitori. In definitiva è sceso in piazza il paese contro una maggioranza sorda e arrogante che cerca di placare la mobilitazione con dichiarazioni assurde e minacce.
La solidarietà e la partecipazione è nata da una grande presa di coscienza dei problemi che la legge Gelmini causerà e non certamente dalla cattiva informazione o dalla strumentalizzazione della sinistra. Milioni di persone non possono essere disinformati e strumentalizzati tutti e per lo stesso problema. Chi pensa questo sottovaluta la capicità e l'intelligenza delle persone.
Occorre creare tutti insieme una nuova stagione politica che si fonda su democrazia, dialogo, confronto e partecipazione. Valori questi dimenticati da Berlusconi, da Gelmini e dalla maggioranza politica che nel paese potrà diventare ben presto minoranza se prosegue con le posizioni espresse ed i provvedimenti presi.
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