L’on. Federico Testa del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro degli Interni, Roberto Maroni, sull’equipaggiamento in dotazione alla polizia di Stato della questura di Verona.
Si riporta l’interrogazione integrale di Federico Testa.
Al Ministro dell'interno
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto si apprende da un articolo pubblicato sul Corriere di Verona del 4 febbraio 2011 i poliziotti in servizio presso la questura di Verona dispongono di un limitatissimo numero di giubbotti antiproiettile del modello cosiddetto «sottocamiciale», ovvero quelli che possono essere indossati sotto gli indumenti senza che se ne noti la presenza, e che, soprattutto, diversamente da quelli tradizionali, consentono libertà di movimento a bordo dei veicoli di servizio, e più in concreto consentono di salire e scendere dalle auto. Quelli tradizionali, invece, di fatto irrigidiscono il tronco di chi lo indossa, rivelandosi un pericoloso impedimento nelle fasi più delicate degli interventi;
si tratterebbe in altri termini di una protezione da usare in particolari servizi investigativo - operativi, che consente a personale delle forze di polizia in abiti civili di eseguire pedinamenti ed appostamenti nei quali è presumibile possa verificarsi un conflitto a fuoco;
in effetti il pezzo giornalistico prende le mosse da una sparatoria avvenuta in provincia di Modena pochi giorni prima, nel corso della quale è deceduto uno dei rapinatori che gli uomini della squadra mobile della questura di Verona, grazie ad intercettazioni telefoniche, sapevano avrebbero tentato di commettere una rapina. Il redattore dell'articolo evidenzia che i circa dieci poliziotti della questura di Verona, che date le circostanze dovevano necessariamente indossare abiti civili e dissimulare la loro presenza sul luogo dell'appostamento, disponevano di soli sei giubbotti antiproiettile del tipo sottocamiciale. Scendendo nel dettaglio il giornalista ha rappresentato che in realtà la squadra mobile dispone di soli tre giubbotti, mentre gli altri tre erano stati chiesti in prestito alla Digos, che li utilizza ordinariamente per le scorte ai politici;
nel contributo sono state pubblicate anche le dichiarazioni dei rappresentanti territoriali di pressoché tutte le sigle sindacali della polizia di Stato, a tenore delle quali questa situazione sarebbe imputabile alla limitata capienza dei fondi di bilancio destinati all'approvvigionamento ed al rinnovo degli equipaggiamenti. Una situazione grave al punto che negli altri reparti della polizia di Stato della provincia di Verona, che pure operano con modalità quali quelle dianzi segnalate, non solo non sarebbe disponibile alcun giubbotto sottocamiciale, ma addirittura i giubbotti in dotazione, di vecchia generazione e quindi affetti dai vizi dianzi segnalati, sarebbero per giunta scaduti di validità, essendo il materiale protettivo soggetto a naturale decadimento;
in base alle informazioni assunte il costo dei giubbotti antiproiettile sottocamiciali, che tra l'altro vengono indossati anche dalle personalità più esposte a rischio attentati e dalle loro scorte, varia in una forbice compresa all'incirca tra i 700 e i 2000 euro. Dotare quindi la questura di Verona di almeno una ventina di questi modelli comporterebbe un impegno di spesa decisamente contenuto, nell'ordine approssimativo di una somma che può essere stimata intorno ai 25 mila euro;
per quanto è dato sapere la questura di Verona ha da tempo sollecitato l'invio del materiale in questione, senza invero ottenere risposta al riguardo -:
se sia vero che, a fronte di spese sostanzialmente irrilevanti, si metta in discussione la sicurezza della vita di poliziotti per un'asserita carenza di fondi di bilancio;
che cosa intenda fare il Ministro interrogato per rimuovere questa situazione che, se rispondente al vero, oltre che una violazione di ogni comune buon senso, rappresenterebbe, ad avviso dell'interrogante, una vergognosa disistima delle vite del personale delle forze di Polizia che, come attestato dal successo dell'operazione conclusiva delle lunghe indagini condotte nella vicenda della rapina in provincia di Modena di cui in premessa, non esitano a mettere generosamente a rischio la loro stessa incolumità per assicurare alla giustizia pericolosi criminali armati. (4-10899)
nel contributo sono state pubblicate anche le dichiarazioni dei rappresentanti territoriali di pressoché tutte le sigle sindacali della polizia di Stato, a tenore delle quali questa situazione sarebbe imputabile alla limitata capienza dei fondi di bilancio destinati all'approvvigionamento ed al rinnovo degli equipaggiamenti. Una situazione grave al punto che negli altri reparti della polizia di Stato della provincia di Verona, che pure operano con modalità quali quelle dianzi segnalate, non solo non sarebbe disponibile alcun giubbotto sottocamiciale, ma addirittura i giubbotti in dotazione, di vecchia generazione e quindi affetti dai vizi dianzi segnalati, sarebbero per giunta scaduti di validità, essendo il materiale protettivo soggetto a naturale decadimento;
in base alle informazioni assunte il costo dei giubbotti antiproiettile sottocamiciali, che tra l'altro vengono indossati anche dalle personalità più esposte a rischio attentati e dalle loro scorte, varia in una forbice compresa all'incirca tra i 700 e i 2000 euro. Dotare quindi la questura di Verona di almeno una ventina di questi modelli comporterebbe un impegno di spesa decisamente contenuto, nell'ordine approssimativo di una somma che può essere stimata intorno ai 25 mila euro;
per quanto è dato sapere la questura di Verona ha da tempo sollecitato l'invio del materiale in questione, senza invero ottenere risposta al riguardo -:
se sia vero che, a fronte di spese sostanzialmente irrilevanti, si metta in discussione la sicurezza della vita di poliziotti per un'asserita carenza di fondi di bilancio;
che cosa intenda fare il Ministro interrogato per rimuovere questa situazione che, se rispondente al vero, oltre che una violazione di ogni comune buon senso, rappresenterebbe, ad avviso dell'interrogante, una vergognosa disistima delle vite del personale delle forze di Polizia che, come attestato dal successo dell'operazione conclusiva delle lunghe indagini condotte nella vicenda della rapina in provincia di Modena di cui in premessa, non esitano a mettere generosamente a rischio la loro stessa incolumità per assicurare alla giustizia pericolosi criminali armati. (4-10899)
Nessun commento:
Posta un commento