I consiglieri Comunali del Pd e di Sel nella conferenza stampa di ieri hanno sottoscritto il Codice etico e assunto l’impegno di proporne la sottoscrizione al Consiglio Comunale. Il Codice Etico è proposto dall’Associazione Avviso Pubblico, impegnata nella lotta contro la corruzione e le mafie, sottoscritto per la prima volta dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi.
La lotta alla corruzione ed alle mafie sono problemi che interessano anche Verona e le altre città del Nord.
Il comune di Verona, come tanti altri Comuni, potrebbe aderire alla Associazione Avviso Pubblico.
In campagna elettorale il centro sinistra aveva preso l’impegno con i cittadini veronesi di ispirarsi nell’attività politica ai fattori della trasparenza, della partecipazione e delle competenze. Fattori questi che possono cambiare il volto di Verona nella gestione dell’attività amministrativa e dei servizi pubblici locali. I comportamenti dei consiglieri comunali se ispirati alla correttezza, alla probità ed alla trasparenza possono cambiare in meglio i contenuti dell’attività politica e recuperare il rapporto tra le istituzioni ed i cittadini.
I consiglieri che hanno sottoscritto il codice sono: Michele Bertucco , Vincenzo D´Arienzo, Stefano Vallani , Luigi Ugoli, Elisa La Paglia , Orietta Salemi e Fabio Segattini del PD e Mauro De Robertis di Sel.
La Carta prevede diverse forme di adesione, non è necessaria una votazione collegiale. Può essere adottata dall'intera amministrazione o solo dal Sindaco; dalla Giunta o dal singolo assessore; dall'intero consiglio comunale oppure dai singoli consiglieri, e chiama in causa anche i rappresentanti nominati nelle aziende pubbliche e partecipate.
Tutto quello che si deve fare è dichiarare la propria adesione al primo consiglio utile e sottoscrivere pubblicamente la Carta impegnandosi all'adempimento delle sue disposizioni. Disposizioni che, rispetto al Codice Etico raccomandato dall'Ue, sono ancora più stringenti in fatto di trasparenza e partecipazione, regolando minuziosamente tutti gli aspetti inerenti all'attività politica, dai regali ricevuti a possibili forme di clientelismo; dal conflitto di interessi al cumulo delle cariche.
Agli amministratori è fatto divieto di ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno della propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi oppure di privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l'amministrazione. Viene invece fatto obbligo di stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione con i cittadini, ai quali devono rendicontare almeno una volta all'anno, con l'autorità giudiziaria, con i mezzi di comunicazione e naturalmente con l'amministrazione stessa.
In caso di rinvio a giudizio o di applicazione di misure di prevenzione personale o patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, l'amministratore è tenuto a dimettersi.
La mancata osservanza del Codice da parte di un amministratore deve spingere gli altri sottoscrittori (o in loro luogo i cittadini o i portatori di interessi) ad applicare le sanzioni previste dal Codice, che vanno dal richiamo formale alla censura pubblica fino alla revoca della nomina o del rapporto fiduciario.
I consiglieri comunali che sottoscrivono il codice etico si impegnano a perseguire la trasparenza, la partecipazione ed a rendicontare ai cittadini l’attività che svolgono. Inoltre, la carta prevede il divieto del cumulo delle cariche amministrative, del clientelismo e degli incarichi che possano generare conflitto di interesse.
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