Articolo di Silvano Filippi, segretario regionale Siulp Veneto, pubblicato sul Corriere di Verona il 25 maggio 2012
Negli anni scorsi avevamo evitato di esprimere pubblicamente il nostro dissenso in occasione della celebrazione della Festa della Polizia. L’istinto della protesta era stato contenuto dal senso di responsabilità. Quest’anno però è davvero difficile tacere di fronte a festeggiamenti che da un lato stridono con i drammi della quotidianità, e dall’altro con la precarizzazione dell’operatività della Polizia di Stato impegnata a confrontarsi diuturnamente con una infinita sequela di carenze di risorse, umane ed economiche. Non si tratta di una presa di posizione contro i Questori. Non stavolta, almeno.
Perché stavolta la nostra ira è rivolta a quel Governo “sedicente” tecnico che, a dispetto delle premesse, altro non ha fatto se non assicurare la continuità con il più deteriore metodo “politichese”. Nella sostanza si continua cioè ad abbondare in chiacchiere per nascondere l’incapacità, o peggio, la non volontà, di tradurre gli annunci in fatti concreti.E così, mentre i Poliziotti, a causa dei noti tagli al bilancio, sono costretti a pagarsi le uniformi, la cancelleria, i pasti, e financo ad anticipare le spese per le missioni, per organizzare la Festa della Polizia a Roma si sciala senza il minimo scrupolo. Ben 250 allievi delle Scuole di Polizia ed altre svariate decine di uomini sono stati impiegati per tutto il mese di maggio per le prove di marcia e di schieramento in armi. Spendere centinaia di migliaia di euro per un paio d’ore di patetica parata, soprattutto in questo periodo storico, è a nostro avviso immorale. Siamo di fronte all’ennesima riproposizione di un rito stantio utile solo a compiacere un establishment incapace di guardare oltre le finestre della torre d’avorio su cui si è arroccato.
Un rito replicato poi in ciascuna provincia dai rispettivi Questori, i quali, per organizzare una celebrazione il più possibile autorevole, mancando le risorse, sono stati costretti ad andare a elemosinare soldi da sponsor ora per il noleggio del palco, ora per il buffet, per non sfigurare al cospetto della solita ristretta cerchia delle “Autorità” invitate.
A tutto questo si accompagna l’amarezza per un esecutivo che, invece che andare ad incidere sugli sprechi da noi ripetutamente denunciati, propone deliranti soluzioni quali chiudere una ventina di Questure. Ma evita accuratamente di occuparsi delle migliaia di inutili e costosi presidi a distanza di poche centinaia di metri l’uno dall’altro, dei 60 milioni di euro spesi ogni anno per impiegare l’Esercito in servizi di pattuglia del tutto privi di efficacia, dei tremila poliziotti impiegati per i rinnovi dei permessi di soggiorno, attività che in tutti i Paesi “evoluti” è affidata agli enti territoriali, nonché della vergogna nazionale delle centinaia di scorte concesse a soggetti che l’unico rischio che corrono è quello di doversi pagare la benzina il giorno in cui dovessero essere privati di questo malcelato irritante benefit.
Ecco perché noi, in questa Polizia lontana dalla sensibilità dei cittadini e dalle esigenze dei Poliziotti, una Polizia che non riesce a rinunciare ad autocelebrarsi in un momento in cui il Paese è attraversato da una serie di criticità di inaudita gravità, non ci riconosciamo.
E siccome è evidente a questo punto che la Festa di questa Polizia tutto è tranne che la festa dei Poliziotti, a questa festa i segretari provinciali di tutto il Veneto, in quanto Poliziotti, non parteciperanno.
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