Lettera di Flavio Tosi,
Sindaco di Verona, al Corriere della
Sera e replica di Gian Antonio Stella. Articolo pubblicato sul Corriere della
Sera il 5 maggio 2012
"Egregio direttore,
nell'articolo pubblicato giovedì sul
«Corriere della Sera» dal titolo «A Verona tutti contro Tosi, il leghista
democristiano» a firma Gian Antonio Stella, sono contenute notizie non solo
false ma pesantemente diffamatorie. Mi limiterò a segnalarLe le più
significative, alle altre penseranno i diretti interessati. In primo luogo è
falso che, come affermato nell'occhiello sopra il titolo, il Comune di Verona
abbia affidato «un appalto a società accusate di legami con la 'ndrangheta».
L'appalto, di cui poi parla Stella nell'articolo, fantasticando di «caotici giri d'imprese», è quello di «un grande plesso scolastico a Rivoli Veronese» nel quale, secondo lui «c'entra Tosi». L'unico motivo per cui il Comune di Verona entra nella vicenda è che, come prevede il Testo Unico degli Enti Locali, per far spendere meno un piccolo Comune di 2.134 abitanti e12 dipendenti che non ha un Ufficio tecnico in grado di seguire adeguatamente la gara d'appalto, ha «prestato» a Rivoli Veronese due architetti, da molti anni in servizio a Verona, per aiutarlo ad espletare le procedure tecnico-amministrative relative a progettazione, affidamento e esecuzione. E per il Comune di Verona è finita lì, il resto sono invenzioni del Signor Stella. Per Sua informazione, comunque, sarà utile precisare che purtroppo il balletto delle Ditte succedutesi a Rivoli - non a Verona - nei lavori, tutte in possesso della certificazione antimafia, è frutto di una legislazione nazionale che mostra i suoi limiti e che, dato che i lavori procedevano con grave ritardo e con imprese in subappalto non autorizzate, il Comune di Rivoli iniziò già nel gennaio 2012 la procedura di risoluzione del contratto e, in data 28/03/2012, vi ha posto termine allontanando l'impresa dal cantiere. Nessun appalto, quindi, risulta affidato dal Comune di Verona a società accusate di legami con la 'ndrangheta.
L'appalto, di cui poi parla Stella nell'articolo, fantasticando di «caotici giri d'imprese», è quello di «un grande plesso scolastico a Rivoli Veronese» nel quale, secondo lui «c'entra Tosi». L'unico motivo per cui il Comune di Verona entra nella vicenda è che, come prevede il Testo Unico degli Enti Locali, per far spendere meno un piccolo Comune di 2.134 abitanti e12 dipendenti che non ha un Ufficio tecnico in grado di seguire adeguatamente la gara d'appalto, ha «prestato» a Rivoli Veronese due architetti, da molti anni in servizio a Verona, per aiutarlo ad espletare le procedure tecnico-amministrative relative a progettazione, affidamento e esecuzione. E per il Comune di Verona è finita lì, il resto sono invenzioni del Signor Stella. Per Sua informazione, comunque, sarà utile precisare che purtroppo il balletto delle Ditte succedutesi a Rivoli - non a Verona - nei lavori, tutte in possesso della certificazione antimafia, è frutto di una legislazione nazionale che mostra i suoi limiti e che, dato che i lavori procedevano con grave ritardo e con imprese in subappalto non autorizzate, il Comune di Rivoli iniziò già nel gennaio 2012 la procedura di risoluzione del contratto e, in data 28/03/2012, vi ha posto termine allontanando l'impresa dal cantiere. Nessun appalto, quindi, risulta affidato dal Comune di Verona a società accusate di legami con la 'ndrangheta.
Il secondo colossale falso è che «l'intero collegio sindacale di Vipp,
che sta facendo il parcheggio San Zeno, il secondo affarone, è in mano ai
tosisti». Di Rettondmi a Verona ce ne sono parecchi, ma quelli. che lui chiama
«i tosisti» non appartengono al collegio sindacale della Ditta che sta
realizzando il parcheggio-affarone, che si chiama sì Rettondini ma non è quella
titolare della Vipp. È malizioso pensare che solo la malafede abbia evitato il
contro/lo delle visure camerali? Tanto più che a Verona anche i sassi sanno che
«l'affarone» fu deciso il 27 febbraio 2007 dalla Giunta Zanotto, precedente
alla mia. Quanto «all'affare del secolo in mano a un'Anonima Trafori"»,
cioè il Passante Nord, Lei, che s'intende di economia, diversamente dal Signor
Stella saprà che le fiduciarie non sono affatto realtà finanziarie oscure, ma
società autorizzate dal ministero dello Sviluppo economico ad esercitare la
loro attività nel rispetto della trasparenza degli appalti e dei nominativi dei
fiducianti, i cui nomi devono essere disvelati prima della stipula dei
contratti. Questo per ristabilire la verità."
Flavio Tosi
Sindaco di Verona
1) È la determinazione 61 del
19/5/2011 del Comune di Rivoli Veronese a parlare di quei caotici giri di
imprese che Tosi involontariamente conferma denunciando il «balletto delle
Ditte succedutesi». E vero che il Comune di Verona ha dato una mano per
affinità leghiste a quello di Rivoli «per aiutarlo ad espletare le procedure
tecnico-amministrative» ma la delibera 32 del 28 aprile 2010 alla 23g riga dice
che il Comune di Tosi («responsabile unico») è delegato ad occuparsi anche
delle «procedure di gara e aggiudicazione dell'appalto fino alla stipulazione
del contratto». La scelta dell'impresa I LE. di Sella Marina (Catanzaro)
ritenuta dal giudice legata alla 'ndrangheta come la «C.e .s.i.t.» di Botricello
(Catanzaro), per quanto dotate entrambe come spesso capita in questi casi del
bollino antimafia, fu fatta dunque anche col concorso del _Comune veronese. Di
più, rivendicare che l'appalto è stato annullato dai cugini leghisti il
28/3/2012 perché «i lavori procedevano con grave ritardo» è un autogol: erano
passati oltre quattro mesi da quando le imprese della famiglia Puccio erano
state sequestrate dalla magistratura antimafia e il Comune allontanò le ditte
perché erano in ritardo? Complimenti
2) La visura camerale della «Vipp
lavori» che citavo nel pezzo l'avevo fatta e la trascrivo qui: ha sede ad
Angiari (Verona) in via Lungo Bussé 3080 e appartiene in gran parte alla «Vipp
Spa» che ha lo stesso indirizzo e ha tra i soci principali Rettondini Felice
(presidente del Cda), Rettondini Stefano, Rettondini Andrea e Rettondini
Milena. Tutti nomi che compaiono tra i proprietari della citata «Vipp lavori».
Prendiamo ad esempio Felice Rettondini: che sia semplicemente omonimo
dell'altro Felice Rettondini che ha l'azienda allo stesso indirizzo e
casualmente ha lo stesso codice fiscale? Di più: è vero che la decisione di
fare il parcheggio San Zeno fu presa dalla giunta Zanotto, ma la determina di
autorizzare la
Rettondini S.p .A. (capogruppo) a smistare il subappalto alla
«Vipp Lavori spa», guarda caso traboccante di Rettondini, è del 4 maggio 2011,
giunta Tosi. E il più potente dei «tosisti», Giovanni Maccagnani era entrato
(coincidenza) dieci giorni prima, aprendo la strada a suo fratello Cristiano
(candidato leghista alle Comunali) e all'assessore leghista Toffali.
3) E ovvio che le società
fiduciarie sono autorizzate a operare, ci mancherebbe. Ma chi c'è dietro
possono saperlo solo i magistrati, i carabinieri e la Guardia di Finanza, ma i
cittadini no. Tutto qui. E viste le altre cose di cui parliamo, magari quei
cittadini sarebbero curiosi di saperne di più...
Gian Antonio Stella
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