Sulla chiusura dei corsi
professionali presso l’Istituto Don Calabria di Verona intervengono Gianni
Dal Moro, deputato del Pd, e Roberto
Fasoli , consigliere regionale del Pd, che contestano la
decisione della Regione Veneto di chiudere i corsi di formazione professionale.
Si riporta integralmente il
comunicato stampa degli esponenti del Pd di Verona.
“Nella complessa vicenda che
riguarda i corsi di formazione professionale dell’Istituto Don Calabria la
prima cosa da fare oggi è assicurare ai ragazzi iscritti alla classe prima di
poter frequentare una scuola coerente con le scelte da loro fatte e al tempo
stesso salvaguardare l’occupazione del personale docente e non docente dei
corsi di formazione professionale.
E’ assolutamente evidente che ci
sono precise responsabilità per la situazione di disagio che si è venuta a
creare, responsabilità che sarà utile
eventualmente accertare un attimo dopo aver risolto il problema degli alunni e delle loro famiglie.
La formazione professionale in
Veneto rappresenta un punto di eccellenza, anche se negli ultimi anni il taglio
delle risorse ha messo a durissima prova il lavoro dei centri, che solo al
prezzo di sforzi notevoli sono riusciti a mantenere l’attività. Da anni il contributo
regionale cala e gli stessi pagamenti avvengono con ritardi gravissimi che
mettono in difficoltà i centri di formazione professionale. Nonostante ciò
l’attività è continuata anche con risultati più che lusinghieri.
In questo quadro la decisione presa dall’Istituto Don Calabria di uscire dall’attività di formazione professionale rivolta ai ragazzi normo-dotati ha lasciato in molti un senso di delusione perché l’Istituto si trova nella stessa condizione degli altri centri che hanno invece deciso di proseguire l’attività. Ora se è legittimo prendere una decisione del genere e se sono vere le gravi difficoltà in cui versa il settore, è altrettanto vero che nelle stesse condizioni, se non in condizioni peggiori, altri enti hanno deciso di mantenere vivo l’impegno verso le migliaia di ragazzi e ragazze che frequentano un sistema formativo di particolare importanza per la nostra città e la nostra regione.
In questo quadro la decisione presa dall’Istituto Don Calabria di uscire dall’attività di formazione professionale rivolta ai ragazzi normo-dotati ha lasciato in molti un senso di delusione perché l’Istituto si trova nella stessa condizione degli altri centri che hanno invece deciso di proseguire l’attività. Ora se è legittimo prendere una decisione del genere e se sono vere le gravi difficoltà in cui versa il settore, è altrettanto vero che nelle stesse condizioni, se non in condizioni peggiori, altri enti hanno deciso di mantenere vivo l’impegno verso le migliaia di ragazzi e ragazze che frequentano un sistema formativo di particolare importanza per la nostra città e la nostra regione.
Del resto la recente costruzione
del centro di Via San Marco, con attrezzature di primo livello doveva servire
esattamente a questo scopo e a tal fine si erano mobilitate le istituzioni. Che
nel panorama veronese venga a mancare, per una parte di attività, l’offerta
formativa dell’Istituto Don Calabria non è cosa da poco e sarà necessario uno
sforzo congiunto del sistema dell’istruzione e
della formazione professionale pubblico e privato per garantire ai giovani veronesi il
mantenimento di un buon livello di qualità dell’offerta formativa.
Al tempo stesso la Regione Veneto è
chiamata ad una seria rivisitazione del suo impegno in un settore strategico
per la nostra regione, sia in termini di rioganizzazione di corsi sia in
termini di aumento delle risorse disponibili per non correre il rischio che
l’abbandono dell’attività finisca per coinvolgere anche altri centri con un
danno gravissimo per il sistema formativo veneto.
Il sistema della formazione professionale vede ridursi il finanziamento a fronte della medesima quantità e qualità di attività con la certezza che il sistema non potrà reggere a lungo.
Diversi Enti si pongono la domanda se è ancora possibile svolgere una attività che realizza inserimenti occupazionali altissimi e con la partecipazione ai corsi di oltre il 10% dei ragazzi/e dopo la terza media, operando con un parametro di finanziamento tra i più bassi in Italia.
Altre sono le spese da tagliare, in altri settori, ma sulla formazione delle giovani generazioni il danno è incommensurabile.
Il sistema della formazione professionale vede ridursi il finanziamento a fronte della medesima quantità e qualità di attività con la certezza che il sistema non potrà reggere a lungo.
Diversi Enti si pongono la domanda se è ancora possibile svolgere una attività che realizza inserimenti occupazionali altissimi e con la partecipazione ai corsi di oltre il 10% dei ragazzi/e dopo la terza media, operando con un parametro di finanziamento tra i più bassi in Italia.
Altre sono le spese da tagliare, in altri settori, ma sulla formazione delle giovani generazioni il danno è incommensurabile.
Si attui una seria
razionalizzazione degli enti formativi, sostenendo quei centri professionali radicati col
sistema produttivo, con una consolidata capacità di formare per competenze; si
semplifichi la macchina burocratica e organizzativa regionale per impiegare la
quasi totalità dei fondi a sostegno dell’attività dei centri riducendo tutte le
spese accessorie. Di scarsa visione e asfissia muore il nostro tessuto sociale
ed economico del nostro territorio.
L’impegno del PD sarà quello di garantire a tutti i giovani un adeguato livello
di offerta formativa agendo a livello nazionale con provvedimenti di legge e a livello regionale
perché sia rivista e
adeguata la legislazione regionale, come richiesto da tempo dal sistema della formazione professionale e dalle organizzazioni sindacali, e perché siano messe a disposizione adeguate e più consistenti risorse”.
adeguata la legislazione regionale, come richiesto da tempo dal sistema della formazione professionale e dalle organizzazioni sindacali, e perché siano messe a disposizione adeguate e più consistenti risorse”.
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