«Abbiamo compreso, tutti noi italiani,
che la situazione è grave. Finalmente si inizia a parlare di crescita: la vera
priorità del paese. Non possiamo però illuderci che alcuni provvedimenti del
governo possano risolvere per magia tutti i problemi. È da vent’anni che
l’Italia non cresce. È dunque necessaria una trasformazione di cui ancora non
si è capita la portata.»
In questi mesi
abbiamo capito, tutti noi italiani, che la situazione del paese è grave e
dobbiamo tutti impegnarci per uscire da questa crisi. Ancora fatichiamo a
capire, però, che per risolvere «il caso Italia» non bastano i tagli e le imposte.
Per salvare noi stessi e assicurare un futuro ai nostri figli, la regola
dev’essere la crescita: senza sviluppo sarà impossibile riconquistare la
fiducia dei mercati internazionali, ridurre il debito pubblico e la pressione
fiscale, creare nuovi posti di lavoro. Perché questo accada, dobbiamo liberarci
dei vecchi pregiudizi (a cominciare da falsi miti come «Piccolo è bello») e
rendite di posizione. È necessario superare il tradizionale immobilismo della
società italiana, per abbracciare la «cultura della crescita». Serve una
rivoluzione, fondata su meritocrazia e rispetto delle regole: non solo perché è
moralmente giusto, ma soprattutto perché è più conveniente per tutti.
Roger
Abravanel e Luca D’Agnese lanciano un «manifesto per la crescita», con proposte
concrete e spesso radicali su lavoro, tasse, giustizia civile, scuola, spesa
pubblica… Italia, cresci o esci! è
rivolto a tutti gli italiani, e soprattutto a chi ha meno di trent’anni, perché
sono i giovani le vere vittime della mancata crescita: lavori precari, pensioni
da pagare per i loro genitori, una scuola che non dà loro le necessarie
competenze della vita.
Roger
Abravanel è director emeritus di McKinsey e consigliere di amministrazione di
aziende italiane e internazionali. È autore di Meritocrazia e di Regole
(con Luca D’Agnese), entrambi pubblicati con Garzanti.
Luca D’Agnese
è stato partner di McKinsey e amministratore delegato di aziende del settore
energia. Attualmente è presidente di enel
Romania.
2 commenti:
Il mito della crescita all'infinito misurata dal PIL ha già stufato.
Quella che si possa rispondere alla crisi innescando un processo di crescita che aumenti il benessere è una bugia consolatoria che rischia di impedirci di trovare una strada percorribile verso un futuro vivibile.
Il primo passo è quello di misurare il benessere e non la crescita, quindi intendiamoci innanzitutto su come misureremo gli effetti delle politiche tese al miglioramento delle nostre condizioni di vita.
Tutto dipende da cosa intendiamo per crescita e se comprende il benessere.
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