Berlusconi si compiace che il suo governo e le istituzioni territoriali governate dal centrodestra, comprese la Provincia di Verona e la Regione Veneto, si caratterizzano per il fare: “Governo del fare”.
A questo punto è legittimo porsi delle domande.
Fare per chi? Non certamente per gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Soave, i quali hanno ricevuto per otto anni solo promesse.
Fare cosa? Non certamente per l’Istituto Alberghiero di Soave che trova notevoli difficoltà a crescere e svilupparsi in quanto non possiedono un stabile scolastico efficiente ed efficace e sono costretti a dividersi tra uno stabile e l’altro e tra Soave e Caldiero.
Il problema non è il fare ma il sapere fare (conoscenza e competenza): la Provincia di Verona e la Regione Veneto hanno dimostrato di non essere capaci di saper fare per risolvere tutti i problemi dell’Istituto Alberghiero che si protraggono da molto tempo.
Constatato questo il Comitato Genitori di Soave ha organizzato oggi un corteo al quale hanno partecipato studenti, genitori e cittadini per porre ancora una volta all’attenzione delle istituzioni (Provincia e Regione) e della società civile i problemi relativi all’Istituto Professionale. Al corteo ha partecipato Franco Bonfante, il quale si è caratterizzato nella Regione per aver presentato due interrogazioni e sollecitato i finanziamenti per l’Istituto Alberghiero di Soave.
Occorre tenere presente che nel terzo millennio la risorsa più importante per un paese e per le persone è la conoscenza, la quale rappresenta il primo fattore per il successo economico e sociale. Non investire nel sapere significa non rendere competitivo il paese e non soddisfare l’offerta di lavoro che proviene dalle aziende.
Per gli studenti dell’Istituto Professionale di Soave significa non realizzare le condizioni essenziali per la loro crescita professionale e per coloro che intendono proseguire gli studi in questo settore emigrare a Lonigo o a Montagnana.
La Provincia e la Regione hanno avuto otto anni di tempo per programmare gli investimenti necessari in materia di edilizia scolastica per mettere l’Istituto Alberghiero di Soave nelle condizioni di proseguire tranquillamente il suo cammino e svilupparsi in rapporto alla domanda degli studenti.
In otto anni si realizzano Istituti di eccellenza e invece a Verona non si risolvono i problemi fondamentali per la vita di una scuola.
Gli studenti sono stanchi e perdono tempo per i continui spostamenti, la didattica lascia a desiderare ed inoltre la mancanza di una sala insegnanti, di una segreteria e di una vice-presidenza aggrava ulteriormente i problemi.
Il Comitato Genitori ha predisposto una petizione che è stata sottoscritta dai partecipanti tra i quali il consigliere regionale Franco Bonfante e la senatrice Mariapia Garavaglia, la quale si è sempre dimostrata molto sensibile ai problemi della scuola e degli studenti ed ha contestato i tagli indisciminati del ministro Gelmini.
Inoltre, i genitori e gli studenti non accettano il numero chiuso stabilito dall’assessore provinciale per evitare di affrontare i problemi reali dell’Istituto. Non si può utilizzare tale escamotage dall’asilo nido alle scuole superiori per il semplice fatto che le istituzioni sono incapaci di programmare e di intervenire in modo efficiente per adeguare le istituzioni scolastiche alla domanda della società civile.
Se non arrivano fatti concreti la lotta continuerà fino a quando non si vedranno risultati concreti.
Il problema non è il fare ma il sapere fare (conoscenza e competenza): la Provincia di Verona e la Regione Veneto hanno dimostrato di non essere capaci di saper fare per risolvere tutti i problemi dell’Istituto Alberghiero che si protraggono da molto tempo.
Constatato questo il Comitato Genitori di Soave ha organizzato oggi un corteo al quale hanno partecipato studenti, genitori e cittadini per porre ancora una volta all’attenzione delle istituzioni (Provincia e Regione) e della società civile i problemi relativi all’Istituto Professionale. Al corteo ha partecipato Franco Bonfante, il quale si è caratterizzato nella Regione per aver presentato due interrogazioni e sollecitato i finanziamenti per l’Istituto Alberghiero di Soave.
Occorre tenere presente che nel terzo millennio la risorsa più importante per un paese e per le persone è la conoscenza, la quale rappresenta il primo fattore per il successo economico e sociale. Non investire nel sapere significa non rendere competitivo il paese e non soddisfare l’offerta di lavoro che proviene dalle aziende.
Per gli studenti dell’Istituto Professionale di Soave significa non realizzare le condizioni essenziali per la loro crescita professionale e per coloro che intendono proseguire gli studi in questo settore emigrare a Lonigo o a Montagnana.
La Provincia e la Regione hanno avuto otto anni di tempo per programmare gli investimenti necessari in materia di edilizia scolastica per mettere l’Istituto Alberghiero di Soave nelle condizioni di proseguire tranquillamente il suo cammino e svilupparsi in rapporto alla domanda degli studenti.
In otto anni si realizzano Istituti di eccellenza e invece a Verona non si risolvono i problemi fondamentali per la vita di una scuola.
Gli studenti sono stanchi e perdono tempo per i continui spostamenti, la didattica lascia a desiderare ed inoltre la mancanza di una sala insegnanti, di una segreteria e di una vice-presidenza aggrava ulteriormente i problemi.
Il Comitato Genitori ha predisposto una petizione che è stata sottoscritta dai partecipanti tra i quali il consigliere regionale Franco Bonfante e la senatrice Mariapia Garavaglia, la quale si è sempre dimostrata molto sensibile ai problemi della scuola e degli studenti ed ha contestato i tagli indisciminati del ministro Gelmini.
Inoltre, i genitori e gli studenti non accettano il numero chiuso stabilito dall’assessore provinciale per evitare di affrontare i problemi reali dell’Istituto. Non si può utilizzare tale escamotage dall’asilo nido alle scuole superiori per il semplice fatto che le istituzioni sono incapaci di programmare e di intervenire in modo efficiente per adeguare le istituzioni scolastiche alla domanda della società civile.
Se non arrivano fatti concreti la lotta continuerà fino a quando non si vedranno risultati concreti.
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