Ricordo come fosse ieri, e son più di trent'anni, le mie prime supplenze alla scuola primaria, in un quartiere che adesso diremmo “di frontiera”: vi si erano radunate tante famiglie con i problemi più svariati, e i loro figli riflettevano nella realtà della classe situazioni a volte molto gravose, storie di disagio, difficoltà sociali.
Più o meno negli anni '80, cominciarono i primi massicci flussi migratori in zona. Le scuole, poco preparate all'evento, si attrezzavano come potevano per riuscire a rispondere alla nuova richiesta educativa. I mezzi allora erano pochi, c'era una forte sensazione di inadeguatezza, ma anche tanto entusiasmo.
Nella mia scuola decidemmo di fare dei corsi di italiano per i nuovi arrivati, e me ne occupai anche io. Ogni mattina la mia prima ora di scuola era dedicata ad un gruppetto di bambini, per lo più provenienti dal centro Africa, che un po' alla volta impararono l'italiano necessario per comunicare con i compagni e poter partecipare in modo attivo alla vita di classe. In particolare ricordo Eric e Kofi (Nato di venerdì), due fratellini vivaci come il pepe e con una voglia di imparare incontenibile. Erano bravissimi e vederli acquisire così in fretta l'italiano era una soddisfazione.
Arrivò l'ultima lezione; ero sulla porta della classe che li aspettavo e li vidi arrivare insieme. Kofi aveva un grosso sacchetto in mano, me lo porse dicendomi che lo aveva fatto sua madre per me. Sbirciai dentro: era PANE ! Lo guardai forse in modo interrogativo, perchè Eric mi spiegò: “Senza pane muori!”. Era una famiglia molto povera, e la mamma aveva fatto il pane per me, per ringraziarmi dell'aiuto dato ai figli. E' stato uno dei regali più belli che ho ricevuto in vita mia, senza dubbio uno dei più significativi.
Mi chiedo spesso, dopo tutti questi anni, che fine abbiano fatto i fratellini, se siano riusciti a trovare il loro posto nella nostra società o abbiano dovuto tornare a casa, come han fatto tanti, perchè non sono stati accolti nel nostro mondo.
Piano piano, le scuole si sono adeguate alle nuove esigenze, le insegnanti si sono aggiornate, sono nati centri di documentazione, si sono formati i mediatori; per una ventina di anni c'è stato un grande fermento di iniziative interculturali, tese ad accorciare le distanze interpersonali.
Ora questo clima è cambiato, perchè un movimento come la Lega ha fatto leva sulla profonda paura del diverso nascosta nei cuori delle persone per farsi strada politicamente, incurante dei bisogni degli immigrati e dei benefici che essi hanno portato al nostro vecchio Paese, in termini di lavoro, natalità e cultura. Sventolando pericoli più o meno reali, la Lega ha rafforzato un sentimento di razzismo a volte strisciante, a volte sbandierato (ricordiamo Rosarno, o l'operazione White Christmas; i pasti scolastici negati ai bambini che non avevano soldi per pagarli), ma sempre meschino, irrazionale e ingiustificato.
L'Italia non può chiudersi agli altri; il nostro futuro può stare solo nell'accoglienza e nella convivenza pacifica dei popoli. Per questo è importante che i bambini nati in Italia abbiano subito la cittadinanza italiana: per sentire che non si è estranei male accolti, che si è cittadini con gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri, che qui si possono affondare le proprie radici, che i propri sacrifici contribuiscono al benessere comune.
E' stato tanto grande e saggio il presidente Napolitano ad affermare questo diritto alla cittadinanza, quanto sono stati meschini coloro che gli hanno risposto in modo scomposto e razzista. La statura morale del presidente spicca sullo sfondo squallido di tante enunciazioni di principio trite, ritrite e ammuffite.
Abbiamo alla guida una persona speciale, per fortuna, che ha saputo indicarci la strada giusta come un faro in tante situazioni difficili. Seguiamo anche questa volta le sue sollecitazioni !
Mi chiedo spesso, dopo tutti questi anni, che fine abbiano fatto i fratellini, se siano riusciti a trovare il loro posto nella nostra società o abbiano dovuto tornare a casa, come han fatto tanti, perchè non sono stati accolti nel nostro mondo.
Piano piano, le scuole si sono adeguate alle nuove esigenze, le insegnanti si sono aggiornate, sono nati centri di documentazione, si sono formati i mediatori; per una ventina di anni c'è stato un grande fermento di iniziative interculturali, tese ad accorciare le distanze interpersonali.
Ora questo clima è cambiato, perchè un movimento come la Lega ha fatto leva sulla profonda paura del diverso nascosta nei cuori delle persone per farsi strada politicamente, incurante dei bisogni degli immigrati e dei benefici che essi hanno portato al nostro vecchio Paese, in termini di lavoro, natalità e cultura. Sventolando pericoli più o meno reali, la Lega ha rafforzato un sentimento di razzismo a volte strisciante, a volte sbandierato (ricordiamo Rosarno, o l'operazione White Christmas; i pasti scolastici negati ai bambini che non avevano soldi per pagarli), ma sempre meschino, irrazionale e ingiustificato.
L'Italia non può chiudersi agli altri; il nostro futuro può stare solo nell'accoglienza e nella convivenza pacifica dei popoli. Per questo è importante che i bambini nati in Italia abbiano subito la cittadinanza italiana: per sentire che non si è estranei male accolti, che si è cittadini con gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri, che qui si possono affondare le proprie radici, che i propri sacrifici contribuiscono al benessere comune.
E' stato tanto grande e saggio il presidente Napolitano ad affermare questo diritto alla cittadinanza, quanto sono stati meschini coloro che gli hanno risposto in modo scomposto e razzista. La statura morale del presidente spicca sullo sfondo squallido di tante enunciazioni di principio trite, ritrite e ammuffite.
Abbiamo alla guida una persona speciale, per fortuna, che ha saputo indicarci la strada giusta come un faro in tante situazioni difficili. Seguiamo anche questa volta le sue sollecitazioni !
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