Verona è stata scossa da alcune decisioni adottate dalle società di gestione dei servizi pubblici locali tra le quali si indicano:
- La sponsorizzazione da parte di Agsm della squadra di calcio Hellas Verona per un importo di 700 mila euro in due anni è stata duramente contestata. E’ nato persino un gruppo in Facebook “L'AGSM sponsorizza l'HELLAS? E io cambio gestore!” che contrasta tale scelta ed invita gli aderenti ad abbandonare Agsm e scegliere un’altra società;
- Le nomine effettuate nei consigli di amministrazione delle società di servizi pubblici locali ed in altri organi veronesi rispondono ai criteri dell’appartenenza politica e della fedeltà ad un partito o ad una corrente e non alle competenze possedute e maturate nelle organizzazioni. Si ricorda che il presidente di Agsm, Paolo Paternoster, è il segretario provinciale della lega e che Antonio Pastorello, presidente del Consiglio Provinciale di Verona, è stato nominato fino al 2010 nel nucleo di valutazione del Comune di Garda;
- La confusione tra management e politica non porta benefici alle aziende ed alla comunità locale. Si leggono dichiarazioni di membri dei consigli di amministrazione i cui contenuti non hanno nulla a che vedere con l’azienda che rappresentano. Tali esibizioni provano uno scarso interesse per la gestione dell’azienda ed una propensione a fare politica; - Le clientele denunciate dai consiglieri regionali Franco Bonfante e Roberto Fasoli effettuate nelle società controllate dal Comune di Verona;
- Il cumulo delle cariche, denunciate anche da esponenti del centro destra, come se non ci fossero capacità ed intelligenze a Verona da utilizzare per il miglioramento dei servizi pubblici locali;
- L’impossibilità di presentare candidature indipendenti da parte di professionisti competenti per accedere nei consigli di amministrazione;
Questi ed altri avvenimenti rappresentano gli effetti di una cattiva gestione delle nomine a Verona e di una lottizzazione del potere che non consente di valorizzare le conoscenze e le competenze presenti nella comunità. Criticare e contestare solo i singoli episodi è insufficiente e non risolve i problemi. Occorre invece cambiare il sistema delle nomine: no alla lottizzazione del potere; si a scelte responsabili di persone competenti che sappiano avviare il miglioramento della gestione dei servizi pubblici locali.
Ho intervistato su questo argomento Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, che ha affrontato il problema delle nomine per avere chiarimenti e l’indicazione di una via da percorrere a Verona.
In questo momento di grave crisi economica gli enti locali possono contribuire a migliorare le condizioni dell’economia italiana attraverso una più efficiente gestione delle società dei servizi pubblici locali?
I servizi pubblici locali rappresentano indubbiamente una risorsa fondamentale non solo per i sistemi locali ma anche per il sistema Italia. Non a caso si assiste ad una crescente considerazione del concetto di bene comune che proprio in quanto tale, dovrebbe obbligare a gestioni efficaci ed efficienti, capaci di valorizzare ciò che appartiene alla comunità. Non sempre, come vorrebbe qualcuno sia a destra che a sinistra, questo coincide con una gestione solo e totalmente pubblica del bene in questione.
La lottizzazione del potere poggia sull’appartenenza politica e sulla fedeltà. Nel caso delle nomine nelle società dei servizi pubblici locali è uno strumento di giusto riconoscimento del consenso dei partiti o provoca danni alla finanza locale ed alla qualità della vita delle comunità locali?
Indubbiamente centrale e' il tema della qualità delle persone che gli azionisti pubblici chiamano a compiti di gestione. Il vero danno apportato dalla lottizzazione fra i partiti deriva dal fatto che, a quel punto, i nominati, qualunque sia la loro qualità professionale, tendono a rispondere prevalentemente al partito da cui dipende la loro nomina piuttosto che all'ente azionista della società. Ed e' ovvio che non e' affatto scontato che vi sia coincidenza fra gli obiettivi dei partiti e quelle degli enti azionisti, in quanto i primi mirano ovviamente prima di tutto al consenso mentre i secondi dovrebbero puntare alla efficienza ed efficacia dell' azione aziendale. Nella mia decennale esperienza di sindaco ho cercato di trovare una via mediana fra le due esigenze definendo le nomine degli amministratori delegati o dei presidenti con deleghe gestionali al di fuori di qualunque negoziazione con i partiti della maggioranza, discutendo invece con i medesimi ed anche con l'opposizione le nomine per i Consigli di amministrazione sempre sulla base di rose di nomi al cui interno il sindaco si riservava la decisione finale. Complessivamente, anche se non tutto e' andato come avrei voluto credo che abbia funzionato .
Quali requisiti le persone nominate nelle società controllate dagli enti locali dovrebbero possedere al fine di eliminare gli sprechi e le spese improduttive e migliorare la performance dei servizi?
Non credo esistano requisiti specifici. Nella mia esperienza ho cercato di utilizzare persone che avessero o avessero avuto esperienze manageriali o comunque di gestione di strutture complesse.
I partiti di opposizione nel Comune e nella Provincia di Verona dovrebbero rendersi promotori di una proposta che elimini la lottizzazione del potere e preveda la nomina di persone competenti e capaci di migliorare la performance dei servizi pubblici locali. Non basta contestare e rimanere fermi occorre una proposta chiara ed organica anche se le nomine con l’attuale normativa spettano al Sindaco ed al Presidente della Provincia.
- Il cumulo delle cariche, denunciate anche da esponenti del centro destra, come se non ci fossero capacità ed intelligenze a Verona da utilizzare per il miglioramento dei servizi pubblici locali;
- L’impossibilità di presentare candidature indipendenti da parte di professionisti competenti per accedere nei consigli di amministrazione;
Questi ed altri avvenimenti rappresentano gli effetti di una cattiva gestione delle nomine a Verona e di una lottizzazione del potere che non consente di valorizzare le conoscenze e le competenze presenti nella comunità. Criticare e contestare solo i singoli episodi è insufficiente e non risolve i problemi. Occorre invece cambiare il sistema delle nomine: no alla lottizzazione del potere; si a scelte responsabili di persone competenti che sappiano avviare il miglioramento della gestione dei servizi pubblici locali.
Ho intervistato su questo argomento Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, che ha affrontato il problema delle nomine per avere chiarimenti e l’indicazione di una via da percorrere a Verona.
In questo momento di grave crisi economica gli enti locali possono contribuire a migliorare le condizioni dell’economia italiana attraverso una più efficiente gestione delle società dei servizi pubblici locali?
I servizi pubblici locali rappresentano indubbiamente una risorsa fondamentale non solo per i sistemi locali ma anche per il sistema Italia. Non a caso si assiste ad una crescente considerazione del concetto di bene comune che proprio in quanto tale, dovrebbe obbligare a gestioni efficaci ed efficienti, capaci di valorizzare ciò che appartiene alla comunità. Non sempre, come vorrebbe qualcuno sia a destra che a sinistra, questo coincide con una gestione solo e totalmente pubblica del bene in questione.
La lottizzazione del potere poggia sull’appartenenza politica e sulla fedeltà. Nel caso delle nomine nelle società dei servizi pubblici locali è uno strumento di giusto riconoscimento del consenso dei partiti o provoca danni alla finanza locale ed alla qualità della vita delle comunità locali?
Indubbiamente centrale e' il tema della qualità delle persone che gli azionisti pubblici chiamano a compiti di gestione. Il vero danno apportato dalla lottizzazione fra i partiti deriva dal fatto che, a quel punto, i nominati, qualunque sia la loro qualità professionale, tendono a rispondere prevalentemente al partito da cui dipende la loro nomina piuttosto che all'ente azionista della società. Ed e' ovvio che non e' affatto scontato che vi sia coincidenza fra gli obiettivi dei partiti e quelle degli enti azionisti, in quanto i primi mirano ovviamente prima di tutto al consenso mentre i secondi dovrebbero puntare alla efficienza ed efficacia dell' azione aziendale. Nella mia decennale esperienza di sindaco ho cercato di trovare una via mediana fra le due esigenze definendo le nomine degli amministratori delegati o dei presidenti con deleghe gestionali al di fuori di qualunque negoziazione con i partiti della maggioranza, discutendo invece con i medesimi ed anche con l'opposizione le nomine per i Consigli di amministrazione sempre sulla base di rose di nomi al cui interno il sindaco si riservava la decisione finale. Complessivamente, anche se non tutto e' andato come avrei voluto credo che abbia funzionato .
Quali requisiti le persone nominate nelle società controllate dagli enti locali dovrebbero possedere al fine di eliminare gli sprechi e le spese improduttive e migliorare la performance dei servizi?
Non credo esistano requisiti specifici. Nella mia esperienza ho cercato di utilizzare persone che avessero o avessero avuto esperienze manageriali o comunque di gestione di strutture complesse.
I partiti di opposizione nel Comune e nella Provincia di Verona dovrebbero rendersi promotori di una proposta che elimini la lottizzazione del potere e preveda la nomina di persone competenti e capaci di migliorare la performance dei servizi pubblici locali. Non basta contestare e rimanere fermi occorre una proposta chiara ed organica anche se le nomine con l’attuale normativa spettano al Sindaco ed al Presidente della Provincia.
Nessun commento:
Posta un commento