Alla festa democratica di Quinzano (VR) si è svolto un dibattito sul tema: Il ruolo della donna nel rapporto fra politica, movimenti e associazionismo. Sono intervenute: la senatrice del PD Mariapia Garavaglia e le deputate del PD Marina Sereni e Federica Mogherini. Silvia Allegri, consigliere provinciale di Verona, ha introdotto i lavori con una relazione interessante che ha ripercorso le tappe dell’impegno delle donne nel 2011 e coordinato l’incontro.
L’obiettivo del dibattito era quello di riflettere su come il partito possa valorizzare l’entusiasmo e la voglia di agire delle donne, e trasformarli in un progetto concreto e realizzabile.
E’ stato naturale ripercorrere quanto è accaduto in Italia lo scorso inverno e la scorsa primavera. In questi mesi le donne sono state protagoniste come non avveniva da decenni della vita sociale del nostro Paese. Il Comitato promotore Se non ora quando? ha coordinato le forze e l’entusiasmo di migliaia di donne, che il 13 febbraio sono scese in piazza insieme con la voglia di raccontarsi e protestare contro l’uso improprio e offensivo della donna e del corpo femminile nella politica e nei mass media. Ma anche altri dati parlano chiaro: la crisi economica ha peggiorato le condizioni delle donne in genere e delle lavoratrici in particolare. Le donne in Italia guadagnano meno dei loro colleghi maschi, a parità di mansioni. Le laureate sono il 60% del totale degli studenti universitari, eppure la disoccupazione e il precariato femminile toccano picchi mai raggiunti prima. La disoccupazione femminile incide terribilmente in Italia, trascinando il nostro paese agli ultimi posti delle classifiche internazionali Dopo la nascita del primo figlio il 27% delle donne abbandona il lavoro. In Germania Angela Merkel ha triplicato gli asili nido, la Germania è un paese in crescita. In Italia invece le donne rappresentano ancora il salario di riserva e la manovra economica di recente approvazione è misogina, perché taglia i servizi, e senza servizi sociali un paese non può crescere. Infatti, dove ci sono carenze nell’assistenza agli anziani, nei servizi della prima infanzia, nell’assistenza ai disabili, significa che le donne devono sopperire a queste mancanze.
In questo senso le donne hanno una responsabilità straordinaria: salvare il paese dal degrado e cambiarne le sorti.
Un passo politico importantissimo, che ha fatto emergere la ricchezza e la varietà di risorse nel nostro paese, è stato l’incontro del comitato Se non ora quando?, a Siena lo scorso 9 e 10 luglio: la continuazione organizzata di un movimento spontaneo: con la partecipazione di centinaia e centinaia di donne.
Un altro grande problema è la diffidenza delle donne e degli uomini nei confronti della politica e dei partiti. Come ha detto Marina Sereni, superare la diffidenza è indispensabile per ottenere buoni risultati. La politica deve prendere esempio da quanto è successo il 13 febbraio, e deve imparare ad usare i mezzi di comunicazione che la società moderna offre. Pensiamo ai referendum della scorsa primavera: i Comitati del SI – perché dai comitati e dalle associazioni è venuto il principale impulso all’informazione sulle ragioni di quel voto – hanno lavorato soprattutto sul territorio, con gli strumenti nuovi che oggi, in modo autonomo dagli apparati politici, il territorio fornisce: il “porta a porta” ed i banchetti, ma anche Facebook, i blog e la posta elettronica. Strumenti che la politica deve imparare ad usare per essere più efficace.
I comitati e l’associazionismo acquistano un peso sempre maggiore. E sono vissuti come un’alternativa alla politica, l’unica possibile per chi dalla politica è deluso e disgustato. Specialmente le donne più giovani si avvicinano alla politica in modo indiretto e con sospetto, e si mobilitano più volentieri per il sostegno di determinate cause, invece di partecipare in maniera attiva militando all’interno di un partito. E’ più semplice far parte di un comitato che di un partito. In un comitato c’è una maggiore libertà di espressione e un minore impegno quotidiano, probabilmente.
Durante il dibattito sono emersi spunti interessanti. Le relatrici hanno portato la loro personale esperienza a testimonianza del difficile cammino che devono compiere le donne per vedere riconosciute le loro qualità e competenze negli ambienti della politica. Federica Mogherini ha però sottolineato anche i cambiamenti positivi che stanno avvenendo nella nostra società: voglia di partecipare, coraggio nel manifestare la volontà di lottare per i diritti delle donne, sensibilità crescente da parte degli uomini e dei giovani nei confronti del divario di genere.
In conclusione della serata si è parlato anche delle prossime elezioni amministrative a Verona: l’arma vincente, su cui si dovrà insistere, come ha sottolineato energicamente Mariapia Garavaglia, sarà l’ascolto delle esigenze e delle problematiche sottolineate dai cittadini, con l’obiettivo di trasformare la città in una comunità di persone attente alle nuove criticità della vita sociale, e desiderose di entrare in comunicazione tra di loro, abbattendo pregiudizi e paure.
Un passo politico importantissimo, che ha fatto emergere la ricchezza e la varietà di risorse nel nostro paese, è stato l’incontro del comitato Se non ora quando?, a Siena lo scorso 9 e 10 luglio: la continuazione organizzata di un movimento spontaneo: con la partecipazione di centinaia e centinaia di donne.
Un altro grande problema è la diffidenza delle donne e degli uomini nei confronti della politica e dei partiti. Come ha detto Marina Sereni, superare la diffidenza è indispensabile per ottenere buoni risultati. La politica deve prendere esempio da quanto è successo il 13 febbraio, e deve imparare ad usare i mezzi di comunicazione che la società moderna offre. Pensiamo ai referendum della scorsa primavera: i Comitati del SI – perché dai comitati e dalle associazioni è venuto il principale impulso all’informazione sulle ragioni di quel voto – hanno lavorato soprattutto sul territorio, con gli strumenti nuovi che oggi, in modo autonomo dagli apparati politici, il territorio fornisce: il “porta a porta” ed i banchetti, ma anche Facebook, i blog e la posta elettronica. Strumenti che la politica deve imparare ad usare per essere più efficace.
I comitati e l’associazionismo acquistano un peso sempre maggiore. E sono vissuti come un’alternativa alla politica, l’unica possibile per chi dalla politica è deluso e disgustato. Specialmente le donne più giovani si avvicinano alla politica in modo indiretto e con sospetto, e si mobilitano più volentieri per il sostegno di determinate cause, invece di partecipare in maniera attiva militando all’interno di un partito. E’ più semplice far parte di un comitato che di un partito. In un comitato c’è una maggiore libertà di espressione e un minore impegno quotidiano, probabilmente.
Durante il dibattito sono emersi spunti interessanti. Le relatrici hanno portato la loro personale esperienza a testimonianza del difficile cammino che devono compiere le donne per vedere riconosciute le loro qualità e competenze negli ambienti della politica. Federica Mogherini ha però sottolineato anche i cambiamenti positivi che stanno avvenendo nella nostra società: voglia di partecipare, coraggio nel manifestare la volontà di lottare per i diritti delle donne, sensibilità crescente da parte degli uomini e dei giovani nei confronti del divario di genere.
In conclusione della serata si è parlato anche delle prossime elezioni amministrative a Verona: l’arma vincente, su cui si dovrà insistere, come ha sottolineato energicamente Mariapia Garavaglia, sarà l’ascolto delle esigenze e delle problematiche sottolineate dai cittadini, con l’obiettivo di trasformare la città in una comunità di persone attente alle nuove criticità della vita sociale, e desiderose di entrare in comunicazione tra di loro, abbattendo pregiudizi e paure.
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