domenica 21 agosto 2011

Quali tagli per la casta!

Articolo di Emanuele Costa pubblicato su http://www.ilfuturista.it/
Dopo aver cavalcato per anni, al grido di “meno tasse per tutti”, l’idea di non mettere le mani in tasca degli italiani, il premier ha preferito, per non correre il rischio di trovarle vuote, evitare sorprese e andare a colpo sicuro: il prelievo forzoso entrerà direttamente nei portafogli! Da qui il dispiacere per essersi reso reo di aver commesso un atto impuro, tanto da indurlo a versare lacrime di coccodrillo e sangue di rapa per colpa di una manovra che ha tutta l’aria di configurarsi come una sanguisuga per i redditi già tartassati del suo popolo.
Questa volta, però, a pagare saranno tutti, politici compresi. D’altronde, dopo aver buttato alle ortiche due anni di legislatura, pensando solo al divertimento e all’orticello di casa propria, era il minimo che a pungersi fossero anche i cortigiani del palazzo, che hanno saccheggiato il paese in tutti questi anni. È stato il malcontento generale, forzatamente sottovalutato in passato, a spingere il governo a tagliare i cosiddetti “costi della politica”, in modo da esaudire quel desiderio, perpetuamente disatteso, che anche la Casta dovrà contribuire ai sacrifici, donando volontariamente un po’ del suo prezioso liquido ematico.
I meno accorti hanno tirato un sospiro di sollievo, arrivando ad esclamare a gran voce: «Era ora!». Ma la nebbia che ha avvolto l’annuncio gridato ai quattro venti ben presto si è diradato, mettendo a nudo lo scheletro di una sterile propaganda retorica. Infatti, mentre il sacrificio richiesto al popolo sarà immediato sotto forma di prelievo fiscale, costringendolo a rivedere le proprie spese per effetto di un minor reddito disponibile, quello alla Casta sarà futuro, ossia le spese dovranno essere riorganizzate, ma a portafoglio invariato!
In primo luogo, un disagio cui andranno incontro gli Eletti è quello di non poter più viaggiare in business class sugli aerei, dovendosi così equiparare ai comuni mortali che abitualmente viaggiano in classe economica. Tuttavia, questa decisione equivale più alla perdita di un privilegio, piuttosto che a una sofferenza. Indagando a fondo il problema, una domanda sorge spontanea: non è forse vero che in tutti i voli nazionali esiste solo la classe economica? Se così fosse, in cosa consiste il sacrificio che andrà a colpire i parlamentari?
In secundis, un altro intervento che inciderà sui costi della politica è quello relativo al binomio della cancellazione di alcune province e all’accorpamento di alcuni comuni, secondo un criterio demografico. Anche in questo caso, il risparmio sui costi non sarà immediato, ma rinviato a data da destinarsi. In altre parole, occorrerà attendere la scadenza delle legislature locali in corso ed il parametro demografico da prendere in considerazione sarà quello che scaturirà dal prossimo censimento generale sulla popolazione. Quindi, non prima del mese di aprile 2012!
Nello specifico, per i comuni, il taglio dei costi si tradurrà nell’eliminazione degli stipendi/gettoni di coloro che compongono la giunta e il consiglio comunale. Come già anticipato, non si tratta di una minore spesa attuale, ma futura, perché la si potrà realizzare quando gli enti interessati decideranno di procedere all’unione con quelli confinanti. Unione di comuni che, peraltro, era già stata prevista, senza successo, dall’articolo 26 della legge n° 142/1990 sull’ordinamento delle autonomie locali.
Inoltre, l’unione dei comuni con una popolazione inferiore ai mille abitanti non farà emergere una consistente riduzione di spesa in quanto se da un lato il numero dei politici che perderanno la poltrona è numericamente ridotto al lumicino, dall’altro potrà verificarsi un loro aumento in quelli in cui confluiranno territorio e abitanti. Quindi, a quanto ammonterà il taglio dei costi della politica generato da queste privazioni che investiranno la Casta? Difficile quantificarlo, ma sicuramente insignificante!
Infine, l’unica potenziale certezza è che questa operazione, unitamente a quella della riduzione del numero di province, creerà una situazione nella quale alcuni politici rischieranno di conoscere per la prima volta il significato dello status di disoccupato, imparando sulla loro pelle cosa significa guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte e l’olio di gomito. Ma anche questa prospettiva rischia di tradursi in una pia illusione. Infatti, l’abolizione dei doppi incarichi servirà a liberare delle poltrone sulle quali saranno paracadutati quei soggetti che hanno perso il “posto di lavoro” per effetto della riforma che con la recente manovra interesserà i micro comuni e alcune province.
Quindi, calcolatrice alla mano, il governo chi ha intenzione di prendere in giro?

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