Credo che D'Arienzo e Lonardi siano due ottimi candidati a segretario provinciale, come persone innanzitutto, oneste e trasparenti, e poi come politici, seri e coerenti. Io appoggio con convinzione D'Arienzo perché ritengo che oggi il nostro partito abbia bisogno anche di competenza, determinazione, coraggio ed idee chiare. Vincenzo D'Arienzo ha dimostrato di avere queste caratteristiche negli anni in cui è stato Consigliere provinciale ed ora anche capogruppo. Chiunque abbia avuto la possibilità di seguirne l'attività amministrativa sa che spesso l'opposizione in Provincia è stata rappresentata in particolare da lui. Ha lavorato molto e bene, è stimato e rispettato non solo dai nostri militanti ed elettori, ma anche dai nostri avversari, che ne temono la capacità di approfondimento, la competenza e l'assenza di calcoli o timori che, a volte, limitano l'azione dei nostri rappresentanti. C’è poi il programma di Enzo da confrontare con quello di Lonardi: in quello di Vincenzo non ci sono i soliti discorsi che ci trovano tutti d'accordo (i giovani e gli anziani e le donne, l'organizzazione, il riformismo, l'alternativa . . . .), ma invece cose dette con nettezza: le primarie per i parlamentari, le nomine trasparenti negli Enti, la necessità di DECIDERE, e così via: non è tempo questo di sfumature, del dire tutto e il suo contrario, per accontentare tanti e poi rimanere bloccati.
E veniamo alla ricerca dell'unità del partito: penso che in questo periodo sarebbe stato meglio arrivare al congresso con un solo candidato, di tutto il partito, per concentrare le nostre energie nel confronto esterno, che nel Veneto e a Verona come è noto ci vede in difficoltà. Il segretario uscente Giandomenico Allegri, oggetto di ripetute e ingiuste critiche che hanno fatto male non certo a lui ma all'immagine del partito, ha dimostrato cosa vuol dire voler bene e credere al PD: ha rinunciato alla ricandidatura pur di favorire un percorso che portasse ad una maggiore unità: tutte le sue proposte (4 nomi) sono state bocciate: dal giovane all'esperto, dall'ex ds all'ex margherita al senza ex; era evidente che aldilà delle dichiarazioni alla stampa non c'era alcuna volontà di accordo unitario, poiché c'era già invece uno scambio: il segretario provinciale ad uno di un'area, il segretario del cittadino ad uno di altra area: niente di scandaloso, basta saperlo, evitando di prende in giro gli iscritti, parlando di unità e agendo esattamente al contrario.
Franco Bonfante, vice presidente del Consiglio regionale Veneto
Franco Bonfante, vice presidente del Consiglio regionale Veneto
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