Articolo di Laura Lorenzini pubblicato su DNEWS del 26 aprile 2010
L’articolo di Laura Lorenzini descrive il confronto che si è avviato nel Partito Democratico di Verona sul problema delle nomine nelle società partecipate del Comune.
Una precisazione: il primo documento è stato redatto dagli iscritti al circolo PD Ottava Circoscrizione ed il secondo da un gruppo di persone iscritte al Partito Democratico che hanno espresso la medesima sensibilità rispetto ai criteri da seguire per le nomine negli enti. Niente di più e niente di meno.
Si riporta integralmente l’articolo.
“Ve ro n a
Cambiare criteri di scelta. E dunque stop a logiche correntizie e largo a competenza, titoli e professionalità. Sui cda in scadenza delle società partecipate non è solo il centrodestra ad essere messo sotto torchio per le nomine dei nuovi consiglieri e presidenti. Anche nel Pd parte la discussione per scegliere chi dovrà rappresentare la minoranza nei tavoli in cui si compiono scelte cruciali per i cittadini. E qualcuno auspica che il tema venga trattato presto in direzione provinciale, insieme a nodi di prim'ordine come il congresso provinciale previsto in maggio legato al rinnovo delle cariche. Due in sostanza, le linee in campo. Quella di chi propone di mantenere gli attuali esponenti fino alla scadenza del mandato Tosi, nella logica di una continuità e di un bagaglio di nozioni già acquisito. E quella di chi vuole cambiare rotta lanciando in campo persone dotate di chiare capacità e competenze. Vanno in questa direzione due lettere indirizzate al segretario provinciale del Pd Giandomenico Allegri:
una dal circolo di partito dell'ottava circoscrizione, l'altra da un gruppo che viene collocato nel solco di Ignazio Marino (l'ala innovatrice), firmata da giovani come Michele Fiorillo e Damiano Fermo e da Maurizio Carbognin, Antonino Leone, Francesco Magagnino,
Chiara Chiappa e Carmelo Furnari. «A breve, il partito sarà chiamato a rinnovare i suoi rappresentanti nei cda –s c r i vo n o - . E il Pd dovrebbe assumere una posizione netta. Riteniamo indispensabile affiancare ai discorsi sulla meritocrazia e al rifiuto del manuale Cencelli una pratica corretta ed effettiva, individuando le persone in base alla loro competenza. Bisogna evitare che la questione divenga per il Pd un grande mercato, in cui le nomine si trasformino in moneta di scambio per addomesticare le sorti del congresso provinciale».
Quattro le proposte come possibili sistemi selettivi. La prima è l'istituzione da parte della segreteria provinciale di una commissione tecnica, che raccolga in due settimane le candidature in base a meriti e competenze. La seconda è l'introduzione di un principio che preveda l'esclusione per un anno da cariche pubbliche elettive per coloro che accettano una nomina. Si chiede infine che tutto il processo sia pubblico e trasparente e che chi sia nominato dia puntuale rendiconto”.
Cambiare criteri di scelta. E dunque stop a logiche correntizie e largo a competenza, titoli e professionalità. Sui cda in scadenza delle società partecipate non è solo il centrodestra ad essere messo sotto torchio per le nomine dei nuovi consiglieri e presidenti. Anche nel Pd parte la discussione per scegliere chi dovrà rappresentare la minoranza nei tavoli in cui si compiono scelte cruciali per i cittadini. E qualcuno auspica che il tema venga trattato presto in direzione provinciale, insieme a nodi di prim'ordine come il congresso provinciale previsto in maggio legato al rinnovo delle cariche. Due in sostanza, le linee in campo. Quella di chi propone di mantenere gli attuali esponenti fino alla scadenza del mandato Tosi, nella logica di una continuità e di un bagaglio di nozioni già acquisito. E quella di chi vuole cambiare rotta lanciando in campo persone dotate di chiare capacità e competenze. Vanno in questa direzione due lettere indirizzate al segretario provinciale del Pd Giandomenico Allegri:
una dal circolo di partito dell'ottava circoscrizione, l'altra da un gruppo che viene collocato nel solco di Ignazio Marino (l'ala innovatrice), firmata da giovani come Michele Fiorillo e Damiano Fermo e da Maurizio Carbognin, Antonino Leone, Francesco Magagnino,
Chiara Chiappa e Carmelo Furnari. «A breve, il partito sarà chiamato a rinnovare i suoi rappresentanti nei cda –s c r i vo n o - . E il Pd dovrebbe assumere una posizione netta. Riteniamo indispensabile affiancare ai discorsi sulla meritocrazia e al rifiuto del manuale Cencelli una pratica corretta ed effettiva, individuando le persone in base alla loro competenza. Bisogna evitare che la questione divenga per il Pd un grande mercato, in cui le nomine si trasformino in moneta di scambio per addomesticare le sorti del congresso provinciale».
Quattro le proposte come possibili sistemi selettivi. La prima è l'istituzione da parte della segreteria provinciale di una commissione tecnica, che raccolga in due settimane le candidature in base a meriti e competenze. La seconda è l'introduzione di un principio che preveda l'esclusione per un anno da cariche pubbliche elettive per coloro che accettano una nomina. Si chiede infine che tutto il processo sia pubblico e trasparente e che chi sia nominato dia puntuale rendiconto”.
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