Articolo di Laura Lorenzini pubblicato su DNEWS del 27 aprile 2010.
Il segretario provinciale replica alle lettere con cui l’ala vicino a Marino chiede nomine legate alle capacità professionali e non a principi di interesse politico
Il segretario provinciale replica alle lettere con cui l’ala vicino a Marino chiede nomine legate alle capacità professionali e non a principi di interesse politico
Ve ro n a
«Logiche correntizie? Credo che il Pd non le abbia mai utilizzate nella scelta dei componenti del cda. I criteri di selezione sono sempre stati improntati alla qualità e alla competenza, anche nell'ultima tornata».
Giandomenico Allegri,segretario provinciale del Pd, ritiene che il partito non abbia nulla da rimproverarsi sotto il profilo della meritocrazia in fatto di nomine. E quindi condivide solo in parte il contenuto dei due documenti sottoscritti dall'ottavo circolo del Pd e da un gruppo nato sotto l'ala innovatrice di Ignazio Marino, che esortano i vertici provinciali ad evitare logiche di scambio nelle scelte future sui membri cda delle società partecipate. Allegri precisa innanzitutto che non è lui l'interlocutore più adatto a esprimersi sulla questione, perché in base allo statuto non è la direzione provinciale del partito ad avere la competenza sulle nomine: “Il regolamento dice che sono i gruppi consiliari a decidere le persone che andranno a sedere nei Consigli di amministrazione di Amia, Amt, Agsm e Agec. Certo,la scelta va fatta in accordo con il partito, ma in piena autonomia. Direi che questo sistema mi piace di più di quello suggerito, secondo il quale dovrebbe essere la segreteria a istituire una commissione selettiva. Questo sì mi sembrerebbe un ritorno al vecchio centralismo partitocratico”. Allegri esclude protezioni o nomi calati dall'alto dall'una o l'altra corrente interna: “Che i singoli possano avere dei rappresentanti di riferimento credo sia normale. Ma di qui a parlare di manuale Cencelli ne passa”.I componenti di minoranza dei cda condividono in pieno i criteri di trasparenza e meritocrazia, ma non accettano mitragliate nel mucchio: “Non credo che basti il bagaglio tecnico –dice ElisaLa Paglia, nel cda diAmia -.Servono persone motivate a lavorare per il bene dei cittadini. E bisogna dar loro fiducia,sotto esame. Semmai servirebbe più condivisione con i vertici del partito”.D'accordo Marco Burato,cda Agsm: “Finiamola dispararci addosso. Da parte nostra c'è lamassima disponibilità e trasparenza”. Lorenzo Dalai, Amt, crede che rivoluzionare i nomi nei cda, in questo momento, sarebbe un errore: “Il Pd, continuando a disfare, si sta sotterrando da solo. Servono anni per capire i meccanismi di una società partecipata”.
La proposta on line
Più di cento adesioni al documento che detta nuove regole per la scelta dei membri nei cda. La proposta on line, lanciata dal gruppo di esponenti del Pd, sta suscitando interesse anche fuori dalle mura veronesi. Tra le 115 sottoscrizioni ci sono anche quelle del senatore Pietro Ichino e del deputato Federico Testa. E in province vicine, come Venezia, c'è chi vuole riproporlo pari pari alle proprie direzioni di partito. Su Facebook è stato lanciato anche il gruppo Enti trasparenti.
La proposta on line
Più di cento adesioni al documento che detta nuove regole per la scelta dei membri nei cda. La proposta on line, lanciata dal gruppo di esponenti del Pd, sta suscitando interesse anche fuori dalle mura veronesi. Tra le 115 sottoscrizioni ci sono anche quelle del senatore Pietro Ichino e del deputato Federico Testa. E in province vicine, come Venezia, c'è chi vuole riproporlo pari pari alle proprie direzioni di partito. Su Facebook è stato lanciato anche il gruppo Enti trasparenti.
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