Parte il progetto della Cassa Depositi e Prestiti ispirato ad una proposta del senatore Pietro Ichino presentata con una interrogazione del 18 maggio 2011 ai ministri dell’Economia e dell’Istruzione. Vedi il confronto tra Andrea Ichino e Roberto Ceccarelli.
Articolo di Alessandra Puato, pubblicato sul Corriere Economia il 17 ottobre 2011
Si chiama Fondazione per il merito, ne fanno parte gli imprenditori, finanzia gli studenti migliori attraverso le banche e le Poste. È l’ultima iniziativa pubblico-privata della Cassa depositi e prestiti. Un sostegno alle famiglie per pagare la scuola ai figli, ma anche il supporto finanziario di un possibile, futuro aumento delle tasse universitarie per contribuire alla riduzione del debito pubblico, in linea con la proposta del giurista Pietro Ichino, senatore del Pd.
La Fondazione dovrebbe partire entro due-tre settimane ed entro questo periodo dovrebbe essere scelto il suo presidente. Nel giugno 2012 ci sarà il test nazionale di selezione degli studenti, fra chi avrà passato la maturità con voto superiore a 80 su 100. E i primi prestiti dovrebbero essere erogati dall’ottobre successivo. Sono previste anche borse di studio per gli studenti eccellenti.
A regime, si parla di 100 milioni in dotazione alla Fondazione, per erogare prestiti e borse di studio lunghi, fino a 25 anni, di circa 10 mila euro l’ anno, per favorire la mobilità degli studenti verso le università migliori (per ogni prestito da 10 mila euro, la Fondazione accantonerà mille euro). La novità rispetto a iniziative analoghe bancarie (finora mai decollate) è la rata di rimborso: calcolata in proporzione al reddito dello studente, che inizierà a restituire il denaro avuto in prestito quando lavora. E se il lavoro non lo trova? Non restituisce il denaro.
Il modello è la riforma Blair. In Gran Bretagna, dove le tasse universitarie sono state liberalizzate (per un tetto di 9 mila euro all’ anno), il supporto massimo a ogni studente meritevole è di 11.500 sterline, spiega il documento del ministero del Tesoro che illustra l’ iniziativa. Il tasso base è pari all’ inflazione e il rimborso è un prelievo fiscale del 9% sul reddito che eccede le 21 mila sterline. «Ogni porzione di debito non rimborsata entro 30 anni» viene cancellata: «Write off».
In Italia, il meccanismo è il seguente. Gli imprenditori mettono soldi nella Fondazione, che usa questo patrimonio a garanzia dei prestiti. A fornire la provvista finanziaria, il flusso di denaro, è invece la Cassa depositi e prestiti, guidata da Giovanni Gorno Tempini e presieduta da Franco Bassanini. Il rischio di fallimento, quindi, non è in capo allo Stato né alle banche, ma alla Fondazione per il merito. Che è pubblico-privata e può accogliere le fondazioni bancarie.
L’operazione è nata qualche mese fa e ora si sta concretizzando: la stanno studiando Andrea Montanino, dirigente generale al Tesoro e vicepresidente della Banca del Mezzogiorno (controllata dalle Poste), e Giovanni Biondi, capo dipartimento al ministero dell’ Istruzione. La Fondazione per il merito è infatti prevista dal Decreto sviluppo, varato in maggio, e l’ iniziativa è stata presentata il 26 luglio, a porte chiuse, agli imprenditori: nomi come Merloni, Rocca e Moretti Polegato, oltre a Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, e diversi rettori.
Ma perché gli industriali dovrebbero versare denaro a questa Fondazione? Per tre motivi, ritengono i promotori: la deducibilità fiscale (non ci pagano le tasse); il marketing (il loro nome circola); e la riduzione dei costi di reclutamento (avranno accesso preferenziale agli studenti migliori). Di certo c’è che il prestito d’onore «misto» è un altro passo verso l’economia privata per la Cdp, impegnata in questi giorni anche sulla banda larga dopo l’investimento del suo fondo F2i in Metroweb. Presidente designato, Bassanini.
Il modello è la riforma Blair. In Gran Bretagna, dove le tasse universitarie sono state liberalizzate (per un tetto di 9 mila euro all’ anno), il supporto massimo a ogni studente meritevole è di 11.500 sterline, spiega il documento del ministero del Tesoro che illustra l’ iniziativa. Il tasso base è pari all’ inflazione e il rimborso è un prelievo fiscale del 9% sul reddito che eccede le 21 mila sterline. «Ogni porzione di debito non rimborsata entro 30 anni» viene cancellata: «Write off».
In Italia, il meccanismo è il seguente. Gli imprenditori mettono soldi nella Fondazione, che usa questo patrimonio a garanzia dei prestiti. A fornire la provvista finanziaria, il flusso di denaro, è invece la Cassa depositi e prestiti, guidata da Giovanni Gorno Tempini e presieduta da Franco Bassanini. Il rischio di fallimento, quindi, non è in capo allo Stato né alle banche, ma alla Fondazione per il merito. Che è pubblico-privata e può accogliere le fondazioni bancarie.
L’operazione è nata qualche mese fa e ora si sta concretizzando: la stanno studiando Andrea Montanino, dirigente generale al Tesoro e vicepresidente della Banca del Mezzogiorno (controllata dalle Poste), e Giovanni Biondi, capo dipartimento al ministero dell’ Istruzione. La Fondazione per il merito è infatti prevista dal Decreto sviluppo, varato in maggio, e l’ iniziativa è stata presentata il 26 luglio, a porte chiuse, agli imprenditori: nomi come Merloni, Rocca e Moretti Polegato, oltre a Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, e diversi rettori.
Ma perché gli industriali dovrebbero versare denaro a questa Fondazione? Per tre motivi, ritengono i promotori: la deducibilità fiscale (non ci pagano le tasse); il marketing (il loro nome circola); e la riduzione dei costi di reclutamento (avranno accesso preferenziale agli studenti migliori). Di certo c’è che il prestito d’onore «misto» è un altro passo verso l’economia privata per la Cdp, impegnata in questi giorni anche sulla banda larga dopo l’investimento del suo fondo F2i in Metroweb. Presidente designato, Bassanini.
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