sabato 25 dicembre 2010

Renato Brunetta, replica parziale a Pietro Ichino

Il ministro Renato Brunetta risponde in modo parziale all’interrogazione presentata dal senatore del PD Pietro Ichino relativa al conferimento di un incarico di consulenza a Michel Martone, figlio del presidente della CIVIT.
Replica del senatore Pietro Ichino al ministro
La contestazione rivolta al ministro della Funzione pubblica con la mia interrogazione non era di “clientelismo”, ma - lo ripeto una terza volta - di:
A - grave inopportunità della stipulazione di un contratto di consulenza con un parente stretto del presidente di una autorità indipendente preposta al controllo sul dicastero stesso di cui il ministro è il capo;
B - grave inopportunità dello stanziamento di 40.000 euro per una consulenza “su di un tema di nessuna urgenza e di poco apprezzabile rilievo, quale quello dei problemi giuridici della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di Paesi terzi“.
Sul primo punto il ministro risponde che il rapporto di consulenza ha avuto inizio qualche mese prima dell’inse3diamento del presidente della Civit. Ora, è presumibile che, se questa nomina è avvenuta nell’autunno 2009, nel settembre immediatamente precedente essa fosse stata già decisa. In ogni caso, l’interrogazione non si riferisce al primo contratto di consulenza (quello relativo al trimestre ottobre-dicembre 2009), bensì al secondo contratto, che ha avuto inizio a gennaio 2010, quando il padre di Michel Martone era già insediato come presidente di Civit. Non si trattava affatto di sciogliere un rapporto in corso, bensì di non stipulare un contratto nuovo, per l’evidente inopportunità di tale stipulazione ulteriore. Su questo punto la risposta del ministro elegantemente glissa.
Quanto al secondo punto, nella sua risposta il ministro sembra ignorare del tutto l’oggetto preciso e ben delimitato della consulenza, che era stato indicato nel contratto con Michel Martone e pubblicato nel sito del dicastero: “problemi giuridici della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di Paesi terzi“. Ci informa, invece, che si è trattato di tutt’altro: un rapporto di consulenza a carattere continuativo, non riferito a un tema specifico, bensì genericamente a tutta l’attività corrente dell’amministrazione (ivi compresa la partecipazione a un convegno a Shangai, che però non riguardava affatto i “problemi della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche” cinesi). Il ministro, in questo modo, confessa quanto già avevamo appreso dalla risposta personale di Michel Martone, cioè che presso il suo dicastero la trasparenza non è tenuta in alcun conto: si stipulano contratti con un oggetto - pubblicato come tale on line -, mentre l’oggetto è in realtà tutt’altro. Nella serena certezza che l’Autorità per la Trasparenza delle Amministrazioni pubbliche non avrà alcunché da eccepire, poiché il suo presidente è padre del consulente. Complimenti al ministro per la Funzione pubblica: siamo davvero sulla strada giusta!

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