Come tutti gli organismi collettivi anche i partiti rispondono a dinamiche a volte
poco comprensibili a chi le guarda dall’esterno.
Soprattutto in questo momento delicato che ci accompagna alla stagione dei Congressi nazionale e territoriale, è comprensibile che gli animi si accendano e che le singole sensibilità cerchino di affermare la propria visione. Ma proprio perché le nostre candidature presuppongono un cambiamento e una svolta rispetto ai metodi e alle pratiche del passato riteniamo sia utile proporre alcuni chiarimenti.
Il percorso che abbiamo intrapreso è forse un po’ anomalo, ma partecipato. Ha visto coinvolto oltre un centinaio di iscritti del PD su più tavoli di riflessione. L’obiettivo di questa riflessione allargata, che ha investito tante persone per ruoli, esperienze, età diverse, è proprio quella di superare logiche di correntismo esasperato e mettere al lavoro le forze del partito per tornare a convincere e far vincere Verona.
Qui il resto del post Per ottenere questo e superare irrigidite incrostazioni pregresse era necessario svincolare il congresso provinciale dalla scelte di riconoscimento nelle mozioni nazionali. Perché riteniamo che il territorio abbia delle priorità e che un grande partito, fatti salvi i principi fondanti e la condivisione coerente di una linea politica che nasce dalla sintesi delle diverse istanze, debba muoversi anche in senso federale, individuando scelte che non tradiscono la propria storia, ma che rispettino l’urgenza di modalità e paradigmi politici nuovi.
Le nostre candidature alla segreteria provinciale e cittadina sono dunque l’esito di un percorso non certo facile, a tratti spinoso, forse imperfetto perché risente del suo carattere sperimentale, come ogni novità,ma troviamo che sia ingeneroso non riconoscere lo sforzo e il coraggio di tantissimi, soprattutto giovani che hanno messo in secondo piano storie personali e anime differenti per cercare aggregazione su un progetto di rinnovamento del partito e per costruire una prospettiva di respiro per la città.
Dunque non ci sono grandi manovratori come si pensa o come si vuol far pensare ma solo la speranza di aprire una nuova stagione, per fare entrare un po’ di aria fresca.
Lasciamo cadere scomposte rivendicazioni e dedichiamo tempo, passione, energie per riscrivere la storia del Pd veronese.
Alessio
Albertini e Orietta Salemi
Soprattutto in questo momento delicato che ci accompagna alla stagione dei Congressi nazionale e territoriale, è comprensibile che gli animi si accendano e che le singole sensibilità cerchino di affermare la propria visione. Ma proprio perché le nostre candidature presuppongono un cambiamento e una svolta rispetto ai metodi e alle pratiche del passato riteniamo sia utile proporre alcuni chiarimenti.
Il percorso che abbiamo intrapreso è forse un po’ anomalo, ma partecipato. Ha visto coinvolto oltre un centinaio di iscritti del PD su più tavoli di riflessione. L’obiettivo di questa riflessione allargata, che ha investito tante persone per ruoli, esperienze, età diverse, è proprio quella di superare logiche di correntismo esasperato e mettere al lavoro le forze del partito per tornare a convincere e far vincere Verona.
Qui il resto del post Per ottenere questo e superare irrigidite incrostazioni pregresse era necessario svincolare il congresso provinciale dalla scelte di riconoscimento nelle mozioni nazionali. Perché riteniamo che il territorio abbia delle priorità e che un grande partito, fatti salvi i principi fondanti e la condivisione coerente di una linea politica che nasce dalla sintesi delle diverse istanze, debba muoversi anche in senso federale, individuando scelte che non tradiscono la propria storia, ma che rispettino l’urgenza di modalità e paradigmi politici nuovi.
Le nostre candidature alla segreteria provinciale e cittadina sono dunque l’esito di un percorso non certo facile, a tratti spinoso, forse imperfetto perché risente del suo carattere sperimentale, come ogni novità,ma troviamo che sia ingeneroso non riconoscere lo sforzo e il coraggio di tantissimi, soprattutto giovani che hanno messo in secondo piano storie personali e anime differenti per cercare aggregazione su un progetto di rinnovamento del partito e per costruire una prospettiva di respiro per la città.
Dunque non ci sono grandi manovratori come si pensa o come si vuol far pensare ma solo la speranza di aprire una nuova stagione, per fare entrare un po’ di aria fresca.
Lasciamo cadere scomposte rivendicazioni e dedichiamo tempo, passione, energie per riscrivere la storia del Pd veronese.
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