Il Partito Democratico di Verona ha organizzato un incontro sul piano urbanistico di Verona e Firenze. Tale evento ha messo a confronto lo sviluppo urbanistico di Firenze e Verona.
L’incontro-confronto è stato possibile grazie alla partecipazione del presidente della commissione urbanistica del Comune di Firenze Mirko Dormentoni.
Il tema dell'incontro è stato lo sviluppo urbanistico delle città, mettendo a confronto quanto realizzato dall'amministrazione comunale di Firenze che ha programmato il suo piano urbanistico secondo il concetto dei "volumi zero" contrariamente al comune di Verona, il quale prevede una cementificazione degli spazi liberi ed uno sfruttamento del suolo molto sproporzionato rispetto alle esigenze della città. Infatti, Verona presenta una contraddizione tra l’incremento demografico della città molto contenuto e la possibilità di costruire non allineata allo sviluppo della città del piano degli interventi. Risultato di tale contraddizione sono le migliaia di case sfitte.
“Volumi zero, ha spiegato Dormentoni, è un concetto molto attuale soprattutto all'estero ma in Italia presente solo in pochi casi. Esso presuppone un uso più attento del territorio. A Firenze, ad esempio, volumi zero significa che nessuna area vuota potrà essere trasformata in area edificabile, si punta invece al massimo recupero delle aree degradate o di vecchia edificazione. Il Piano strutturale di Firenze ha infatti stralciato 140.000 mq previsti dal vecchio PRG. Soprattutto, volumi zero significa "città nella città" ovvero città compatta e recupero dell'esistente. La riqualificazione di Firenze punta al miglioramento della qualità della vita e alla sostenibilità economica e culturale: una pianificazione urbanistica che legge le necessità di oggi ovvero, minore cementificazione e salvaguardia del verde”.
Si riportano i dati sulla situazione urbanistica di Firenze:
- Il piano strutturale di Firenze prevede superfici commerciali massime di 2.500 mq, pari a piccoli supermercati, molto lontane rispetti ai megacentri commerciali previsti a Verona
- ogni intervento di edilizia residenziale deve prevedere una quota di edilizia sociale non inferiore al 20% della superficie;
- laddove gli interventi di riqualificazione proposti su aree degradate non si integrino con l'ambiente urbano cresciuto attorno, l'area viene automaticamente ceduta a titolo gratuito al Comune che la trasforma a verde e che poi ricompensa il proprietario mediante perequazione con un'area più appropriata;
- per approvare il suo Piano strutturale, Firenze ha visto almeno 42 riunioni della commissione urbanistica e decine di assemblee sul territorio.
"Il confronto con Firenze avviene nei giorni in cui in commissione urbanistica del Comune di Verona si stanno esaminando le osservazioni al Piano del Sindaco che invece esprime un concetto opposto rispetto alla filosofia della pianificazione fiorentina, afferma Stefano Vallani, segretario cittadino Pd - questa amministrazione comunale ha stravolto il Pat eliminando la linea rossa che consentiva lo sviluppo della città compatta. Ha sviluppato un Piano degli interventi che invece di preservare la città andrà ad aggredire il territorio in tutte le circoscrizioni con concessioni ai privati al limite dell'immaginazione. Il tutto a svantaggio della vivibilità dei quartieri e della crescita sostenibile e responsabile della città. “Non esistono, conclude Vallani, più alibi per l'amministrazione ed emerge chiaramente, se ce ne fosse ancora bisogno di ricordarlo, come a Verona vince la logica degli affari di bottega anziché quella di guardare al futuro per consegnare al domani una città più vivibile e più qualificata".
Il piano degli interventi predisposto dalla Giunta Tosi, se realizzato, incide sulle caratteristiche di Verona che sono molto apprezzate dai cittadini e dai turisti. Sconvolgere la bellezza, la vivibilità e lo sviluppo moderato di Verona significa costruire un’altra città, sicuramente non gradevole ed oppressiva.
Si riportano i dati sulla situazione urbanistica di Firenze:
- Il piano strutturale di Firenze prevede superfici commerciali massime di 2.500 mq, pari a piccoli supermercati, molto lontane rispetti ai megacentri commerciali previsti a Verona
- ogni intervento di edilizia residenziale deve prevedere una quota di edilizia sociale non inferiore al 20% della superficie;
- laddove gli interventi di riqualificazione proposti su aree degradate non si integrino con l'ambiente urbano cresciuto attorno, l'area viene automaticamente ceduta a titolo gratuito al Comune che la trasforma a verde e che poi ricompensa il proprietario mediante perequazione con un'area più appropriata;
- per approvare il suo Piano strutturale, Firenze ha visto almeno 42 riunioni della commissione urbanistica e decine di assemblee sul territorio.
"Il confronto con Firenze avviene nei giorni in cui in commissione urbanistica del Comune di Verona si stanno esaminando le osservazioni al Piano del Sindaco che invece esprime un concetto opposto rispetto alla filosofia della pianificazione fiorentina, afferma Stefano Vallani, segretario cittadino Pd - questa amministrazione comunale ha stravolto il Pat eliminando la linea rossa che consentiva lo sviluppo della città compatta. Ha sviluppato un Piano degli interventi che invece di preservare la città andrà ad aggredire il territorio in tutte le circoscrizioni con concessioni ai privati al limite dell'immaginazione. Il tutto a svantaggio della vivibilità dei quartieri e della crescita sostenibile e responsabile della città. “Non esistono, conclude Vallani, più alibi per l'amministrazione ed emerge chiaramente, se ce ne fosse ancora bisogno di ricordarlo, come a Verona vince la logica degli affari di bottega anziché quella di guardare al futuro per consegnare al domani una città più vivibile e più qualificata".
Il piano degli interventi predisposto dalla Giunta Tosi, se realizzato, incide sulle caratteristiche di Verona che sono molto apprezzate dai cittadini e dai turisti. Sconvolgere la bellezza, la vivibilità e lo sviluppo moderato di Verona significa costruire un’altra città, sicuramente non gradevole ed oppressiva.
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