lunedì 11 aprile 2011

Pietro Micheli a Verona

Pubbliche Amministrazioni: riforma o controriforma? è il tema dell’incontro organizzato dal Partito Democratico di Verona che si terrà giovedì, 14 aprile, alle ore 18,30 presso il Liston 12, piazza Bra, di Verona.
Modera l’incontro Vincenzo D’Arienzo, segretario provinciale del PD di Verona.
I relatori sono:
- Prof. Pietro Micheli, Docente Gestione della performance ed ex membro CiVIT;
- Davide Zoggia, Responsabile Nazionale Enti Locali;
- On. Oriano Giovannelli, Presidente Forum Riforma PA;
- Antonino Leone, Responsabile PA del PD Verona.
Interverranno all’incontro: Paolo Tovo, responsabile Enti Locali PD Verona, Stefania Sartori e Diego Zardini, capi gruppo al Comune di Verona ed alla Provincia, Franco Bonfante e Roberto Fasoli, consiglieri regionali del Veneto.
Nell’incontro verrà presentata la ricerca sullo stato di attuazione del D. Lgs. n. 150 del 2009 negli enti locali della Provincia di Verona e la proposta del PD di Verona per migliorare la performance dei comuni veronesi.
L’incontro riveste molta importanza per gli argomenti trattati (riforma delle PA, enti locali, lo stato dei comuni veronesi), per la qualità dei relatori che rivestono responsabilità di primo piano nel processo di cambiamento delle Pubbliche Amministrazioni e per la concretezza dei contenuti che verranno esposti. L’evento interessa i cittadini veronesi che sono i beneficiari dei servizi locali per il ruolo partecipativo che dovranno assumere nel contesto locale e gli amministratori locali al fine di attuare i cambiamenti necessari per migliorare la performance dei comuni.
Pietro Micheli risponde ad alcune domande che gli ho posto sui comuni.

Basta la sola intuizione agli amministratori locali per migliorare la performance dei comuni?
E’ importante che gli amministratori locali utilizzino le loro capacità e la loro intuizione insieme a un approccio più sistematico a favore del miglioramento dei servizi pubblici. Pianificazione, misurazione, valutazione e risoluzione dei problemi (problem-solving) sono quattro aree che possono essere di grandissimo aiuto agli amministratori, soprattutto in presenza di risorse scarse.

Quali strumenti manageriali i comuni devono introdurre per far funzionare la struttura organizzativa e per migliorare i benefici a favore dei cittadini?
Innanzitutto, un comune deve essere capace di articolare un piano strategico (o “piano delle performance”) che articoli le modalità e i soggetti che possono contribuire all’erogazione efficiente ed efficace dei servizi pubblici. Per rendere concreto il piano strategico, il comune può dotarsi di un sistema di misurazione attraverso il quale potrà anche comprendere lo stato di avanzamento dei propri lavori, confrontare le proprie performance con quelle di altri comuni (e non solo), e utilizzare le proprie risorse in modo più sostanziato. A questo seguirà un sistema di valutazione, a livello organizzativo e individuale, per identificare gli eventuali scostamenti dai risultati attesi e per erogare premi (o sanzioni) quando possibile. Infine il comune potrà usare degli strumenti semplici e ampiamente collaudati per attivare cicli di “miglioramento continuo”. C’e’ da ricordare, comunque, che l’utilizzo di questi strumenti e approcci deve essere accompagnato da comunicazione, coinvolgimento e formazione di soggetti (stakeholder) esterni (cittadini, imprese, organizzazioni no profit, ecc.) e interni: sono questi a rendere ogni miglioramento possibile.

1 commento:

maurizio benassuti ha detto...

Riorganizzazione della PA e gruppi di interesse.
scritto da mb, settembre 14, 2009

Dalla fine degli anni ’90 la visione del legislatore favorevole all’incremento dei momenti di confronto tra pubblica amministrazione e gruppi di interesse resta documentata da un consistente numero di disposizioni normative (esempio: disciplina dell’impatto della regolamentazione - air).
Tuttavia questa impostazione continua a rimanere minoritaria nella cultura giuridica ed amministrativa del nostro paese.
In realtà è assodato che, rispettate determinate precondizioni di autonomia, trasparenza, correttezza e parità di accesso, le rappresentanze dei gruppi di interesse possano fornire un importante apporto conoscitivo e valutativo nei procedimenti di produzione normativa e nella governance, a qualsiasi livello esse si debbano esprimere.
Tutto ciò anche in vista della necessità di un’azione di gestione delle problematiche pubbliche sempre più tecnica e specialistica e quindi più “adeguata” ed efficace.

Premesso che la struttura della burocarzia è forse l'elemento di maggiore effetto su ogni specifico processo di policy, in linea di principio si può sostenere che l’apertura dei processi legislativi ed esecutivi alla partecipazione delle rappresentanze di interessi, anche per quanto concerne la stessa semplificazione e riorganizzazione del comparto pubblico può fornire tre principali contributi:

a) uno specifico know how gestionale nei settori cui è rivolta la struttura amministrativa da riformare, grazie ad una conoscenza dettagliata dei fenomeni sociali ed economici verso i quali la funzione pubblica dovrebbe operare (expertise);

b) un apporto di elementi valutativi ex ante concernenti l’efficacia delle decisioni da prendere e le conseguenze che da queste deriverebbero (impatto);

c) una funzione di consenso preventivo all’innovazione normativa ed organizzativa, per la composizione di eventuali conflitti ed in modo da evitarne quanto più possibile l'insorgenza (contrattualizzazione delle politiche).

Alcuni aspetti essenziali (elementari) della dinamica della consultazione.

- Partecipazione a gruppi di lavoro, osservatori, organi consultivi pubblico-privato dei rappresentanti delle associazioni private interessate;

- Incontri, tavoli, workshop periodici sugli aspetti generali dei processi di riforma delle funzioni pubbliche (anche locali), di regolazione e semplificazione ;

- Acquisizione di progettualità, proposte o pareri su determinati schemi riorganizzativi o progetti di politiche pubbliche.

Il modo in cui l'amministrazione acquista e gestisce le sue conoscenze spesso può essere la chiave di volta per ciò che in concreto può realizzare.

Si ricorda infine che già nel rapporto OCSE del 2001 sul sistema di governo e regolamentazione italiana si sottolineava: “passi importanti debbono ancora essere fatti, soprattutto nella direzione di rafforzare ulteriormente la consultazione pubblica (dei soggetti privati) nel processo di riforma dell'amministrazione statale (.. regionale, locale …) in quanto questo determinerebbe benefici in termini di qualità della regolazione, legittimazione e osservanza delle norme”.

Maurizio Benassuti R.