Il PD di Verona, dopo aver approfondito i contenuti della riforma e valutato i risultati della ricerca, ha elaborato una proposta di cambiamento e di miglioramento della gestione degli enti locali che prevede l’utilizzo di strumenti innovativi al fine di elevare la qualità della vita dei cittadini. Esempi di questo cambiamento sono le città di Torino, Reggio Emilia e Cesena che hanno introdotto innovazioni nei servizi erogati in epoca anteriore al D. Lgs. n. 150/2009. Questo significa che il cambiamento radicale ed il miglioramento continuo è possibile a prescindere dagli obblighi di legge che molto spesso sono visti ed applicati come adempimenti formali.
Oggi i comuni si trovano stretti tra le crescenti aspettative dei cittadini e le limitazioni finanziarie imposte dall’alto. Queste ultime sono state causate dai tagli lineari ed indiscriminati adottati dal Governo per far quadrare i conti in un momento di grave crisi economica e dall’assenza di una strategia di crescita per il paese che avrebbe potuto far aumentare le risorse. In tale contesto i comuni dovrebbero reagire con una strategia di cambiamento che renda possibile il miglioramento dei risultati prodotti, la creazione del valore dal punto di vista dei cittadini e la riduzione dei costi. Non mancano esempi di comportamenti virtuosi da parte dei comuni che si ispirano ai seguenti principi: cambiamento, obiettivi strategici, processi, interazione con la comunità locale e creazione del valore per i cittadini.
Nel settore dei servizi comunali i cittadini non possono abbandonare l’organizzazione inefficiente ed insoddisfacente e rivolgersi ad altri per assenza di concorrenza. Nello stesso tempo non viene garantita alle comunità locali la possibilità di far sentire la propria voce, di intervenire, di stare con il fiato sul collo agli amministratori al fine di partecipare attivamente al miglioramento della performance. Sembra che sia stata assegnata ai cittadini un’unica opzione: la fedeltà passiva ed acritica verso i comuni.
Occorre ricreare un nuovo equilibrio attraverso la partecipazione delle comunità locali, la quale per essere produttiva di effetti positivi ha bisogno di essere informata compiutamente con dati e informazioni, relative alla performance, elaborate in tempo reale ed accessibili a tutti: cittadini, associazioni degli utenti, giornalisti, studiosi e ricercatori.
Per fare ciò occorre che venga introdotto nei comuni il performance management, strumento manageriale nato circa 16 anni fa che permette di realizzare un sistema di misurazione e valutazione della performance che comprenda gli obiettivi strategici, gli indicatori di efficienza ed efficacia dei servizi (ambiente, sicurezza, servizi sociali, territorio) ed i risultati per i cittadini. Tale sistema consente di: - realizzare un legame tra politica, strategia ed operatività; - coordinare gli strumenti di programmazione ed il piano della performance; - orientare attraverso la trasparenza interna i comportamenti del management e dei dipendenti al perseguimento degli obiettivi strategici; - intervenire durante lo svolgimento dei processi con azioni correttive nel caso in cui si verifichino scostamenti per adeguare l’andamento della produzione dei servizi agli obiettivi strategici.
Il primo anello della catena è la conoscenza dei bisogni dei cittadini e subito dopo gli obiettivi strategici. A tal fine è necessario utilizzare le informazioni analitiche e svolgere un’indagine di customer satisfaction affinché gli obiettivi strategici da conseguire rappresentino i problemi dei cittadini. Da non sottovalutare l’efficacia delle risorse utilizzate nel generare valore per i cittadini al fine di non disperdere risorse ed indirizzare le azioni a vantaggio della comunità locale.
La valutazione della performance per l’importanza che essa riveste per le organizzazioni e per i cittadini deve essere affidata ad organismi indipendenti altrimenti gli interventi conseguenti possono rivelarsi errati perché corrispondenti ad una valutazione di parte.
Ai comuni di piccole dimensioni conviene introdurre il sistema di performance management e gli organismi indipendenti di valutazione in forma associata ad altri comuni al fine di contenere i costi di investimento e di gestione.
Occorre realizzare un modello di comune aperto ai cittadini, i quali possono individuare gli sprechi e le inefficienze che le amministrazioni devono colmare prima di un eventuale crollo, ed agli altri comuni per attuare un processo sistematico di comparazione che consenta a ciascun comune di avvalersi della strategia replicativa.
Lo slogan “cambiare tutto per non cambiare nulla” va sostituito con “fare la cosa giusta e farla nel modo giusto”. Per tale motivo occorre partire dai bisogni dei cittadini, stabilire gli obiettivi e scegliere le azioni per perseguirli. Il rischio è che la riforma prevista dal D. Lgs. n. 150/2009 diventi il solito adempimento formale se non introdotta come un cambio di paradigma e di cultura manageriale.
Vincenzo D’Arienzo
Segretario provinciale
del PD di Verona
Antonino Leone
Responsabile PA
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