La crisi libica e la speculazione internazionale hanno spinto all’insù il prezzo del petrolio. In Italia di conseguenza è aumentato il prezzo dei carburanti e l’inflazione. Il Governo non è intervenuto con misure utili a favore dei consumatori.
“I prezzi della benzina e del diesel, ha dichiarato Federico Testa esperto di nergia e deputato del Partito Democratico, stanno superando le soglie storiche medie di 1,6 e 1,5 euro al litro. I prezzi alla pompa non sono però tutti uguali e i cittadini possono scegliere prezzi anche più bassi di 10 centesimi al litro rispetto alla media. Per aiutare i cittadini a trovare i prezzi migliori nella zona dove si trovano quando fanno rifornimento, il Parlamento nell’estate del 2009 decise la pubblicazione dei prezzi di tutti i carburanti di tutte le stazioni di servizio italiane sul sito del Ministero dello sviluppo economico”.
“Analoghi sistemi di pubblicizzazione dei prezzi dei carburanti, continua Testa, sono diffusi in tutto il mondo grazie alle tecnologie di trasmissione dei dati ora disponibili, che permettono la trattazione di centinaia di migliaia di informazioni al giorno. Nonostante ciò a distanza di circa 20 mesi sul sito del ministero sono disponibili solo parzialmente (o self service o servito) i prezzi di circa 320 stazioni di servizio sulle 22.900 in funzione. I pochissimi dati disponibili si riferiscono alla sola rete autostradale e non è previsto alcun calendario per l’estensione del servizio alla restante rete stradale nazionale”.
Qui il resto del post“La diffusione delle stazioni di servizio indipendenti (no-logo), conclude Federico Testa, che praticano prezzi considerevolmente più bassi di quelli delle compagnie storiche, ha indotto queste ultime a ribassi in molte zone del Paese, soprattutto nel Nord del Paese ma il processo si sta estendendo anche al Centro. Questa situazione, illustrata dall’Autorità Antitrust in un recente intervento al Senato, aumenta molto la possibilità per gli automobilisti di trovare condizioni più convenienti”.
L’on. Federico Testa del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani per sapere “il motivo di questo gravissimo ritardo che vanifica l’impegno del Parlamento a tutela dei consumatori e per conoscere cosa intende fare per dare attuazione alla legge.
Si riporta l’interrogazione integrale presentata dall’on. Federico Testa.
Al Ministro per lo sviluppo economico
Per sapere – premesso che:
la situazione geopolitica e le note disfunzioni del mercato italiano dei carburanti stanno determinando ulteriori aumenti dei prezzi, già cresciuti dell’11 per cento nel corso del 2010, che suscitano un significativo aumento di costo della vita per i cittadini e per l’attività delle impresene un allarme per gli effetti inflazionistici;
secondo quanto denunciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato lo scorso 23 febbraio nel corso dell’audizione presso la Commissione straordinaria per la verifica dell’andamento generale dei prezzi al consumo del Senato della Repubblica, in molte aree del Paese i consumatori possono sempre trovare un ventaglio di prezzi molto diversificato dovuto alla necessità delle compagnie petrolifere di reagire alla concorrenza dei distributori non appartenenti a nessuna compagnia che nell’ultimo trimestre del 2010 hanno praticato prezzi inferiori tra i 4 e i 10 centesimi di euro/litro;
i consumatori italiani stanno progressivamente aumentando la propensione alla ricerca sul territorio delle migliori opportunità, come testimoniato proprio dallo sviluppo dei distributori indipendenti no-logo che hanno raddoppiato la propria presenza negli ultimi 4 anni e si avvicinano ad una quota del 10 per cento del mercato;
intuendo tale sviluppo il Parlamento, per favorire la più ampia diffusione delle informazioni sui prezzi dei carburanti per autotrazione praticati da ogni singolo impianto sull’intero territorio nazionale a fini di confronto concorrenziale (come già da anni in moltissimi Paesi tra i quali quelli europei confrontabili con l’Italia e gli Stati Uniti), con l'articolo 51 della legge 23 luglio 2009, n. 99, stabilì l’obbligo per chiunque eserciti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare al Ministero dello sviluppo economico i prezzi praticati per ogni tipologia di carburante per autotrazione commercializzato;
il citato articolo prevedeva che il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, avrebbe dovuto individuare, secondo criteri di gradualità e sostenibilità, le decorrenze di tale obbligo per la pubblicazione dei prezzi sul sito internet del Ministero medesimo ovvero anche attraverso altri strumenti di comunicazione atti a favorire la più ampia diffusione di tali informazioni presso i consumatori;
ad oggi, a distanza di oltre 20 mesi dalla approvazione della legge, dei 22.900 distributori censiti dall’Unione Petrolifera ne risultano collegati solo 282 relativi alla rete autostradale e la pubblicazione riguarda solo uno dei prezzi della modalità servito o self service, che impedisce il confronto esaustivo tra gli impianti di distribuzione;
l'applicazione iniziale alla sola rete autostradale (rinviando l'inclusione alla rete stradale a successivi decreti), la distinzione tra modalità di erogazione del servizio tra self service e servito e la limitazione dell’obbligo di pubblicazione solo ad uno dei due prezzi sono stati introdotti dal decreto 15 ottobre 2010 del Ministro dello Sviluppo Economico, adottato otto mesi oltre la scadenza del termine previsto dalla legge;
le limitazioni introdotte dal decreto 15 ottobre 2010 non erano previste dalla legge n. 99/2009 che, pertanto, attua solo parzialmente e in modo distorto tale legge;
peraltro, l'obbligo era già in vigore per tali soggetti ed attuato almeno dalla società Autostrade per l’Italia, agli effetti dell’art. 2 del decreto-legge 31 gennaio 2007, convertito con modificazioni nella legge 2 aprile 2007, n. 40;
sono sempre più diffusi e disponibili a livello nazionale e mondiale una pluralità di strumenti per la raccolta, diffusione e pubblicizzazione di dati del tipo di quelli relativi ai prezzi dei carburanti anche nell’ordine di svariate centinaia di migliaia al giorno;
il volume di dati in questione dovrebbe essere di soli 90.000 giornalieri, relativi ad una media di comunicazione da parte delle 22.900 stazioni di servizio di 4 prezzi sul totale possibile di otto: benzina servito e self; diesel servito e self; diesel speciale servito e self; gpl; gas naturale;
nessuna scadenza o altra indicazione è prevista del decreto attuativo 15 ottobre 2010 per l’attuazione della norma in riferimento ai distributori siti sulla restante rete stradale nazionale, configurando di fatto un rinvio sine die della disponibilità della totalità dei prezzi a favore dei consumatori e uno svuotamento della volontà del Parlamento -:
quali siano le ragioni della scelta di limitare la trasmissione dei prezzi ad una sola delle modalità servito o self service;
se non ritenga gravemente lesivo dei diritti dei consumatori il ritardo dell’attuazione di quanto previsto dall’art. 51 della citata legge n. 99/09;
quali provvedimenti intenda adottare per l’attuazione completa e definitiva dell’obbligo di raccolta, trasmissione e diffusione di dati di prezzo di tutti gli impianti e i prodotti per renderli immediatamente disponibili ai consumatori.
L’on. Federico Testa del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani per sapere “il motivo di questo gravissimo ritardo che vanifica l’impegno del Parlamento a tutela dei consumatori e per conoscere cosa intende fare per dare attuazione alla legge.
Si riporta l’interrogazione integrale presentata dall’on. Federico Testa.
Al Ministro per lo sviluppo economico
Per sapere – premesso che:
la situazione geopolitica e le note disfunzioni del mercato italiano dei carburanti stanno determinando ulteriori aumenti dei prezzi, già cresciuti dell’11 per cento nel corso del 2010, che suscitano un significativo aumento di costo della vita per i cittadini e per l’attività delle impresene un allarme per gli effetti inflazionistici;
secondo quanto denunciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato lo scorso 23 febbraio nel corso dell’audizione presso la Commissione straordinaria per la verifica dell’andamento generale dei prezzi al consumo del Senato della Repubblica, in molte aree del Paese i consumatori possono sempre trovare un ventaglio di prezzi molto diversificato dovuto alla necessità delle compagnie petrolifere di reagire alla concorrenza dei distributori non appartenenti a nessuna compagnia che nell’ultimo trimestre del 2010 hanno praticato prezzi inferiori tra i 4 e i 10 centesimi di euro/litro;
i consumatori italiani stanno progressivamente aumentando la propensione alla ricerca sul territorio delle migliori opportunità, come testimoniato proprio dallo sviluppo dei distributori indipendenti no-logo che hanno raddoppiato la propria presenza negli ultimi 4 anni e si avvicinano ad una quota del 10 per cento del mercato;
intuendo tale sviluppo il Parlamento, per favorire la più ampia diffusione delle informazioni sui prezzi dei carburanti per autotrazione praticati da ogni singolo impianto sull’intero territorio nazionale a fini di confronto concorrenziale (come già da anni in moltissimi Paesi tra i quali quelli europei confrontabili con l’Italia e gli Stati Uniti), con l'articolo 51 della legge 23 luglio 2009, n. 99, stabilì l’obbligo per chiunque eserciti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare al Ministero dello sviluppo economico i prezzi praticati per ogni tipologia di carburante per autotrazione commercializzato;
il citato articolo prevedeva che il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, avrebbe dovuto individuare, secondo criteri di gradualità e sostenibilità, le decorrenze di tale obbligo per la pubblicazione dei prezzi sul sito internet del Ministero medesimo ovvero anche attraverso altri strumenti di comunicazione atti a favorire la più ampia diffusione di tali informazioni presso i consumatori;
ad oggi, a distanza di oltre 20 mesi dalla approvazione della legge, dei 22.900 distributori censiti dall’Unione Petrolifera ne risultano collegati solo 282 relativi alla rete autostradale e la pubblicazione riguarda solo uno dei prezzi della modalità servito o self service, che impedisce il confronto esaustivo tra gli impianti di distribuzione;
l'applicazione iniziale alla sola rete autostradale (rinviando l'inclusione alla rete stradale a successivi decreti), la distinzione tra modalità di erogazione del servizio tra self service e servito e la limitazione dell’obbligo di pubblicazione solo ad uno dei due prezzi sono stati introdotti dal decreto 15 ottobre 2010 del Ministro dello Sviluppo Economico, adottato otto mesi oltre la scadenza del termine previsto dalla legge;
le limitazioni introdotte dal decreto 15 ottobre 2010 non erano previste dalla legge n. 99/2009 che, pertanto, attua solo parzialmente e in modo distorto tale legge;
peraltro, l'obbligo era già in vigore per tali soggetti ed attuato almeno dalla società Autostrade per l’Italia, agli effetti dell’art. 2 del decreto-legge 31 gennaio 2007, convertito con modificazioni nella legge 2 aprile 2007, n. 40;
sono sempre più diffusi e disponibili a livello nazionale e mondiale una pluralità di strumenti per la raccolta, diffusione e pubblicizzazione di dati del tipo di quelli relativi ai prezzi dei carburanti anche nell’ordine di svariate centinaia di migliaia al giorno;
il volume di dati in questione dovrebbe essere di soli 90.000 giornalieri, relativi ad una media di comunicazione da parte delle 22.900 stazioni di servizio di 4 prezzi sul totale possibile di otto: benzina servito e self; diesel servito e self; diesel speciale servito e self; gpl; gas naturale;
nessuna scadenza o altra indicazione è prevista del decreto attuativo 15 ottobre 2010 per l’attuazione della norma in riferimento ai distributori siti sulla restante rete stradale nazionale, configurando di fatto un rinvio sine die della disponibilità della totalità dei prezzi a favore dei consumatori e uno svuotamento della volontà del Parlamento -:
quali siano le ragioni della scelta di limitare la trasmissione dei prezzi ad una sola delle modalità servito o self service;
se non ritenga gravemente lesivo dei diritti dei consumatori il ritardo dell’attuazione di quanto previsto dall’art. 51 della citata legge n. 99/09;
quali provvedimenti intenda adottare per l’attuazione completa e definitiva dell’obbligo di raccolta, trasmissione e diffusione di dati di prezzo di tutti gli impianti e i prodotti per renderli immediatamente disponibili ai consumatori.
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