Alla fine del 2010 Berlusconi dichiara “abbiamo la certezza di avere operato bene, di avere evitato la crisi e la speculazione economica, di avere mantenuto la pace sociale che è un bene prezioso: nel 2011 il ritmo di crescita tornerà ai livelli pre-crisi".
La dichiarazione di Berlusconi rappresenta un grande e devastante bugia che non corrisponde per nulla alla situazione economica e sociale del paese. Il premier ha già dimenticato i disoccupati, i cassaintegrati, la disoccupazione giovanile ed i giovani studenti e ricercatori che hanno lungamente manifestato contro la riforma dell’Università.
La crescita economica dell’Italia è bassa e lenta e non può a condizioni invariate e senza investimenti e riforme strutturali (Berlusconi fa i miracoli con le parole) posizionarsi nel 2012 al livello del periodo pre-crisi, recuperando la ricchezza non prodotta negli anni della crisi.
Per capire la ricchezza prodotta negli ultimi anni si indicano i dati del Prodotto interno lordo:
1,5% nel 2007 - 1,0% nel 2008
- 5,3% nel 2009
1,0% nel 2010
1,0% nel 2011
Si riporta parte della lettera di Bersani pubblicata su La stampa del 7 gennaio che descrive la situazione economica e sociale dell’Italia: “Nel 2000 la quota di popolazione italiana relativamente povera, che viveva cioè con un reddito procapite al di sotto del 75% della media dei Paesi UE, era pari al 22%. Mantenendo il confronto con gli stessi Paesi oggi è al 30%. Nello stesso periodo la percentuale degli italiani relativamente ricchi, cioè con redditi al di sopra del 125% della media UE precipita dal 57 al 25%. Non c’è paragone possibile con nessun altro Paese europeo. Con una velocità impressionante il Sud si allontana dal Nord e il Nord si allontana dall’Europa. Nella percentuale di crescita cumulata nel decennio, siamo negli ultimissimi posti al mondo. Quanto alle attività produttive, facendo pari a 100 la produzione industriale del 2005 oggi siamo all’86 a fronte di una Germania al 98,3 e ad una media dell’area Euro al 95,4. Cumulando i dati sulla disoccupazione, sugli ammortizzatori e sullo scoraggiamento nella ricerca di lavoro si ha un quadro impressionante. Siamo al fondo delle classifiche dei Paesi OCSE per disoccupazione giovanile. Per quella femminile contendiamo in Europa l’ultimo posto a Malta. Il 50% delle ricchezze si è concentrato sul 10% della popolazione senza rapporto alcuno con la fiscalità. Avviciniamo Norvegia e Danimarca nella pressione fiscale mentre perdiamo 10 miliardi di Euro rispetto al 2007 di incassi IVA pur con un aumento dei consumi in termini nominali. Passiamo in tre anni dal 104% di debito pubblico al 118% senza aver dovuto salvare nessuna banca. Sul fronte sociale scelgo una sola classifica: quella che certifica il nostro primato nell’abbandono scolastico. Quanto al futuro, non c’è previsione che non indichi per noi uno scenario di sostanziale stagnazione con una crescita potenziale inferiore alla metà di quella dei principali Paesi europei”.
L’Istat in data odierna comunica che:
- La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita al 28,9%. Il livello più alto da 7 anni;
- Il tasso di disoccupazione è posizionato all’8,7% con esclusione dei cassaintegrati e di coloro che non cercano lavoro;
- Il tasso di disoccupazione femminile raggiunge il 10%.
Tutti questi problemi ed altri ancora Berlusconi non li vive e non li conosce e continua a sparare spot elettorali finalizzati a mantenere a galla un Governo incapace di intervenire per risolvere i problemi del paese.
Tremonti da Parigi smentisce Berlusconi e dichiara in modo chiaro ed inequivocabile che la crisi non è finita e che siamo al punto di partenza.
''Tremonti conosce bene la situazione, ha dichiarato Francesco Boccia del PD, ma non ha fatto nulla per uscirne. Non ci si può limitare ad analisi, bisogna dare risposte. In 10 anni - conclude l'esponente del Pd - dopo 3 riforme fiscali annunciate, 2 condoni ed uno scudo fiscale ci ritroviamo solo con la sua sorpresa''.
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