I contenuti della lettera di dimissioni di Pietro Micheli dalla CiVIT e la risposta insufficiente dei membri della commissione vengono valutati da Pietro Ichino, il quale decide di presentare una interrogazione al Ministro per la Funzione pubblica.
Interrogazione presentata al ministro per la Funzione pubblica il 25 gennaio 2011 del senatore Pietro Ichino al ministro per la Funzione pubblica
Premesso che:
con lettera aperta inviata al ministro della Funzione pubblica il 14 gennaio 2011, parzialmente pubblicata sul quotidiano la Repubblica il giorno successivo, il professor Pietro Micheli ha comunicato le proprie dimissioni da componente della Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CiVIT); in tale lettera sono indicate criticità e fattori di blocco che impediscono alla Commissione di perseguire la missione istituzionale per la quale essa è stata istituita, sia in ragione delle lacune nella conduzione dello stesso organismo, sia per ragioni di contesto riconducibili a scelte compiute dal Governo. In particolare nella lettera sono evidenziati come fattori cruciali: il peso eccessivo dato alla valutazione individuale rispetto alla valutazione della performance delle strutture amministrative; la rigidità del ranking nelle valutazioni individuali (il 25-50-25) che sta determinando la fuga dei dicasteri più importanti dal campo di applicazione del d.lgs. n. 150/2009 (Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero dell’Economia); l’assenza di fondi per i meritevoli; i limiti dei poteri della Commissione e le ingerenze del Governo nelle scelte puntuali connesse alla sua azione, che ne determinano un difetto grave di indipendenza;
si chiede
- come intenda il Ministro Brunetta porre rimedio al paradosso di una riforma progettata sul principio cardine della valutazione e tuttavia bloccata nei suoi possibili effetti a seguito delle misure riguardanti il personale delle pubbliche amministrazioni contenute nel decreto-legge n. 78/2010;
- se il Ministro non intenda intervenire sulla disciplina del decreto legislativo n. 150/2009 per promuovere migliori forme di valutazione delle strutture amministrative o di unità organizzative complesse di singole amministrazioni, basate sulla misurazione della rispettiva performance, in modo da superare, per queste ultime, il vincolo rigido nell’attribuzione delle valutazioni individuali (il 25-50-25);
- se non intenda il Governo sostituire la logica dei tagli lineari alle amministrazioni con un più maturo sistema basato sulla misurazione della performance delle amministrazioni, per evitare di ridurre gli stanziamenti a quelle più efficienti, alla stregua di quanto si propone nel disegno di federalismo fiscale nei confronti delle amministrazioni territoriali, e che tuttavia non si è ancora applicato in quelle centrali;
- per quali ragioni la Presidenza del Consiglio dei ministri e recentemente anche il ministero dell’Economia e delle Finanze non debbano sottoporsi al medesimo regime di trasparenza e valutazione delle altre amministrazioni centrali;
- se il ministro non ritenga che la suddetta esclusione leda gravemente la credibilità del sistema e incentivi altre amministrazioni a sottrarsi dal modello di valutazione proposto, con il paradosso che mentre la normativa previgente (il d.lgs 286/1999) si applicava indistintamente a ciascuna amministrazione, la più recente riforma si ferma davanti alle amministrazioni più rilevanti;
- come intenda il ministro assicurare che non si ripetano le gravi disfunzioni denunciate nella lettera del professor Pietro Micheli.
si chiede
- come intenda il Ministro Brunetta porre rimedio al paradosso di una riforma progettata sul principio cardine della valutazione e tuttavia bloccata nei suoi possibili effetti a seguito delle misure riguardanti il personale delle pubbliche amministrazioni contenute nel decreto-legge n. 78/2010;
- se il Ministro non intenda intervenire sulla disciplina del decreto legislativo n. 150/2009 per promuovere migliori forme di valutazione delle strutture amministrative o di unità organizzative complesse di singole amministrazioni, basate sulla misurazione della rispettiva performance, in modo da superare, per queste ultime, il vincolo rigido nell’attribuzione delle valutazioni individuali (il 25-50-25);
- se non intenda il Governo sostituire la logica dei tagli lineari alle amministrazioni con un più maturo sistema basato sulla misurazione della performance delle amministrazioni, per evitare di ridurre gli stanziamenti a quelle più efficienti, alla stregua di quanto si propone nel disegno di federalismo fiscale nei confronti delle amministrazioni territoriali, e che tuttavia non si è ancora applicato in quelle centrali;
- per quali ragioni la Presidenza del Consiglio dei ministri e recentemente anche il ministero dell’Economia e delle Finanze non debbano sottoporsi al medesimo regime di trasparenza e valutazione delle altre amministrazioni centrali;
- se il ministro non ritenga che la suddetta esclusione leda gravemente la credibilità del sistema e incentivi altre amministrazioni a sottrarsi dal modello di valutazione proposto, con il paradosso che mentre la normativa previgente (il d.lgs 286/1999) si applicava indistintamente a ciascuna amministrazione, la più recente riforma si ferma davanti alle amministrazioni più rilevanti;
- come intenda il ministro assicurare che non si ripetano le gravi disfunzioni denunciate nella lettera del professor Pietro Micheli.
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