Partito democratico (Pd) e Popolo
della libertà (Pdl) hanno perso rispettivamente il 30% e circa la metà
dell’elettorato che li aveva scelti nel 2008; Movimento cinque stelle ha
ottenuto consensi, seppur con qualche differenza percentuale, in tutte le
regioni, sia al Nord che al Sud. Sono queste le istantanee che per l'Istituto
Cattaneo di Bologna fotografano meglio il voto nazionale del 24 e 25 febbraio.
Il Partito democratico. Il Pd ha perso 3.400.000 voti rispetto alle precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del 28%. Il calo è stato significativo e diffuso sull’intero territorio nazionale, ma con picchi superiori alla media nelle regioni meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro. In particolare, sottolinea l'istituto Cattaneo, la perdita più importante si è avuta in Puglia (- 44,8%), Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%). Il partito di Bersani subisce un arretramento considerevole nell’area economicamente più dinamica del Centro-Sud. In controtendenza va il dato del Molise, unica regione dove il Pd ha migliorato la sua posizione guadagnando circa 7.000 voti, pari al 20% in più. Perdite inferiori, ma comunque nell'ordine di oltre un quinto dell’elettorato del 2008, si sono registrate nelle regioni settentrionali. Anche la ‘zona rossa’ ha conferito al Pd un numero assai minore di consensi, pari a un declino di oltre un quarto dei voti delle precedenti politiche (-26,3%).
Il Partito democratico. Il Pd ha perso 3.400.000 voti rispetto alle precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del 28%. Il calo è stato significativo e diffuso sull’intero territorio nazionale, ma con picchi superiori alla media nelle regioni meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro. In particolare, sottolinea l'istituto Cattaneo, la perdita più importante si è avuta in Puglia (- 44,8%), Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%). Il partito di Bersani subisce un arretramento considerevole nell’area economicamente più dinamica del Centro-Sud. In controtendenza va il dato del Molise, unica regione dove il Pd ha migliorato la sua posizione guadagnando circa 7.000 voti, pari al 20% in più. Perdite inferiori, ma comunque nell'ordine di oltre un quinto dell’elettorato del 2008, si sono registrate nelle regioni settentrionali. Anche la ‘zona rossa’ ha conferito al Pd un numero assai minore di consensi, pari a un declino di oltre un quarto dei voti delle precedenti politiche (-26,3%).
Pdl. Il Pdl ha subito una riduzione dei consensi tra il 2008
e il 2013 pari a quasi il 50% (-46%, quasi -6.300.000 voti). In particolare
nelle regioni centrali della penisola il partito di Berlusconi ha visto ridursi
il proprio elettorato esattamente della metà (-50,1%), mentre nel resto delle
aree considerate la variazione si è attestata tra il -44% e il -48%. L’unica
area in cui il Pdl ha ‘contenuto’ la sconfitta è stato il Nord-est, in cui la
riduzione dei voti è stata inferiore al 40% (-39% in media, -34% in Veneto).
Lega Nord.La
Lega Nord ha perso oltre la metà dei consensi raccolti nel
2008 (-54%, -1.600.000 voti) con una riduzione molto superiore alla media nelle
regioni della ‘zona rossa’ (-68%). L’evoluzione è stata più negativa nelle
roccaforti del Nord-est (-61%), mentre nel Nord-ovest (-49%) il forte declino
in Piemonte (-64,3 %) e Liguria (-68%) è stato solo parzialmente compensato da
una perdita minore in Lombardia (“solo” il 44,2% in meno).
Lega Nord.
Sinistra radicale. La Sinistra radicale segna una crescita seppur contenuta
dei voti, dovuta soprattutto al risultato estremamente negativo del 2008,
quando la débacle della Sinistra arcobaleno non permise di accedere alla
rappresentanza parlamentare. L’avanzamento è stato di 400.000 votanti, pari a
circa il 30% in più. Dal punto di vista geografico la progressione maggiore si
è registrata al Sud. Il risultato è stato invece assai meno favorevole al Nord,
e in particolare nelle regioni del Nord-ovest, dove la crescita si è limitata a
poche migliaia di voti in più rispetto al risultato molto negativo del 2008.
Destra. I partiti riconducibili all’area politica della Destra
sono passati da quasi 1 milione di voti a poco più di 400.000. La perdita -
sottolinea l'Istituto Cattaneo - è stata quindi considerevole, in media del
60%, più marcata nelle regioni del Nord rispetto al Centro-Sud.
Monti. La nuova aggregazione di Centro, guidata da Mario Monti, ottiene poco meno di 2 milioni di voti, dei quali quasi la metà (800.000) concentrati nel Nord-Ovest e solo una minima parte al Sud. In generale il partito di Monti, che ha ereditato il consenso politico dell’Udc moltiplicandolo, mostra un baricentro assai differente da quello del partito di Casini. Le regioni in cui cresce maggiormente (rispetto all’Udc del 2008) sono infatti il Trentino - Alto Adige (+252,5%) la Lombardia (+207,9%), la Liguria (+172,5%), ma in tutto il Nord avanza più nettamente rispetto al dato medio nazionale.
Monti. La nuova aggregazione di Centro, guidata da Mario Monti, ottiene poco meno di 2 milioni di voti, dei quali quasi la metà (800.000) concentrati nel Nord-Ovest e solo una minima parte al Sud. In generale il partito di Monti, che ha ereditato il consenso politico dell’Udc moltiplicandolo, mostra un baricentro assai differente da quello del partito di Casini. Le regioni in cui cresce maggiormente (rispetto all’Udc del 2008) sono infatti il Trentino - Alto Adige (+252,5%) la Lombardia (+207,9%), la Liguria (+172,5%), ma in tutto il Nord avanza più nettamente rispetto al dato medio nazionale.
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