La crisi economica e l’esigenza di contenere i costi di gestione dei servizi porta inesorabilmente al taglio dei servizi se non vengono individuati giusti interventi che consentono di mantenere i servizi nei luoghi dove vengono richiesti. Per tale motivo Le Poste Italiane dovrebbero tagliare un migliaio di uffici (73 nel Veneto) che insistono nei piccoli comuni e nelle frazioni causando notevoli problemi descritti da Franco Bonfante, consigliere regionale Pd del Veneto.
In tale direzione si muove la mozione di Franco Bonfante, sottoscritta da tutti i consiglieri del Pd, che si riporta integralmente di seguito.
“La Giunta regionale intervenga con le dovute verifiche e gli strumenti di sostegno a sua disposizione per scongiurare la chiusura degli uffici postali nei piccoli Comuni del Veneto”.
Questo il richiamo e l’impegno chiesto al governo regionale da una mozione presentata dal consigliere regionale del PD, Franco Bonfante e sottoscritta da tutto il gruppo dei democratici. “L’annunciata soppressione da parte di Poste Italiane di oltre un migliaio di uffici collocati soprattutto nei piccoli paesi o frazioni, cancella una serie di servizi che per molte persone, in primo luogo anziani e disabili, sono ancora essenziali: dal ritiro delle pensioni alla possibilità di effettuare una raccomandata, al pagamento di un bollettino. Sicuramente – sottolinea l’esponente democratico - l’operazione risponde a necessità di tipo economico, resta tuttavia il dovere delle istituzioni locali di trovare soluzioni alternative che garantiscano la sopravvivenza di questi presidi”. Nello specifico il documento che verrà sottoposto alla votazione dell’aula chiede di “effettuare una verifica con Poste Italiane ed i Comuni veneti interessati dal piano di riorganizzazione, in modo da conoscere le singole situazioni e la misura della dichiarata antieconomicità”. Contemporaneamente fissa l’impegno di “stabilire, previo parere della competente commissione consiliare, dei criteri equi e trasparenti per un intervento finanziario della Regione in aiuto ai Comuni che intendono partecipare alle spese, per mantenere aperto l’ufficio postale a rischio chiusura”. “La Giunta regionale – conclude Bonfante - ha tutti gli strumenti legislativi che permettono un immediato stanziamento di risorse alle amministrazioni locali che eviterebbero la prevista soppressione di 73 uffici postali e che permetterebbero una loro riconversione, ad esempio aprendo al cittadino una serie di servizi utili, come i certificati anagrafici o la possibilità di saldare il ticket sanitario”. Ritengo utile l'intervento di Bonfante perchè si muove in direzione di applicare la sussidiarietà la dove esistono i bisogni delle persone. Pertanto, ritengo positivo un intervento della Regione e dei Comuni per mantenere un presidio delle Poste nei luoghi indicati da Bonfante. /span>
Occorre sempre di più fare sistema affinché questi problemi vengano risolti in modo adeguato rispetto alle esigenze delle popolazioni interessate. E' necessario fare sistema e realizzare dei centri polifunzionali di servizi pubblici integrati rilevanti a livello locale al fine di contenere i costi, superare l’antieconomicità ed offrire ai cittadini dei servizi integrati efficienti ed efficaci. Molti sono gli uffici pubblici non integrati che partecipano separatamente al processo di produzione dei servizi con costi elevati, scarsa collaborazione e tempi di attesa molto lunghi (Inps e Ufficio del Lavoro, Asl e Inps per gli invalidi civili ed altri).
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