L’incontro con i vertici del PD di Verona, rappresentato da Giandomenico Allegri, segretario provinciale del PD, Stefania Sartori e Diego Zardini in rappresentanza dei gruppi consiliari del PD del comune e della provincia, ha dimostrato chiaramente la validità dei contenuti espressi nel documento in quanto, grazie ad esso, si è aperto un confronto sulle nomine che il PD deve effettuare nei consigli di amministrazione delle società di gestione dei servizi pubblici locali.
Confronto partecipato ed interessante che ha offerto spunti di riflessione e di riconsiderazione della proposta iniziale.
Un nuovo cammino che porti alle nomine attraverso la cultura della trasparenza e della valutazione potrà essere impedito solo nel caso in cui vi siano posizioni precostituite.
Il Pd di Verona fino a questo momento ha proceduto solo alla nomina di un rappresentante nell’AATO e, pertanto, non ha una prassi consolidata da seguire e non si è mai dato delle regole in materia.
Si ritiene che il PD debba realizzare una discontinuità rispetto alle metodologie adottate dai DS e dalla Margherita in materia di nomine e cogliere l’occasione per costruire un dialogo ed un rapporto con gli iscritti e gli elettori attraverso la trasparenza e la valutazione delle competenze. Pertanto, richiamarsi alla prassi, la quale non esiste nel PD, per la riconferma degli uscenti significa richiamarsi al passato e ad esperienze che appartengono ad altri partiti.
Occorre tenere presente che il documento è finalizzato alle nomine nelle grandi società di gestione dei servizi pubblici locali di Verona e non ha la pretesa di considerare tutta la provincia dove esistono condizioni particolari del territorio che andrebbero esaminate caso per caso.
Il documento è rivolto al PD complessivamente considerato e nelle sue diverse articolazioni (segretario provinciale, direzione provinciale, gruppi consiliari).
La commissione tecnica (punto 1 del documento) è uno strumento e non rappresenta una condizione senza la quale la proposta non può essere realizzata. Tale strumento avrebbe potuto facilitare la designazione delle persone nei consigli di amministrazione. Il PD può dotarsi di altri e migliori strumenti senza offuscare i contenuti e gli obiettivi del documento.
Gli aspetti prescrittivi del documento (punto 2 del documento) possono essere superati senza eliminare alcuni problemi relativi all’intreccio tra politica e management.
Occorre distinguere la politica ed il management perché i due ambiti sono diversi e molto spesso vengono confusi. L’area di management è occupata spesso da politici non eletti, da vassalli e da persone che intendono intraprendere l’impegno politico candidandosi negli enti territoriali e non da persone scelte per la qualità delle competenze che possiedono. Utilizzare la presenza nei consigli di amministrazione delle società partecipate come un trampolino di lancio per l’impegno politico è strumentale e nasce da una scarsa considerazione dell’impegno manageriale e degli scopi sociali delle società di gestione dei servizi pubblici territoriali.
La trasparenza totale che si richiede riguarda l’intero processo delle nomine dal bando del comune per il rinnovo o l’integrazione dei consigli di amministrazione delle società alla pubblicazione dei curriculum ed alla valutazione scritta delle persone designate nelle società di gestione.
La regolamentazione comunale non garantisce la trasparenza totale e la valutazione delle competenze ed è per questo che il PD è chiamato a svolgere una funzione di integrazione rispetto alle regole del Comune di Verona al fine di rendere visibili ai cittadini le scelte in materia di nomine nelle società.
Le competenze implicano sempre una combinazione di conoscenza ed azione. Lo studio e l’esperienza pratica ne rappresentano le fondamenta permettendo al professionista di creare un circolo virtuoso nel quale si intersecano la conoscenza (sapere) e la competenza (saper fare). Occorre, quindi, che il PD valuti i curriculum, i requisiti e le esperienze delle persone interessate alle candidature e promuova le candidature più adeguate. Inoltre, si fa presente che il consiglio di amministrazione di una società non è una scuola o una palestra dove le persone designate acquisiscono conoscenze e competenze che all’atto della nomina non possiedono.
L’appartenenza politica è il requisito di cui nel documento non si parla in quanto essendo delle nomine effettuate dai gruppi consiliari del PD è scontato che vengano scelte persone che si riconoscono nel partito o nel centro sinistra. Questo requisito non deve essere in nessun caso preminente rispetto alle competenze.
Inoltre, l’appartenenza politica non significa disimpegno rispetto alla strategia del PD in materia di servizi pubblici locali. Al contrario le persone designate dovrebbero assumersi l’onere della politica aziendale da perseguire e della trasparenza nei confronti del PD e dei cittadini utenti.
Nell’incontro sono state espresse diverse e particolari eccezioni che non possono in nessun caso inficiare la proposta complessiva effettuata che si basa sulla cultura della trasparenza, della valutazione e delle competenze senza la quale si crea un vuoto nell’impegno politico del PD.
Il confronto non si è concluso e proseguirà fino alla condivisione degli obiettivi proposti. Ritengo che ci siano le condizioni per addivenire ad una posizione unitaria.
Occorre tenere presente che il documento è finalizzato alle nomine nelle grandi società di gestione dei servizi pubblici locali di Verona e non ha la pretesa di considerare tutta la provincia dove esistono condizioni particolari del territorio che andrebbero esaminate caso per caso.
Il documento è rivolto al PD complessivamente considerato e nelle sue diverse articolazioni (segretario provinciale, direzione provinciale, gruppi consiliari).
La commissione tecnica (punto 1 del documento) è uno strumento e non rappresenta una condizione senza la quale la proposta non può essere realizzata. Tale strumento avrebbe potuto facilitare la designazione delle persone nei consigli di amministrazione. Il PD può dotarsi di altri e migliori strumenti senza offuscare i contenuti e gli obiettivi del documento.
Gli aspetti prescrittivi del documento (punto 2 del documento) possono essere superati senza eliminare alcuni problemi relativi all’intreccio tra politica e management.
Occorre distinguere la politica ed il management perché i due ambiti sono diversi e molto spesso vengono confusi. L’area di management è occupata spesso da politici non eletti, da vassalli e da persone che intendono intraprendere l’impegno politico candidandosi negli enti territoriali e non da persone scelte per la qualità delle competenze che possiedono. Utilizzare la presenza nei consigli di amministrazione delle società partecipate come un trampolino di lancio per l’impegno politico è strumentale e nasce da una scarsa considerazione dell’impegno manageriale e degli scopi sociali delle società di gestione dei servizi pubblici territoriali.
La trasparenza totale che si richiede riguarda l’intero processo delle nomine dal bando del comune per il rinnovo o l’integrazione dei consigli di amministrazione delle società alla pubblicazione dei curriculum ed alla valutazione scritta delle persone designate nelle società di gestione.
La regolamentazione comunale non garantisce la trasparenza totale e la valutazione delle competenze ed è per questo che il PD è chiamato a svolgere una funzione di integrazione rispetto alle regole del Comune di Verona al fine di rendere visibili ai cittadini le scelte in materia di nomine nelle società.
Le competenze implicano sempre una combinazione di conoscenza ed azione. Lo studio e l’esperienza pratica ne rappresentano le fondamenta permettendo al professionista di creare un circolo virtuoso nel quale si intersecano la conoscenza (sapere) e la competenza (saper fare). Occorre, quindi, che il PD valuti i curriculum, i requisiti e le esperienze delle persone interessate alle candidature e promuova le candidature più adeguate. Inoltre, si fa presente che il consiglio di amministrazione di una società non è una scuola o una palestra dove le persone designate acquisiscono conoscenze e competenze che all’atto della nomina non possiedono.
L’appartenenza politica è il requisito di cui nel documento non si parla in quanto essendo delle nomine effettuate dai gruppi consiliari del PD è scontato che vengano scelte persone che si riconoscono nel partito o nel centro sinistra. Questo requisito non deve essere in nessun caso preminente rispetto alle competenze.
Inoltre, l’appartenenza politica non significa disimpegno rispetto alla strategia del PD in materia di servizi pubblici locali. Al contrario le persone designate dovrebbero assumersi l’onere della politica aziendale da perseguire e della trasparenza nei confronti del PD e dei cittadini utenti.
Nell’incontro sono state espresse diverse e particolari eccezioni che non possono in nessun caso inficiare la proposta complessiva effettuata che si basa sulla cultura della trasparenza, della valutazione e delle competenze senza la quale si crea un vuoto nell’impegno politico del PD.
Il confronto non si è concluso e proseguirà fino alla condivisione degli obiettivi proposti. Ritengo che ci siano le condizioni per addivenire ad una posizione unitaria.
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