Diego Zardini primo firmatario, Paolo Gandolfi ed altri 24
deputati hanno presentato una proposta
di legge per promuovere l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro.
La proposta di legge si propone l’obiettivo di sostenere l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro con l’eliminazione delle condizioni che rendono impossibile il riconoscimento dell’indennizzo per infortunio in itinere.
Infatti, la normativa vigente riconosce l’infortunio in itinere e la relativa indennità per coloro che usano
la bicicletta solo nel caso in cui vi è l’uso necessitato di tale mezzo di trasporto (piste ciclabili, sciopero dei mezzi pubblici e altro).
La proposta di legge propone l’eliminazione dell’uso necessitato della bicicletta per recarsi al lavoro nel caso di incidente nel percorso casa, lavoro, casa e di conseguenza faciliterebbe l’uso di tale mezzo.
Con i livelli di polveri sottili ed altri inquinanti, dichiaraLorenzo Dalai consigliere della Provincia di Verona, sempre oltre i limiti cercare di attuare anche la più piccola misura che vada a limitare il traffico automobilistico privato è senz'altro encomiabile. Purtroppo fino ad oggi si sono invocate "misure strutturali" e con questo alibi nulla è stato messo in cantiere. L'iniziativa di garantire la copertura assicurativa a chi decide di utilizzare la bicicletta per andare al lavoro è senz'altro
piccola cosa di fronte alla gravità del problema, ma ha il grande merito di dare concretezza ad un disegno, che, partendo appunto da misure reali, seppur non eclatanti, può far capire che la direzione intrapresa è quella che nel nord Europa vede appunto una parte consistente dei lavoratori utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto ideale: silenziosa, non inquinante, economica, salutistica. Cominciamo da qui e, senza soste, lavoriamo per una mobilità alternativa e sostenibile!
“Accrescere sempre più il numero delle persone che utilizzano la bicicletta per recarsi al lavoro, soprattutto in città, è un passo avanti importante per la nostra comunità, afferma Matteo Avogaro. Dal punto di vista della tutela dell'ambiente e della salute. Naturalmente, l'invito ad utilizzare la bicicletta deve corrispondete ad una modifica delle leggi che spinga le persone a fare questo passo. Ed è qui che si rivela la qualità e l'importanza della proposta di Diego Zardini. Un'ottima iniziativa, che dimostra come Diego e gli altri estensori del progetto sappiano occuparsi, in Parlamento, di temi che toccano la vita concreta e quotidiana dei cittadini. E di saperlo fare nel modo migliore".
Luca Granzarolo richiama l’impegno degli enti locali: "La Proposta di legge di cui Zardini è primo
firmatario è fondamentale, perché costituisce un elemento di modernizzazione
del nostro Paese e ha importanti ricadute sulla vita di tutti noi. Rappresenta
un incentivo all'utilizzo della bicicletta, con conseguenze positive per la
salute delle persone e per dell'ambiente. Tuttavia è anche importante pensare a
una seria e completa rete di piste ciclabili che attraversi Verona, per rendere
effettiva e concreta la possibilità di spostarsi in bicicletta. A questo scopo
dovranno impegnarsi i consiglieri circoscrizionali e comunali".
“A livello europeo sono numerosi gli esempi di normative tese a favorire l’uso della bicicletta, dichiaraYared Ghebremariam-Tesfau , come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro, realtà grandi, come Barcellona o Amsterdam, e realtà meno grandi, come Friburgo, con questo tipo di iniziativa hanno ottenuto una considerevole riduzione del numero di automobili con tutti i vantaggi che da questo comporta. Prendendo questi esempi virtuosi a modello, è giunto il momento di iniziare a valorizzare davvero questo tipo di trasporto e non limitarci a qualche isolata pista ciclabile o a qualche imbarazzante surrogato di bike sharing”.
A sostegno della proposta di legge è nato un gruppo in Facebook “Al lavoro in bicicletta” che in pochi giorni ha raccolto il consenso di 1.335 persone e tra questi i gruppi amanti della bicicletta sparsi in tutt’Italia.
Numerosi sono stati i commenti degli aderenti e tra questi si riportano i seguenti:
- il mio direttore arriva al lavoro in bici, anche io lo faccio da S. Massimo a corso Porta Nuova con il bel tempo. La salita di via San Marco, però è troppo irta e spesso porto la bici a mano;
- trovo che quando vado a lavoro in bici guadagno in umore, salute ,finanza, felicità, tempo, e tanta goduria nel vedere i miei fratelli ingabbiati e incazzati nelle loro lussuose scatole di ferro!!;
- Awsome!!! cioè.... che figata.... andare al lavoro in bici! Ma quanto sono più rincoglioniti di noi i colleghi che usano l'auto per fare 1 km. Prima di carburare di la dalla scrivania impiegano tempo e caffè mentre noi arriviamo già pimpanti ed energizzati. Diffondiamo il verbo;
- Oltre al problema dell'infortunio in itinere, occorrerebbe incoraggiare la pratica economicamente o con un incentivo economico all'olandese o con una riduzione delle imposte sul reddito (come succedeva a mia figlia quando lavorava a Berlino);
- Vivo a Mestre e lavoro da 13 anni a Treviso. Da Treviso a Mestre vi sono circa 25 KM che ho fatto per diversi anni in bicicletta quasi tutti i giorni. Ma ho dovuto smettere: 1) In Italia vi è la Libertà di rubare le biciclette. Spendo troppo a dover ricomprare biciclette (i catorci non attirano i ladri, ma vanno bene solo per andare in bar o in stazione dei treni). La soluzione si chiama chip identificativo ma i politici italiani sono per la Libertà di Furto 2) Furgoni e SUV guidati da rampante con cellulare incollato all'orecchio che guidano come pazzi ubriachi: si rischia la vita. 3) Inquinamento dell'aria: in inverno si arriva al lavoro con gli occhi rossi che bruciano. In Italia tanti tifano per la Libertà d'Inquinare (industrie, impianti di riscaldamento, camion stranieri, furgoni antidiluviani, scooter a due tempi);
- Bisogna sensibilizzare le imprese pubbliche e private affinché mettano a disposizioni dei parcheggi custoditi per le biciclette;
- Bella proposta, speriamo che possa andare a buon fine. Includete qualcosa che stimoli (o obblighi) i comuni a creare piste ciclabili, incroci adatti ai ciclisti, vie preferenziali e così via, in modo da rendere conveniente l'utilizzo della bici rispetto alla macchina!
Dai commenti si evince che occorre impegnarsi e mobilitare le persone affinché la proposta di legge venga approvata e non dimenticata come è successo con la precedente proposta predisposta da Fiab. Inoltre è necessario attuare una politica territoriale della mobilità sostenibile e sensibilizzare le imprese a mettere a disposizione dei parcheggi custoditi e coperti a favore dei propri dipendenti che usano la bicicletta.
Il primo obiettivo è quello di ampliare il gruppo “Al Lavoro in bicicletta” in Facebook affinché la proposta venga conosciuta e sostenuta dai cittadini e dalle associazioni ciclistiche.
La proposta di legge propone l’eliminazione dell’uso necessitato della bicicletta per recarsi al lavoro nel caso di incidente nel percorso casa, lavoro, casa e di conseguenza faciliterebbe l’uso di tale mezzo.
Con i livelli di polveri sottili ed altri inquinanti, dichiara
“Accrescere sempre più il numero delle persone che utilizzano la bicicletta per recarsi al lavoro, soprattutto in città, è un passo avanti importante per la nostra comunità, afferma Matteo Avogaro. Dal punto di vista della tutela dell'ambiente e della salute. Naturalmente, l'invito ad utilizzare la bicicletta deve corrispondete ad una modifica delle leggi che spinga le persone a fare questo passo. Ed è qui che si rivela la qualità e l'importanza della proposta di Diego Zardini. Un'ottima iniziativa, che dimostra come Diego e gli altri estensori del progetto sappiano occuparsi, in Parlamento, di temi che toccano la vita concreta e quotidiana dei cittadini. E di saperlo fare nel modo migliore".
“A livello europeo sono numerosi gli esempi di normative tese a favorire l’uso della bicicletta, dichiara
A sostegno della proposta di legge è nato un gruppo in Facebook “Al lavoro in bicicletta” che in pochi giorni ha raccolto il consenso di 1.335 persone e tra questi i gruppi amanti della bicicletta sparsi in tutt’Italia.
Numerosi sono stati i commenti degli aderenti e tra questi si riportano i seguenti:
- il mio direttore arriva al lavoro in bici, anche io lo faccio da S. Massimo a corso Porta Nuova con il bel tempo. La salita di via San Marco, però è troppo irta e spesso porto la bici a mano;
- trovo che quando vado a lavoro in bici guadagno in umore, salute ,finanza, felicità, tempo, e tanta goduria nel vedere i miei fratelli ingabbiati e incazzati nelle loro lussuose scatole di ferro!!;
- Awsome!!! cioè.... che figata.... andare al lavoro in bici! Ma quanto sono più rincoglioniti di noi i colleghi che usano l'auto per fare 1 km. Prima di carburare di la dalla scrivania impiegano tempo e caffè mentre noi arriviamo già pimpanti ed energizzati. Diffondiamo il verbo;
- Oltre al problema dell'infortunio in itinere, occorrerebbe incoraggiare la pratica economicamente o con un incentivo economico all'olandese o con una riduzione delle imposte sul reddito (come succedeva a mia figlia quando lavorava a Berlino);
- Vivo a Mestre e lavoro da 13 anni a Treviso. Da Treviso a Mestre vi sono circa 25 KM che ho fatto per diversi anni in bicicletta quasi tutti i giorni. Ma ho dovuto smettere: 1) In Italia vi è la Libertà di rubare le biciclette. Spendo troppo a dover ricomprare biciclette (i catorci non attirano i ladri, ma vanno bene solo per andare in bar o in stazione dei treni). La soluzione si chiama chip identificativo ma i politici italiani sono per la Libertà di Furto 2) Furgoni e SUV guidati da rampante con cellulare incollato all'orecchio che guidano come pazzi ubriachi: si rischia la vita. 3) Inquinamento dell'aria: in inverno si arriva al lavoro con gli occhi rossi che bruciano. In Italia tanti tifano per la Libertà d'Inquinare (industrie, impianti di riscaldamento, camion stranieri, furgoni antidiluviani, scooter a due tempi);
- Bisogna sensibilizzare le imprese pubbliche e private affinché mettano a disposizioni dei parcheggi custoditi per le biciclette;
- Bella proposta, speriamo che possa andare a buon fine. Includete qualcosa che stimoli (o obblighi) i comuni a creare piste ciclabili, incroci adatti ai ciclisti, vie preferenziali e così via, in modo da rendere conveniente l'utilizzo della bici rispetto alla macchina!
Dai commenti si evince che occorre impegnarsi e mobilitare le persone affinché la proposta di legge venga approvata e non dimenticata come è successo con la precedente proposta predisposta da Fiab. Inoltre è necessario attuare una politica territoriale della mobilità sostenibile e sensibilizzare le imprese a mettere a disposizione dei parcheggi custoditi e coperti a favore dei propri dipendenti che usano la bicicletta.
Il primo obiettivo è quello di ampliare il gruppo “Al Lavoro in bicicletta” in Facebook affinché la proposta venga conosciuta e sostenuta dai cittadini e dalle associazioni ciclistiche.
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