Riporto integralmente la dichiarazione di
“È una grande vittoria per il Partito Democratico e per il suo segretario, che è riuscito a fare ciò che negli ultimi 8 anni non si è fatto: mettere d’accordo le
principali forze politiche su una riforma che individui chiaramente un vincitore e non sia modificata alla prossima tornata elettorale. Le polemiche sulla proposta di Renzi sulla legge elettorale sono del tutto strumentali.
Chi in passato ha approvato una riforma di questo tipo senza interloquire con il
principale partito di opposizione ha prodotto il ‘Porcellum’, con le conseguenze che conosciamo. Per coerenza, è impensabile oggi non coinvolgere il principale partito di opposizione e il suo leader, Berlusconi, su un tema simile né sono ricevibili le critiche di chi fino a ieri ha sostenuto, a ragione, in prima linea, l’accordo per il governo di larghe intese. Oggi abbiamo una proposta largamente condivisa, che restituisce governabilità al Paese e potere di scelta agli elettori. La proposta di Renzi prevede collegi piccoli, con massimo 4 o 5 seggi in palio, sulla scheda ci saranno i nomi dei candidati, che saranno perfettamente identificabili, influenzando così la scelta dell’elettore sul partito o la coalizione da votare. Nessuno potrà
nascondersi. Il potere di scelta non è intaccato e non lo è ancora di più per gli elettori del Pd, che ormai ha una tradizione consolidata sulle primarie.
La riforma sarebbe completa se contenesse anche un riferimento alle primarie, regolandole per tutti e imponendole, ma, per il momento, è un primo passo e risponde alle esigenze principali del Paese: governare con una coalizione solida che si basa su priorità programmatiche. Colpisce l’indagine di Demos per la Repubblica, che rileva un aumento della quota di italiani per i quali si può rinunciare alla democrazia in favore di forme più o meno autoritarie di governo. Indicativa della graduale paralisi della nostra democrazia, incapace di dare risposte. Con questa riforma si può tornare a fare politica con efficacia.
Nel frattempo credo che gli elettori sapranno riconoscere lo sforzo di chi, per sua iniziativa, saprà farli partecipare in modo trasparente alla scelta dei candidati”.
Sempre su FacebookCarla
Pellegatta , dirigente della Cgil del Veneto, ha dichiarato:
“Il sistema delle preferenze è sempre stato foriero di clientele e manovre di
bottega. Si facciano le primarie di collegio”.
La sinistra storica del PD (ex Pci, ex Pds, ex DS) ha dimenticano volutamente le battaglie fatte da sempre contro le preferenze per motivi condivisibili (libertà di voto contro le clientele, la mafia e la criminalità). Adesso invece pur di contestare Renzi condivide strumentalmente le preferenze.
Sono cresciuto con le preferenze fin dagli anni 70 nel Sud e conosco molto bene gli effetti illeciti di tale strumento. Negli anni 90 si è creata una cultura contro tale metodo di scelta e non sono stato io a sostenerla. Ma non si può per le convenienze di qualcuno interessato cambiare a comando. Questo è quello che sta avvenendo oggi dimenticando che le preferenze possono essere sostituite con altri strumenti (lista corta, collegi ridotti e primarie). In ogni caso nel momento in cui occorre arrivare ad un accordo qualcosa bisogna pur lasciare se si è convinti che un cambiamento del sistema è necessario ed urgente. Altrimenti non facciamo nulla e continuiamo a fare gli "intellettuali sterili" senza produrre nulla di positivo per il paese e senza pensare che potremmo scomparire dal sistema politico. Rimanere fermi e uniti non serve al paese ed al PD.
La sinistra storica ha continuato anche con Bersani a contrastare le preferenze e vi sono articoli di giornali. Non ho interesse a difendere una parte del partito. Ho vissuto il periodo pre PD e parlo con cognizione di causa. Quella posizione è continuata nel PD tanto è vero che era stata scelta una proposta con collegi uninominali e doppio turno in contrasto con la posizione di Berlusconi. Per tale motivo non si è fatto nulla. La proposta di Renzi rappresenta la proposta possibile in questo momento e con le forze politiche in campo. Si evitino le preferenze e si facciano le primarie.
BravaAlessia Rotta ad esprimere tale posizione che non va tanto di moda ma che può salvare un paese in ginocchio.
La riforma elettorale e collegata alla istituzione del senato delle autonomie e alla riforma del titolo V della Costituzione. Tutte riforme importanti che rappresentano il presupposto per avviare un grande cambiamento nel nostro paese. Non bisogna dimenticare che la prossima settimana si discuterà in direzione PD del Job Act di Matteo Renzi dopo anni di inerzia e slogansimproduttivi.
Occorre avere presente che la ragione di essere del Governo Letta sono le riforme e senza di esse cadono i presupposti di questo Governo.
Nel frattempo credo che gli elettori sapranno riconoscere lo sforzo di chi, per sua iniziativa, saprà farli partecipare in modo trasparente alla scelta dei candidati”.
Sempre su Facebook
La sinistra storica del PD (ex Pci, ex Pds, ex DS) ha dimenticano volutamente le battaglie fatte da sempre contro le preferenze per motivi condivisibili (libertà di voto contro le clientele, la mafia e la criminalità). Adesso invece pur di contestare Renzi condivide strumentalmente le preferenze.
Sono cresciuto con le preferenze fin dagli anni 70 nel Sud e conosco molto bene gli effetti illeciti di tale strumento. Negli anni 90 si è creata una cultura contro tale metodo di scelta e non sono stato io a sostenerla. Ma non si può per le convenienze di qualcuno interessato cambiare a comando. Questo è quello che sta avvenendo oggi dimenticando che le preferenze possono essere sostituite con altri strumenti (lista corta, collegi ridotti e primarie). In ogni caso nel momento in cui occorre arrivare ad un accordo qualcosa bisogna pur lasciare se si è convinti che un cambiamento del sistema è necessario ed urgente. Altrimenti non facciamo nulla e continuiamo a fare gli "intellettuali sterili" senza produrre nulla di positivo per il paese e senza pensare che potremmo scomparire dal sistema politico. Rimanere fermi e uniti non serve al paese ed al PD.
La sinistra storica ha continuato anche con Bersani a contrastare le preferenze e vi sono articoli di giornali. Non ho interesse a difendere una parte del partito. Ho vissuto il periodo pre PD e parlo con cognizione di causa. Quella posizione è continuata nel PD tanto è vero che era stata scelta una proposta con collegi uninominali e doppio turno in contrasto con la posizione di Berlusconi. Per tale motivo non si è fatto nulla. La proposta di Renzi rappresenta la proposta possibile in questo momento e con le forze politiche in campo. Si evitino le preferenze e si facciano le primarie.
Brava
La riforma elettorale e collegata alla istituzione del senato delle autonomie e alla riforma del titolo V della Costituzione. Tutte riforme importanti che rappresentano il presupposto per avviare un grande cambiamento nel nostro paese. Non bisogna dimenticare che la prossima settimana si discuterà in direzione PD del Job Act di Matteo Renzi dopo anni di inerzia e slogansimproduttivi.
Occorre avere presente che la ragione di essere del Governo Letta sono le riforme e senza di esse cadono i presupposti di questo Governo.
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