In un ambiente caratterizzato da bassa competizione globale e dinamismo economico il cambiamento non rappresenta un problema da affrontare con immediatezza. Al contrario l’ambiente in cui è presente l’Italia è caratterizzato dalla competizione globale e da una evoluzione costante e, pertanto, il paese ha necessità di introdurre straordinari
cambiamenti “non soltanto per competere e prosperare, ma anche solo per
sopravvivere” (Kotter, 1998).
La globalizzazione è la risultanza di tante forze legate al cambiamento: tecnologica, integrazione economica internazionale, crescita del mercato interno. Rispetto a queste forze il paese si trova impreparato perché le regole, l’assetto istituzionale ed il
sistema politico non sono all’altezza di interagire positivamente con la
globalizzazione e coglierne le opportunità.
Tra gli aspetti negativi dell’Italia vi sono: la bassa trasparenza, l’alto tasso di corruzione, l’alta sfiducia nel sistema dei partiti, la bassa produttività, il ritardo
dell’impresa facilitata dall’attuale assetto economico e sociale e soprattutto
l’emergenza dei problemi sociali.
Il cambiamento è necessario e finalmente un’esponente politico, Pierluigi Bersani segretario del Partito Democratico, si fa carico di formare un Governo all’insegna del cambiamento, rompendo il tradizionale metodo dei compromessi e degli accordi opachi.
Purtroppo le forze politiche uscite dalle recenti consultazioni elettorali non
comprendono il senso dell’urgenza del cambiamento, punto questo indicato da
Kotter al primo posto negli otto stadi
per realizzare il cambiamento nelle organizzazioni.
Non capiscono le forze politiche che il cambiamento è la sopravvivenza del sistema dei partiti e del paese.
“Il nuovo parlamento, ha dichiarato Diego Zardini parlamentare del PD, e' costituito da una grandissima percentuale di donne, di giovani ed è rinnovato con picchi mai eguagliati nella storia del nostro Paese. Grazie alle Primarie il PD ha creato un forte legame dei nuovi parlamentari col territorio. Questo grande patrimonio deve trovare espressione
in un Governo per il paese che abbia nei suoi propositi una fortissima
innovazione programmatica, in grado di vincere le difficilissime sfide che
abbiamo davanti a noi. Tutte le forze politiche dovranno prendersi una parte di
responsabilità, con opportuna reciprocità, a favore delle riforme, come
proposto da Bersani”.
La giornata politica di ieri fa comprendere facilmente che il senso dell’urgenza e la consapevolezza del cambiamento non è avvertito da alcune rappresentanze parlamentari e, di conseguenza, è irrealizzabile qualunque forma di cooperazione.
Prevale ancora l’occupazione del potere attraverso compromessi e accordi obsoleti finalizzati al mantenimento dello status quo. Persino il M5S che ha raccolto il consenso ampio di una contestazione attiva pensa di distruggere ogni cosa senza porsi il problema di costruire e rappresentare i propri elettori attraverso l’approvazione di punti significativi del loro programma.
Il problema è che l’attuale equilibrio instabile è figlio delle vecchie regole che nessuno vuole abbandonare perché hanno fruttato consensi e privilegi ed il futuro costruito sul cambiamento non offre alcuna sicurezza. Ad esempio l’approvazione di una nuova legge anticorruzione comprensiva del voto di scambio e del falso in bilancio avrebbe due effetti immediati: 1) Il M5S avrebbe un argomento in meno da contestare; 2) Il PDL avrebbe meno tutele per Berlusconi.
Alessia Rotta , deputata del Partito Democratico, con riferimento al cambiamento dichiara "In
Italia non mancano uomini e mezzi per competere, mancano metodo e
rigore." E ancora "Noi
crediamo nell’avvenire del nostro Paese, sentiamo il dovere di lavorare in
tutta la misura delle nostre forze per costruire giorno per giorno l’edificio
della libertà e delle giustizia, che soprattutto vogliamo preparare per le
nuove generazioni.
Potremmo citare, in questi giorni, numerosi padri della nostra patria da Berlinguer a Spinelli. Le due frasi riferite di cui sopra sono invece, rispettivamente di Adriano Olivetti e di Enrico Mattei. Due uomini grandi della vita economica e sociale italiana, oltreché politica”.
“E' a loro che penso, concludeAlessia Rotta , quando cerco ispirazione e spesso in questi giorni accade, per cercare il senso. Trovare strade battute di persone illuminate, che, la storia ci racconta, spesso non sono state ascoltate. Il loro tempo era allora, ma nell'incompiutezza del loro mandato, nella profezia non ascoltata è anche e soprattutto l'oggi.
Penso a questo: al cambiamento non possibile, ma già in atto oggi, con le persone che rappresentano i cittadini, a quei deputati scelti non dai partiti, non dalle nomenclature, ma da altri cittadini alle primarie. E penso all'occasione che potremmo perdere o aver perduto.
Perché di rabbia non si vive, né si mangia”.
Il M5S all'incontro con Bersani ha espresso una contraddizione: NO alla fiducia al Governo Bersani e SI all'approvazione di singoli provvedimenti condivisi, dimenticando che tali provvedimenti non possono esserci senza la nascita di un Governo di cambiamento. Inoltre, ho notato una presunzione nel momento in cui la Lombardi ha dichiarato che il M5S non si incontra con le parti sociali in quanto loro sono le parti sociali. Dimentica Lombardi che loro sono dei parlamentari a prescindere dalle loro esperienze personali e che le parti sociali sono altro. Altra scorrettezza della Lombardi che ha dichiarato: Mi sembra di assistere ad una puntata di Ballarò. Non comprende la capo gruppo del M5S che al tavolo delle trattative si cerca di costruire il futuro del paese con nuove regole.
In definitiva il M5S si assume la responsabilità di non far nascere un Governo di cambiamento, tanto voluto da Bersani e dal PD e prospettato a suo modo dal M5S durante la campagna elettorale.
IL M5S ha una autonomia limitata perché condizionato dalle dichiarazioni scorrette e volgari di Grillo pubblicate sul suo blog che hanno la finalità di distruggere e non innovare e reprimere la coscienza dei deputati del movimento che in condizioni diverse avrebbero senz’altro offerto il loro contributo per il bene del paese.
Ritengo che per la gravità dei problemi del paese non può nascere un Governo qualunque ma di cambiamento altrimenti si corre il rischio di ricorrere agli elettori con le carte truccate, senza aver cambiato le regole e con la pretesa di far assumere agli elettori la responsabilità di effettuare delle scelte chiare e responsabili. Su questa strada aumenta il populismo e l’antipolitica in un momento in cui è ora di cambiare.
La giornata politica di ieri fa comprendere facilmente che il senso dell’urgenza e la consapevolezza del cambiamento non è avvertito da alcune rappresentanze parlamentari e, di conseguenza, è irrealizzabile qualunque forma di cooperazione.
Prevale ancora l’occupazione del potere attraverso compromessi e accordi obsoleti finalizzati al mantenimento dello status quo. Persino il M5S che ha raccolto il consenso ampio di una contestazione attiva pensa di distruggere ogni cosa senza porsi il problema di costruire e rappresentare i propri elettori attraverso l’approvazione di punti significativi del loro programma.
Il problema è che l’attuale equilibrio instabile è figlio delle vecchie regole che nessuno vuole abbandonare perché hanno fruttato consensi e privilegi ed il futuro costruito sul cambiamento non offre alcuna sicurezza. Ad esempio l’approvazione di una nuova legge anticorruzione comprensiva del voto di scambio e del falso in bilancio avrebbe due effetti immediati: 1) Il M5S avrebbe un argomento in meno da contestare; 2) Il PDL avrebbe meno tutele per Berlusconi.
Potremmo citare, in questi giorni, numerosi padri della nostra patria da Berlinguer a Spinelli. Le due frasi riferite di cui sopra sono invece, rispettivamente di Adriano Olivetti e di Enrico Mattei. Due uomini grandi della vita economica e sociale italiana, oltreché politica”.
“E' a loro che penso, conclude
Penso a questo: al cambiamento non possibile, ma già in atto oggi, con le persone che rappresentano i cittadini, a quei deputati scelti non dai partiti, non dalle nomenclature, ma da altri cittadini alle primarie. E penso all'occasione che potremmo perdere o aver perduto.
Perché di rabbia non si vive, né si mangia”.
Il M5S all'incontro con Bersani ha espresso una contraddizione: NO alla fiducia al Governo Bersani e SI all'approvazione di singoli provvedimenti condivisi, dimenticando che tali provvedimenti non possono esserci senza la nascita di un Governo di cambiamento. Inoltre, ho notato una presunzione nel momento in cui la Lombardi ha dichiarato che il M5S non si incontra con le parti sociali in quanto loro sono le parti sociali. Dimentica Lombardi che loro sono dei parlamentari a prescindere dalle loro esperienze personali e che le parti sociali sono altro. Altra scorrettezza della Lombardi che ha dichiarato: Mi sembra di assistere ad una puntata di Ballarò. Non comprende la capo gruppo del M5S che al tavolo delle trattative si cerca di costruire il futuro del paese con nuove regole.
In definitiva il M5S si assume la responsabilità di non far nascere un Governo di cambiamento, tanto voluto da Bersani e dal PD e prospettato a suo modo dal M5S durante la campagna elettorale.
IL M5S ha una autonomia limitata perché condizionato dalle dichiarazioni scorrette e volgari di Grillo pubblicate sul suo blog che hanno la finalità di distruggere e non innovare e reprimere la coscienza dei deputati del movimento che in condizioni diverse avrebbero senz’altro offerto il loro contributo per il bene del paese.
Ritengo che per la gravità dei problemi del paese non può nascere un Governo qualunque ma di cambiamento altrimenti si corre il rischio di ricorrere agli elettori con le carte truccate, senza aver cambiato le regole e con la pretesa di far assumere agli elettori la responsabilità di effettuare delle scelte chiare e responsabili. Su questa strada aumenta il populismo e l’antipolitica in un momento in cui è ora di cambiare.
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