Federico Testa, deputato del Pd e responsabile Energia, è intervenuto con una interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economino per sapere,
premesso che:
in più passaggi del documento per consultazione pubblica prodotto dal MiSE “Strategia energetica nazionale: per un’energia più competitiva e sostenibile” si sostiene che l’Italia ha subito negli ultimi anni “un prezzo del gas elevato (nel 2011 in media superiore del 25% rispetto ai mercati europei)” (pag. 57);
tale maggior prezzo ha certamente influito sulle potenzialità competitive del Sistema-Paese, nonché sulle condizioni di vita delle famiglie e dei cittadini;
l’approvvigionamento in Italia ha visto come protagonista e leader di mercato la società Eni, fino a pochi mesi fa verticalmente integrata, con attività che spaziavano dall’upstream, al trasporto internazionale e nazionale, agli stoccaggi, fino alla distribuzione locale e vendita al cliente finale; appare quindi possibile ipotizzare che il differenziale positivo di prezzo sul mercato italiano abbia potuto configurarsi o come una qualche forma di rendita legata alla molto limitata apertura del mercato, o in alternativa come una scarsa volontà/capacità di contrattare condizioni di approvvigionamento più convenienti (legata peraltro alla possibilità di “scaricare” gli eventuali maggiori costi su clienti sostanzialmente captive);
che le “crisi gas”succedutesi negli anni hanno dimostrato come i contratti take or pay non abbiano consentito al Paese di evitare la crisi delle forniture, comportando invece costi significativi scaricati sulle bollette dei clienti;
nel momento in cui il Governo è intervenuto a mitigare il potere di mercato di Eni, attraverso il raggiungimento della separazione proprietaria di Snam, l’amministratore delegato di Eni dr. Paolo Scaroni, con l’intervista resa in data 29/10/2012 al Corriere della Sera, avanza –tra le altre- la proposta di introdurre un “capacity payment ..che..implicherebbe che la sicurezza di approvvigionamento assicurata dai …contratti take or pay…ci venga remunerata”;
su questo tema il Presidente dell’AEEG, ing. Guido Bortoni, nel corso dell’audizione presso la Commissione X del senato dello scorso 24 ottobre ha dichiarato di ritenere che “spetti a Governo e Parlamento dare una chiara valutazione” sul tema (ANSA 24 ott);
come il Governo, che è anche socio di riferimento della società, intenda rispondere alla proposta formulata dall’Amministratore Delegato dell’Eni che certamente produrrebbe, nel breve periodo, un ulteriore incremento dei costi dell’energia per le famiglie e le imprese
se non ritenga invece più efficace orientare ogni sforzo, anche economico, alla diversificazione delle fonti e delle rotte geopolitiche di approvvigionamento del gas, favorendo altresì le interconnessioni con i mercati del nord Europa.
che le “crisi gas”succedutesi negli anni hanno dimostrato come i contratti take or pay non abbiano consentito al Paese di evitare la crisi delle forniture, comportando invece costi significativi scaricati sulle bollette dei clienti;
nel momento in cui il Governo è intervenuto a mitigare il potere di mercato di Eni, attraverso il raggiungimento della separazione proprietaria di Snam, l’amministratore delegato di Eni dr. Paolo Scaroni, con l’intervista resa in data 29/10/2012 al Corriere della Sera, avanza –tra le altre- la proposta di introdurre un “capacity payment ..che..implicherebbe che la sicurezza di approvvigionamento assicurata dai …contratti take or pay…ci venga remunerata”;
su questo tema il Presidente dell’AEEG, ing. Guido Bortoni, nel corso dell’audizione presso la Commissione X del senato dello scorso 24 ottobre ha dichiarato di ritenere che “spetti a Governo e Parlamento dare una chiara valutazione” sul tema (ANSA 24 ott);
come il Governo, che è anche socio di riferimento della società, intenda rispondere alla proposta formulata dall’Amministratore Delegato dell’Eni che certamente produrrebbe, nel breve periodo, un ulteriore incremento dei costi dell’energia per le famiglie e le imprese
se non ritenga invece più efficace orientare ogni sforzo, anche economico, alla diversificazione delle fonti e delle rotte geopolitiche di approvvigionamento del gas, favorendo altresì le interconnessioni con i mercati del nord Europa.
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