Mi permetto di portare alla vostra conoscenza alcune riflessioni che ho comunicato al nostro consigliere regionale Franco Bonfante in riferimento alla tematica riguardante la parentopoli di Verona.
Un saluto a tutti.
Leggendo il tuo scritto ho pensato: così fan tutti..... (è la frase di molti che leggendo la tua denuncia potrebbero fare) Ma non è così. Io porto in dote la vita di chi mia preceduto. Mio padre ha servito l'Arma dei Carabinieri: anch'io lo sono diventato (per un anno... ma Carabinieri lo si è sempre...). Sono andato prima a Torino (erano gli anni in cui stava finendo il terrorismo 81/82).. in caserma facevo anche la guardia alla scuola Allievi Carabinieri Cernaia nel periodo in cui vi erano detenuti alcuni brigatisti delle BR. Ho avuto la fortuna di conoscere il Generale Dalla Chiesa che comandando la Legione era anche responsabile della scuola. Poi sono entrato nel reparto speciale Pluto della Nato ed ho vissuto in prima persona il periodo del rapimento del genrale Dozier: era il reparto che si dedicava alla sicurezza della base Nato di Longare a Vicenza e si avevano continui allarmi per possibili attentati.... si facevano continue perlustrazioni di notte perchè si ricevevano telefonate in cui indicavano che il rapito era stato ammazzato e il corpo gettato vicino alla base... Ho perso alcuni colleghi che dopo Torino erano andati a Milano e dopo un conflitto a fuoco hanno visto i loro sogni cancellati per i cosiddetti errori di gioventù di altri. Nei vari luoghi dove ho prestato servizio ho conosciuto tanti colleghi che avevano lavorato insieme a mio padre. Prima di lasciare sia Torino e poi prima del congedo Vicenza sono andato a chiedere ai superiori (che conoscevano mio padre) il perchè non ero mai stato chiamato a svolgere lavori in ufficio (insomma nel gergo della naia gli imboscati) e tutte e due le volte la risposta che non mi aspettavo .."guarda che due giorni prima che tu arrivassi è venuto tuo padre a parlare ed è stato lui a chiederci di non avere nessun favoritismo verso di te!.
Certamente per entrare nell'Arma la vita di 30anni di mio padre a servizio della Benemerita è stata una grande "raccomandazione" ( alla selezione di Padova .... il Maresciallo "ma tu sei Di Filippo per caso figlio.... e come mai tuo padre non ti ha accompagnato o non ci ha telefonato prima?" li ho solo pensato per un attimo: incominciamo bene....). Istituzione che mi ha dato la possibilità di vivere un anno fondamentale per la mia crescita personale: è stato un periodo di grande insegnamento civico. Poi ho iniziato la vita nella società civile e posso dire e testimoniare che non è vero che così fani tutti. Ci sono tante persone , e sono la maggioranza, che nella quotidianità testimoniano come la dignità della libertà sia anche quella di non avere nessun santo in paradiso. Persone che vivono con discrezione, quasi in silenzio, ma sono le persone che insegnano. Se anche tu riesci a essere fuori dal coro, a testimoniare che è falso il pensare che così fan tutti, certamente è il frutto di quello che hai respirato nella tua famiglia, che è il respiro giornaliero di tante altre persone. Non è giusto far finta di niente per il quieto vivere, lasciare passare il pensiero che quella della raccomandazione sia una prassi normale. Nei miei 32 anni di lavoro ho conosciuto responsabili, dirigenti, politici, (anche dove lavoro adesso) che pur avendo la possibilità di entrare nella stanza dei bottoni, hanno sempre operato con la consapevolezza che un posto di comando sia principalmente mettere a disposizione della collettività il proprio sapere e soprattutto il proprio essere e il proprio fare. Non solo il dire. Non parlavano solo di giustizia: operavano e facevano atti di giustizia. Queste riflessioni nascono come grazie per il tuo impegno, che è esteso anche a chi ti sta accompagnando Fasoli, D'Arienzo, Puppato etc., perchè non siete soli, ci sono intere persone, famiglie, che vivono in silenzio la semplicità e la normalità della correttezza civica e nonaccettano che passi anche su questi temi il tentativo del sonnifero culturale che ci sta accompagnando in questi anni.
Un grazie, perchè forse la vera raccomandazione è quella di operare nella normalità semplicemente.
Giorgio Di Filippo.
Certamente per entrare nell'Arma la vita di 30anni di mio padre a servizio della Benemerita è stata una grande "raccomandazione" ( alla selezione di Padova .... il Maresciallo "ma tu sei Di Filippo per caso figlio.... e come mai tuo padre non ti ha accompagnato o non ci ha telefonato prima?" li ho solo pensato per un attimo: incominciamo bene....). Istituzione che mi ha dato la possibilità di vivere un anno fondamentale per la mia crescita personale: è stato un periodo di grande insegnamento civico. Poi ho iniziato la vita nella società civile e posso dire e testimoniare che non è vero che così fani tutti. Ci sono tante persone , e sono la maggioranza, che nella quotidianità testimoniano come la dignità della libertà sia anche quella di non avere nessun santo in paradiso. Persone che vivono con discrezione, quasi in silenzio, ma sono le persone che insegnano. Se anche tu riesci a essere fuori dal coro, a testimoniare che è falso il pensare che così fan tutti, certamente è il frutto di quello che hai respirato nella tua famiglia, che è il respiro giornaliero di tante altre persone. Non è giusto far finta di niente per il quieto vivere, lasciare passare il pensiero che quella della raccomandazione sia una prassi normale. Nei miei 32 anni di lavoro ho conosciuto responsabili, dirigenti, politici, (anche dove lavoro adesso) che pur avendo la possibilità di entrare nella stanza dei bottoni, hanno sempre operato con la consapevolezza che un posto di comando sia principalmente mettere a disposizione della collettività il proprio sapere e soprattutto il proprio essere e il proprio fare. Non solo il dire. Non parlavano solo di giustizia: operavano e facevano atti di giustizia. Queste riflessioni nascono come grazie per il tuo impegno, che è esteso anche a chi ti sta accompagnando Fasoli, D'Arienzo, Puppato etc., perchè non siete soli, ci sono intere persone, famiglie, che vivono in silenzio la semplicità e la normalità della correttezza civica e nonaccettano che passi anche su questi temi il tentativo del sonnifero culturale che ci sta accompagnando in questi anni.
Un grazie, perchè forse la vera raccomandazione è quella di operare nella normalità semplicemente.
Giorgio Di Filippo.
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