Diego Zardini ha controreplicato alla risposta del Presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, e dell’assessore Giuliano Zigiotto con la seguente lettera.
Lo scambio epistolare può ritenersi positivo nel caso in cui si trasformi in un confronto ed in un dialogo nelle sedi istituzionali con il contributo di tutti i gruppi consiliari che intendono migliorare la performance della Provincia di Verona, superando posizioni e vincoli ideologici, tramite l’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009.
La posizione della Provincia rispetto all’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009 può essere esaminata tramite la valutazione degli atti (deliberazioni n. 312 del 30 dicembre 2010 e n. 6 del 31 gennaio 2011) e della risposta dell’organo politico amministrativo all’interrogazione ed alla lettera presentata dal sottoscritto.
Con la delibera n. 312 è stato modificato il regolamento provinciale sull’ordinamento degli uffici e dei servizi in assenza di una delibera del Consiglio Provinciale, prevista dall’art. 42, comma 2, lettera a) del D. Lgs. n. 267/2000, sui criteri generali di integrazione e modifica dell’Ordinamento Provinciale per adeguarlo ai principi del D. Lgs. n. 150/2009.
Tale delibera non adegua in modo completo il regolamento ai principi richiamati dall’art. 16, comma 2, dall’art. 31, comma 1 e dall’art. 74, comma 2. La Giunta ha proceduto ad una modifica parziale del Regolamento senza coinvolgere il Consiglio Provinciale. Tale posizione, giuridicamente e politicamente errata, è di netta chiusura nei confronti del Consiglio e dei gruppi di opposizione che solo in tale sede possono contribuire con proposte di miglioramento. La scelta della Giunta esprime una propensione al dialogo ed al confronto uguale a zero.
Con la delibera n. 6 sembra che la Giunta abbia conseguito da molto tempo la “one best way” (il modo migliore) per quanto riguarda il controllo-guida ed il ciclo della performance. Questa “certezza” non lascia spazi di confronto e di dialogo con i gruppi consiliari nell’unico interesse di attuare il D. Lgs n. 150/2009 in modo efficiente ed efficace ed adattandolo alle specificità territoriali ed organizzative dell’ente.
Essendo tali delibere parziali, rigide e prive di linee programmatiche si chiede che venga predisposto un documento denominato “Linee guida per l’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009 nella Provincia di Verona” al fine di promuovere l’adeguamento ai principi e l’introduzione degli strumenti manageriali previsti dal Decreto attraverso un dialogo costruttivo tra le forze politiche presenti in Consiglio Provinciale. A tale scopo i lavori del consiglio su questo argomento possono essere preparati da una apposita commissione a tempo al fine di predisporre una proposta che realizzi la più ampia convergenza possibile. Le linee guida che si propongono rappresenterebbero i criteri generali che il Consiglio Provinciale non ha mai deliberato e che dovrebbero essere rispettati dalla Giunta in sede di modifica ed integrazione del Regolamento (art. 48, comma 3, del D. Lgs. n. 267/2000).
Si segnala che l’allegato, “Relazione del nucleo di Valutazione del 28 gennaio allegata al verbale n. 1- 2011, alla delibera n. 6 non è visibile in via telematica come la delibera. Si chiede di rendere pubblico tale verbale e di sapere se tale relazione è stata approvata in sede di riunione del Nucleo di Valutazione legittimamente riunito a Verona e con seduta verbalizzata.
Si condividono alcune affermazione del Presidente e dell’Assessore in sede di risposta all’interrogazione e precisamente:
- “Non voglio, comunque, pensare che il sistema sia compiuto, poiché tutti i sistemi organizzativi debbono essere in costante e continuo miglioramento” …… “Farò apportare nel tempo gli eventuali adeguamenti alla normativa interna….”;
- “Sono certo che nei prossimi mesi potremo attivare un fattivo confronto e …… proporrò anche momenti di approfondimento …….. e di dare contributi per migliorare la nostra azione per il perseguimento dell’interesse pubblico”.
Al momento tali dichiarazioni sono poco credibili perché avvengono dopo l’approvazione del Bilancio, del PEG e del PDO e, quindi, senza aver aperto un tavolo di confronto. Vi è un’ultima possibilità per aprire un dialogo costruttivo: predisporre ed approvare il piano triennale della performance cosi come delineato dalla CiVIT. Non dovrebbe essere un problema in quanto tale piano dovrebbe contenere le scelte già effettuate dalla Giunta in sede di approvazione degli strumenti di programmazione. Molte Provincie hanno scelto tale via per attuare la gestione del ciclo della performance e per rendere intellegibili e comprensibili agli stakeholder esterni ed interni i contenuti programmatori della Provincia.
Vi sono enti locali, maggiormente di grandi dimensioni, che hanno attuato sistemi di controllo di gestione in epoca anteriore al D. Lgs. n. 150/2009 e qualche ente pubblico negli anni ’80 aveva iniziato ad applicare la misurazione e la valutazione del lavoro e dei risultati, la predisposizione di piani e l’introduzione del salario accessorio legato ai risultati. Tali esperienze vanno a vantaggio del sistema delle pubbliche amministrazioni e facilitano l’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009. Questo non vuol dire che il Decreto sia rivolto esclusivamente alle amministrazioni centrali dello stato perché gli enti locali sono chiamati direttamente ed in modo diverso, considerata la loro autonomia, ad applicare i cambiamenti previsti dal Decreto. Quindi nessuna sotto valutazione al ruolo che gli enti locali dovranno svolgere per innovarsi ed adattarsi alla nuova normativa.
Per quanto riguarda la Provincia di Verona si ritiene che il “sistema guida” introdotto da diverso tempo nella Provincia debba essere rivisitato ed adattato alle nuove disposizioni del D. Lgs. n. 150/2009. L’affermazione che il sistema è conforme al Decreto è semplicistica in quanto ogni strumento organizzativo per mantenere il medesimo posizionamento strategico deve essere migliorato continuamente e nel caso specifico deve essere adattato agli strumenti manageriali previsti dal D. Lgs n. 150 del 2009 e non dalla normativa precedente.
Occorre trasformare il “sistema guida” della Provincia attraverso l’implementazione operativa in un sistema di misurazione e valutazione della performance così come delineato dal Decreto e dalle delibere della CiVIT (n. 89/2010, n. 104/2010 e n. 114/2010).
I premi di incentivazione della produttività possono essere attivati nelle amministrazioni che hanno realizzato la gestione del ciclo della performance ed è vietata la corresponsione del trattamento accessorio collegato alla performance in assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione adottati ai sensi del presente decreto (art. 18, comma 2). Pertanto, la Provincia di Verona dovrà sottoporre il ciclo di gestione della performance ed il sistema di misurazione e valutazione al parere obbligatorio dell’UPI.
Inoltre, bisogna tenere presente gli elementi del performance management tra i quali si indicano:
- Dati ed informazioni a supporto del potere decisionale (grado di conseguimento degli obiettivi programmati e dei risultati conseguiti) durante l’evoluzione dei processi. Questo permette al management di intervenire durante lo svolgimento dei processi con azioni correttive nel caso in cui si verifichino scostamenti per adeguare l’andamento della produzione dei servizi agli obiettivi strategici;
- Cruscotto aziendale visibile in tempo reale che guidi gli operatori al conseguimento degli obiettivi strategici;
- Canale di comunicazione con gli stakeholder esterni, rendendo visibili le fasi di ciclo della performance, gli obiettivi programmati ed i risultati conseguiti;
- Verifica degli outcome degli obiettivi programmati e la congruenza degli stessi outcome con i bisogni provenienti dall’ambiente esterno.
- La valutazione del valore prodotto dagli interventi effettuati dal punto di vista dei cittadini.
Si ritiene che gli obiettivi strategici della Provincia previsti dagli strumenti di pianificazione vadano stabiliti dopo aver conosciuto i bisogni dei cittadini, i quali rappresentano il primo anello della catena del performance management. A tal fine la Provincia avrebbe dovuto utilizzare le informazioni analitiche e svolgere un’indagine di customer satisfaction affinché gli obiettivi strategici rappresentino i problemi dei cittadini. La sola intuizione non è sufficiente a dare risposte soddisfacenti alle aspettative dei cittadini.
La Provincia di Verona ha scelto di confermare il Nucleo di Valutazione e di non istituire l’Organismo indipendente di valutazione ed il piano della performance, il quale è essenziale per realizzare il ciclo della performance.
Per quanto riguarda la scelta del Nucleo di valutazione si ritiene che le motivazioni addotte non giustificano tale opzione in quanto le stesse, ad eccezione della presenza nell’organismo del Segretario/Direttore Generale, possono essere utilizzate a favore dell’Organismo indipendente di valutazione (OIV). Il patrimonio di conoscenze e di competenze della Provincia non si disperde con la creazione dell’OIV anzi viene incentivato dalla cultura della valutazione indipendente.
Bisogna cogliere l’opportunità del cambiamento promosso dal D. Lgs n. 150/2009 per ripensare la Provincia e trasformarla in una organizzazione piatta (meno livelli gerarchici e burocrazia) e snella (processi veloci) nella quale i lavoratori della conoscenza, presenti in modo ampio nell’ente, possano esprimere tutte le loro capacità nell’interesse dei cittadini e dell’ente. Un ambiente che poggia sui seguenti fattori: processi veloci di qualità, condivisione della conoscenza, trasparenza, valutazione indipendente ed autonomia professionale dei lavoratori nel conseguire gli obiettivi del piano.
Nel disciplinare l’OIV la CiVIT (circolari n. 4/2010 e n. 121/2010) stabilisce, ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs. n. 150/2009, che non possono essere nominati componenti dell’OIV i soggetti legati all’organo di indirizzo politico amministrativo, come i segretari comunali e direttori generali. Questo provvedimento è coerente al fattore dell’imparzialità ed indipendenza che caratterizza l’OIV.
Si ritiene che è indispensabile costituire l’OIV per i suoi aspetti positivi tra i quali si indicano: - Indipendenza ed autonomia dall’organo politico amministrativo e, quindi, una valutazione indipendente sulle attività esercitate; - Requisiti di professionalità alti e processo di selezione trasparente; - Competenze attribuite che incidono positivamente sulla performance della Provincia. Tra le competenze assegnate (art. 14 del D. Lgs. 150/2009) si ricordano: funzione di misurazione e valutazione della performance, validazione della relazione sulla performance, proposta di valutazione annuale dei dirigenti di vertice e attribuzione dei premi di risultato, attività di controllo strategico e definizione del sistema di misurazione e valutazione della performance.
La conferma del Nucleo di valutazione è una scelta che ha come orizzonte il passato con tutti i suoi limiti e difetti. Al contrario occorre costruire il futuro degli enti locali attraverso nuove prospettive e tra queste vi è la istituzione dell’OIV.
Si indicano i motivi che inducono gli enti locali a scegliere il Nucleo di valutazione:
- eludere l’applicazione delle delibere della Civit in materia di requisiti e selezione dei membri dell’Oiv (delibera n. 4/2010 e n. 121/2010 della Civit), le quali richiedono alta professionalità e trasparenza nel processo di selezione e nomina;
- costituire un organismo dipendente dall’organo di indirizzo politico amministrativo e, quindi, al servizio di interessi localistici e di parte;
- la discrezionalità degli enti locali nella costituzione dell’OIV;
- la sottovalutazione dell’art. 7 del D. Lgs (richiamato dall’art. 16, comma 2 che stabilisce i principi ai quali le regioni e gli enti locali devono adeguare il proprio ordinamento) che affida agli OIV la funzione di misurazione e valutazione della performance.
Si fa presente che l’OIV può essere costituito in forma collegiale con membri esterni e con una presenza tratta dall’interno della Provincia (diversa dal segretario/direttore generale). Il membro interno assicura una buona conoscenza degli assetti organizzativi, delle risorse e delle competenze dell’ente e gli esterni in possesso di alta professionalità ed esperienza manageriale garantiscono l’innovazione dei processi ed un sistema di misurazione e valutazione imparziale, indipendente ed efficace.
Sembra che la scelta della Giunta sia stata orientata a garantire nell’organismo la presenza del segretario/direttore generale tramite la conferma del Nucleo di valutazione non potendo conseguire lo stesso obiettivo con l’OIV per incompatibilità.
La letteratura manageriale sulle Pubbliche Amministrazioni non pone a favore del Nucleo di valutazione per l’autoreferenzialità espressa e per i risultati insufficienti conseguiti. Si afferma che tali organismi non hanno sviluppato canali di comunicazione con l’esterno, non hanno inciso sullo sviluppo e miglioramento dei servizi e dell’organizzazione del lavoro, non hanno introdotto indicatori di performance nelle Amministrazioni pubbliche al fine di realizzare la verifica dei risultati ed un benchmarking tra le Pubbliche Amministrazioni. Tali organismi operano in un’ottica prettamente amministrativa e formalistica, si limitano a poche riunioni l’anno, per la maggior parte dedicate agli aspetti formali della erogazione dei premi legati al risultato.
Per i motivi indicati si invita la Giunta Provinciale a rivedere la propria posizione ed istituire l’OIV per i benefici che la Provincia può trarre in termini di organizzazione del lavoro e di valutazione indipendente nelle materie di competenza del nuovo organismo.
L’introduzione del piano della performance è una scelta discrezionale da parte degli enti locali che favorisce il rapporto tra gli strumenti di pianificazione e l’introduzione della gestione del ciclo della performance. Si condivide la posizione della CiVIT di seguito riportata:
-Delibera n. 121/2010: “L’introduzione del ciclo di gestione della performance ha importanti implicazioni per gli enti locali, implicazioni che devono essere pienamente evidenziate anche mediante l’adattamento del PEG a Piano della performance (per approfondimenti, si veda la delibera CiVIT n.112/2010). In particolare, esso dovrà: ………" (per approfondimenti, si veda la delibera CiVIT n. 112/2010).
Il PEG, in quest’ottica, diventa lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance.
Il processo di adattamento a Piano della performance dovrà trasformare il PEG in un documento programmatico triennale in cui, in coerenza con le risorse assegnate, vengono esplicitati obiettivi, indicatori e relativi target. Attraverso questo strumento devono essere definiti gli elementi fondamentali su cui si baserà la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance.
Il PEG, inoltre, deve assicurare la qualità della rappresentazione della performance, dal momento che in esso devono essere esplicitati il processo e le modalità di formulazione degli obiettivi dell’ente, nonché l’articolazione complessiva degli stessi” (circ. n. 121/2010).
L’Anci ribadisce tali concetti ed afferma che il piano della performance è uno degli elementi fondamenti per l’attuazione del ciclo di gestione della performance e lo indica come lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance (Linee guida bis dell’ANCI in materia di ciclo della performance).
Pertanto, si invita la Giunta ad introdurre il piano della performance per dare completa attuazione al D. Lgs. n. 150/2009.
La Giunta Provinciale ha preferito la certezza delle scelte effettuate nel passato (PEG non innovativo nel senso indicato prima, assenza di un piano di performance) e non l’impegno a guidare il cambiamento cogliendo le opportunità offerte dal D. Lgs. n. 150/2009.
La posizione di difesa dello status quo con la conseguente scelta di non costruire un futuro ricco di cambiamenti, di impegno e di capacità pone oggi il posizionamento strategico della Provincia di Verona più in basso in quanto le altre Provincie non rimangono ferme ed acquisiscono posizioni più alte rispetto al passato.
La riforma delle PA poggia su alcuni elementi essenziali: la valutazione indipendente, la trasparenza e il benchmarking.
La valutazione indipendente è saltata nel momento in cui la Giunta ha deciso di confermare il Nucleo di Valutazione.
La trasparenza è in crisi per l’esclusione del piano della performance in quanto gli stakeholder non leggeranno circa 1000 pagine (PEG pag. 306 e PDO pag. 682) per capire i programmi della Provincia e, quindi, l’interazione tra l’Amministrazione ed i cittadini e la partecipazione esterna non viene facilitata. L’adozione e la pubblicazione del piano della performance per i requisiti richiesti (art. 10, comma 1) avrebbe elevato il livello della trasparenza. Inoltre, occorre che la Provincia attui l’art. 11, commi 1 e 3, del Decreto, il quale non si può ritenere applicato con la sola pubblicazione del Bilancio, del PEG e del PDO. I dati e le informazioni pubblicate nel sito istituzionale per essere trasparenti devono corrispondere a determinati requisiti: intelligibilità, verificabilità, chiarezza, attendibilità e qualità.
Il benchmarking è uno strumento manageriale molto utile che permette di attuare la strategia replicativa rispetto ai servizi posizionati nelle prime posizioni. Tale strumento può essere più facilmente applicato se la Provincia di Verona decide di istituire il piano della performance e confrontarlo con quello delle altre Provincie che presentano più o meno le medesime caratteristiche (dimensione territoriale, popolazione e altro).
Per continuare il dialogo nell’esclusivo interesse dell’attuazione del D. Lgs n. 150/2009 occorre stabilire: modalità, sedi istituzionali e tempi. Inoltre, si pongono i seguenti presupposti per avviare un confronto costruttivo:
- Approvazione del piano della performance in modo coerente agli strumenti di programmazione già approvati senza sconvolgimenti. Non è difficoltoso preparare il piano poiché le scelte sono state compiute;
- Istituzione dell’Organismo indipendente di valutazione con la conferma dei membri esterni (altre amministrazioni provinciali hanno effettuato tale scelta con un buon esito) al fine di garantire la continuità del lavoro fino a questo momento e promuovere l’innovazione tramite le competenze attribuite al nuovo organismo.
Tali condizioni non sono pesanti e penalizzanti per l’Amministrazione e non sovvertono quanto fatto fino a questo momento dalla Giunta ma consentono di introdurre nella Provincia di Verona istituti fondamentali previsti dal D. Lgs. n. 150/2009 ed adottati da tante provincie.
Con la delibera n. 6 sembra che la Giunta abbia conseguito da molto tempo la “one best way” (il modo migliore) per quanto riguarda il controllo-guida ed il ciclo della performance. Questa “certezza” non lascia spazi di confronto e di dialogo con i gruppi consiliari nell’unico interesse di attuare il D. Lgs n. 150/2009 in modo efficiente ed efficace ed adattandolo alle specificità territoriali ed organizzative dell’ente.
Essendo tali delibere parziali, rigide e prive di linee programmatiche si chiede che venga predisposto un documento denominato “Linee guida per l’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009 nella Provincia di Verona” al fine di promuovere l’adeguamento ai principi e l’introduzione degli strumenti manageriali previsti dal Decreto attraverso un dialogo costruttivo tra le forze politiche presenti in Consiglio Provinciale. A tale scopo i lavori del consiglio su questo argomento possono essere preparati da una apposita commissione a tempo al fine di predisporre una proposta che realizzi la più ampia convergenza possibile. Le linee guida che si propongono rappresenterebbero i criteri generali che il Consiglio Provinciale non ha mai deliberato e che dovrebbero essere rispettati dalla Giunta in sede di modifica ed integrazione del Regolamento (art. 48, comma 3, del D. Lgs. n. 267/2000).
Si segnala che l’allegato, “Relazione del nucleo di Valutazione del 28 gennaio allegata al verbale n. 1- 2011, alla delibera n. 6 non è visibile in via telematica come la delibera. Si chiede di rendere pubblico tale verbale e di sapere se tale relazione è stata approvata in sede di riunione del Nucleo di Valutazione legittimamente riunito a Verona e con seduta verbalizzata.
Si condividono alcune affermazione del Presidente e dell’Assessore in sede di risposta all’interrogazione e precisamente:
- “Non voglio, comunque, pensare che il sistema sia compiuto, poiché tutti i sistemi organizzativi debbono essere in costante e continuo miglioramento” …… “Farò apportare nel tempo gli eventuali adeguamenti alla normativa interna….”;
- “Sono certo che nei prossimi mesi potremo attivare un fattivo confronto e …… proporrò anche momenti di approfondimento …….. e di dare contributi per migliorare la nostra azione per il perseguimento dell’interesse pubblico”.
Al momento tali dichiarazioni sono poco credibili perché avvengono dopo l’approvazione del Bilancio, del PEG e del PDO e, quindi, senza aver aperto un tavolo di confronto. Vi è un’ultima possibilità per aprire un dialogo costruttivo: predisporre ed approvare il piano triennale della performance cosi come delineato dalla CiVIT. Non dovrebbe essere un problema in quanto tale piano dovrebbe contenere le scelte già effettuate dalla Giunta in sede di approvazione degli strumenti di programmazione. Molte Provincie hanno scelto tale via per attuare la gestione del ciclo della performance e per rendere intellegibili e comprensibili agli stakeholder esterni ed interni i contenuti programmatori della Provincia.
Vi sono enti locali, maggiormente di grandi dimensioni, che hanno attuato sistemi di controllo di gestione in epoca anteriore al D. Lgs. n. 150/2009 e qualche ente pubblico negli anni ’80 aveva iniziato ad applicare la misurazione e la valutazione del lavoro e dei risultati, la predisposizione di piani e l’introduzione del salario accessorio legato ai risultati. Tali esperienze vanno a vantaggio del sistema delle pubbliche amministrazioni e facilitano l’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009. Questo non vuol dire che il Decreto sia rivolto esclusivamente alle amministrazioni centrali dello stato perché gli enti locali sono chiamati direttamente ed in modo diverso, considerata la loro autonomia, ad applicare i cambiamenti previsti dal Decreto. Quindi nessuna sotto valutazione al ruolo che gli enti locali dovranno svolgere per innovarsi ed adattarsi alla nuova normativa.
Per quanto riguarda la Provincia di Verona si ritiene che il “sistema guida” introdotto da diverso tempo nella Provincia debba essere rivisitato ed adattato alle nuove disposizioni del D. Lgs. n. 150/2009. L’affermazione che il sistema è conforme al Decreto è semplicistica in quanto ogni strumento organizzativo per mantenere il medesimo posizionamento strategico deve essere migliorato continuamente e nel caso specifico deve essere adattato agli strumenti manageriali previsti dal D. Lgs n. 150 del 2009 e non dalla normativa precedente.
Occorre trasformare il “sistema guida” della Provincia attraverso l’implementazione operativa in un sistema di misurazione e valutazione della performance così come delineato dal Decreto e dalle delibere della CiVIT (n. 89/2010, n. 104/2010 e n. 114/2010).
I premi di incentivazione della produttività possono essere attivati nelle amministrazioni che hanno realizzato la gestione del ciclo della performance ed è vietata la corresponsione del trattamento accessorio collegato alla performance in assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione adottati ai sensi del presente decreto (art. 18, comma 2). Pertanto, la Provincia di Verona dovrà sottoporre il ciclo di gestione della performance ed il sistema di misurazione e valutazione al parere obbligatorio dell’UPI.
Inoltre, bisogna tenere presente gli elementi del performance management tra i quali si indicano:
- Dati ed informazioni a supporto del potere decisionale (grado di conseguimento degli obiettivi programmati e dei risultati conseguiti) durante l’evoluzione dei processi. Questo permette al management di intervenire durante lo svolgimento dei processi con azioni correttive nel caso in cui si verifichino scostamenti per adeguare l’andamento della produzione dei servizi agli obiettivi strategici;
- Cruscotto aziendale visibile in tempo reale che guidi gli operatori al conseguimento degli obiettivi strategici;
- Canale di comunicazione con gli stakeholder esterni, rendendo visibili le fasi di ciclo della performance, gli obiettivi programmati ed i risultati conseguiti;
- Verifica degli outcome degli obiettivi programmati e la congruenza degli stessi outcome con i bisogni provenienti dall’ambiente esterno.
- La valutazione del valore prodotto dagli interventi effettuati dal punto di vista dei cittadini.
Si ritiene che gli obiettivi strategici della Provincia previsti dagli strumenti di pianificazione vadano stabiliti dopo aver conosciuto i bisogni dei cittadini, i quali rappresentano il primo anello della catena del performance management. A tal fine la Provincia avrebbe dovuto utilizzare le informazioni analitiche e svolgere un’indagine di customer satisfaction affinché gli obiettivi strategici rappresentino i problemi dei cittadini. La sola intuizione non è sufficiente a dare risposte soddisfacenti alle aspettative dei cittadini.
La Provincia di Verona ha scelto di confermare il Nucleo di Valutazione e di non istituire l’Organismo indipendente di valutazione ed il piano della performance, il quale è essenziale per realizzare il ciclo della performance.
Per quanto riguarda la scelta del Nucleo di valutazione si ritiene che le motivazioni addotte non giustificano tale opzione in quanto le stesse, ad eccezione della presenza nell’organismo del Segretario/Direttore Generale, possono essere utilizzate a favore dell’Organismo indipendente di valutazione (OIV). Il patrimonio di conoscenze e di competenze della Provincia non si disperde con la creazione dell’OIV anzi viene incentivato dalla cultura della valutazione indipendente.
Bisogna cogliere l’opportunità del cambiamento promosso dal D. Lgs n. 150/2009 per ripensare la Provincia e trasformarla in una organizzazione piatta (meno livelli gerarchici e burocrazia) e snella (processi veloci) nella quale i lavoratori della conoscenza, presenti in modo ampio nell’ente, possano esprimere tutte le loro capacità nell’interesse dei cittadini e dell’ente. Un ambiente che poggia sui seguenti fattori: processi veloci di qualità, condivisione della conoscenza, trasparenza, valutazione indipendente ed autonomia professionale dei lavoratori nel conseguire gli obiettivi del piano.
Nel disciplinare l’OIV la CiVIT (circolari n. 4/2010 e n. 121/2010) stabilisce, ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs. n. 150/2009, che non possono essere nominati componenti dell’OIV i soggetti legati all’organo di indirizzo politico amministrativo, come i segretari comunali e direttori generali. Questo provvedimento è coerente al fattore dell’imparzialità ed indipendenza che caratterizza l’OIV.
Si ritiene che è indispensabile costituire l’OIV per i suoi aspetti positivi tra i quali si indicano: - Indipendenza ed autonomia dall’organo politico amministrativo e, quindi, una valutazione indipendente sulle attività esercitate; - Requisiti di professionalità alti e processo di selezione trasparente; - Competenze attribuite che incidono positivamente sulla performance della Provincia. Tra le competenze assegnate (art. 14 del D. Lgs. 150/2009) si ricordano: funzione di misurazione e valutazione della performance, validazione della relazione sulla performance, proposta di valutazione annuale dei dirigenti di vertice e attribuzione dei premi di risultato, attività di controllo strategico e definizione del sistema di misurazione e valutazione della performance.
La conferma del Nucleo di valutazione è una scelta che ha come orizzonte il passato con tutti i suoi limiti e difetti. Al contrario occorre costruire il futuro degli enti locali attraverso nuove prospettive e tra queste vi è la istituzione dell’OIV.
Si indicano i motivi che inducono gli enti locali a scegliere il Nucleo di valutazione:
- eludere l’applicazione delle delibere della Civit in materia di requisiti e selezione dei membri dell’Oiv (delibera n. 4/2010 e n. 121/2010 della Civit), le quali richiedono alta professionalità e trasparenza nel processo di selezione e nomina;
- costituire un organismo dipendente dall’organo di indirizzo politico amministrativo e, quindi, al servizio di interessi localistici e di parte;
- la discrezionalità degli enti locali nella costituzione dell’OIV;
- la sottovalutazione dell’art. 7 del D. Lgs (richiamato dall’art. 16, comma 2 che stabilisce i principi ai quali le regioni e gli enti locali devono adeguare il proprio ordinamento) che affida agli OIV la funzione di misurazione e valutazione della performance.
Si fa presente che l’OIV può essere costituito in forma collegiale con membri esterni e con una presenza tratta dall’interno della Provincia (diversa dal segretario/direttore generale). Il membro interno assicura una buona conoscenza degli assetti organizzativi, delle risorse e delle competenze dell’ente e gli esterni in possesso di alta professionalità ed esperienza manageriale garantiscono l’innovazione dei processi ed un sistema di misurazione e valutazione imparziale, indipendente ed efficace.
Sembra che la scelta della Giunta sia stata orientata a garantire nell’organismo la presenza del segretario/direttore generale tramite la conferma del Nucleo di valutazione non potendo conseguire lo stesso obiettivo con l’OIV per incompatibilità.
La letteratura manageriale sulle Pubbliche Amministrazioni non pone a favore del Nucleo di valutazione per l’autoreferenzialità espressa e per i risultati insufficienti conseguiti. Si afferma che tali organismi non hanno sviluppato canali di comunicazione con l’esterno, non hanno inciso sullo sviluppo e miglioramento dei servizi e dell’organizzazione del lavoro, non hanno introdotto indicatori di performance nelle Amministrazioni pubbliche al fine di realizzare la verifica dei risultati ed un benchmarking tra le Pubbliche Amministrazioni. Tali organismi operano in un’ottica prettamente amministrativa e formalistica, si limitano a poche riunioni l’anno, per la maggior parte dedicate agli aspetti formali della erogazione dei premi legati al risultato.
Per i motivi indicati si invita la Giunta Provinciale a rivedere la propria posizione ed istituire l’OIV per i benefici che la Provincia può trarre in termini di organizzazione del lavoro e di valutazione indipendente nelle materie di competenza del nuovo organismo.
L’introduzione del piano della performance è una scelta discrezionale da parte degli enti locali che favorisce il rapporto tra gli strumenti di pianificazione e l’introduzione della gestione del ciclo della performance. Si condivide la posizione della CiVIT di seguito riportata:
-Delibera n. 121/2010: “L’introduzione del ciclo di gestione della performance ha importanti implicazioni per gli enti locali, implicazioni che devono essere pienamente evidenziate anche mediante l’adattamento del PEG a Piano della performance (per approfondimenti, si veda la delibera CiVIT n.112/2010). In particolare, esso dovrà: ………" (per approfondimenti, si veda la delibera CiVIT n. 112/2010).
Il PEG, in quest’ottica, diventa lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance.
Il processo di adattamento a Piano della performance dovrà trasformare il PEG in un documento programmatico triennale in cui, in coerenza con le risorse assegnate, vengono esplicitati obiettivi, indicatori e relativi target. Attraverso questo strumento devono essere definiti gli elementi fondamentali su cui si baserà la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance.
Il PEG, inoltre, deve assicurare la qualità della rappresentazione della performance, dal momento che in esso devono essere esplicitati il processo e le modalità di formulazione degli obiettivi dell’ente, nonché l’articolazione complessiva degli stessi” (circ. n. 121/2010).
L’Anci ribadisce tali concetti ed afferma che il piano della performance è uno degli elementi fondamenti per l’attuazione del ciclo di gestione della performance e lo indica come lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance (Linee guida bis dell’ANCI in materia di ciclo della performance).
Pertanto, si invita la Giunta ad introdurre il piano della performance per dare completa attuazione al D. Lgs. n. 150/2009.
La Giunta Provinciale ha preferito la certezza delle scelte effettuate nel passato (PEG non innovativo nel senso indicato prima, assenza di un piano di performance) e non l’impegno a guidare il cambiamento cogliendo le opportunità offerte dal D. Lgs. n. 150/2009.
La posizione di difesa dello status quo con la conseguente scelta di non costruire un futuro ricco di cambiamenti, di impegno e di capacità pone oggi il posizionamento strategico della Provincia di Verona più in basso in quanto le altre Provincie non rimangono ferme ed acquisiscono posizioni più alte rispetto al passato.
La riforma delle PA poggia su alcuni elementi essenziali: la valutazione indipendente, la trasparenza e il benchmarking.
La valutazione indipendente è saltata nel momento in cui la Giunta ha deciso di confermare il Nucleo di Valutazione.
La trasparenza è in crisi per l’esclusione del piano della performance in quanto gli stakeholder non leggeranno circa 1000 pagine (PEG pag. 306 e PDO pag. 682) per capire i programmi della Provincia e, quindi, l’interazione tra l’Amministrazione ed i cittadini e la partecipazione esterna non viene facilitata. L’adozione e la pubblicazione del piano della performance per i requisiti richiesti (art. 10, comma 1) avrebbe elevato il livello della trasparenza. Inoltre, occorre che la Provincia attui l’art. 11, commi 1 e 3, del Decreto, il quale non si può ritenere applicato con la sola pubblicazione del Bilancio, del PEG e del PDO. I dati e le informazioni pubblicate nel sito istituzionale per essere trasparenti devono corrispondere a determinati requisiti: intelligibilità, verificabilità, chiarezza, attendibilità e qualità.
Il benchmarking è uno strumento manageriale molto utile che permette di attuare la strategia replicativa rispetto ai servizi posizionati nelle prime posizioni. Tale strumento può essere più facilmente applicato se la Provincia di Verona decide di istituire il piano della performance e confrontarlo con quello delle altre Provincie che presentano più o meno le medesime caratteristiche (dimensione territoriale, popolazione e altro).
Per continuare il dialogo nell’esclusivo interesse dell’attuazione del D. Lgs n. 150/2009 occorre stabilire: modalità, sedi istituzionali e tempi. Inoltre, si pongono i seguenti presupposti per avviare un confronto costruttivo:
- Approvazione del piano della performance in modo coerente agli strumenti di programmazione già approvati senza sconvolgimenti. Non è difficoltoso preparare il piano poiché le scelte sono state compiute;
- Istituzione dell’Organismo indipendente di valutazione con la conferma dei membri esterni (altre amministrazioni provinciali hanno effettuato tale scelta con un buon esito) al fine di garantire la continuità del lavoro fino a questo momento e promuovere l’innovazione tramite le competenze attribuite al nuovo organismo.
Tali condizioni non sono pesanti e penalizzanti per l’Amministrazione e non sovvertono quanto fatto fino a questo momento dalla Giunta ma consentono di introdurre nella Provincia di Verona istituti fondamentali previsti dal D. Lgs. n. 150/2009 ed adottati da tante provincie.
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