Mentre macina chilometri per racimolare voti nel Nordest, «circa 800 al giorno»,
Alessandra Moretti non stacca gli occhi dai social network. Dove si è ormai scatenato un corpo a corpo con i grillini, dai piccoli leader come Luigi Di Maio a orde di militanti che le rovesciano addosso hashtag come #Morettibugiarda e insulti vari «spesso a sfondo sessista».
Perchè ha deciso di intraprendere questa lotta con i troll a 5 stelle?
«La trasparenza o è una pratica costante oppure è solo uno spot elettorale. Io ho deciso di rendicontare i costi della mia campagna elettorale non alla fine come fanno i Cinque stelle, ma di farlo in tempo reale. Mentre i deputati M5s hanno bloccato la rendicontazione a
dicembre del 2013, i bilanci del gruppo non mi risulta siano pubblici come non è pubblico il bilancio del movimento. Si tratta di risorse gestite per statuto da Grillo, da suo nipote e dal suo commercialista».
E' sicura che sia utile sfidare i grillini sul terreno dei costi della politica?
«Il Pd è l’unico partito che da anni ha un bilancio certificato da una società esterna. Non accettiamo da lezioni da chi come Grillo non pubblica i bilanci del suo partito. E a Di Maio rispondo che il nostro bilancio del 2013 è ancora in fase di approvazione e sarà pubblico ai
luglio, nei tempi previsti dalla legge».
Loro però hanno rinunciato ai finanziamenti pubblici ...
«A mio parere il M5S non aveva comunque diritto ai rimborsi elettorali, visto che lo statuto non risponde ai requisiti di democrazia interna previsti dalla legge. E comunque il Pd ha proposto e votato la fine dei rimborsi elettorali, il M5S ha votato no».
Nelle sue iniziative in campagna elettorale questo tema dei costi è molto sentito?
«La gente chiede che in un momento di crisi come questo la politica sia sobria e dia il buon esempio, tagliando i privilegi e risolvendo con urgenza i problemi del Paese, come questo governo sta facendo».
Che giudizio dà del voto per l'arresto del deputato Pd Genovese?
«Ricordo che nella votazione noi eravamo presenti oltre l’80%, i grillini assai meno. Siamo sempre stati rispettosi della magistratura, oggi chiediamo che si faccia luce rapidamente. Non si può accettare che vicende come questa pregiudichino l’immagine di una politica che sta cambiando: noi rappresentiamo una nuova classe dirigente che non ha responsabilità sul passato».
Lei è stata portavoce delle primarie di Bersani. Ora è diventata una front-woman del PD renziano ...
«Facciamo tutti parte dello stesso partito, e non vorrei che qualcuno lo dimenticasse per difendere vecchie correnti. Alle ultime primarie ho votato Cuperlo, e dunque penso di poter dire credibilmente che questo governo sta dando segnali di sinistra, attaccando sacche di privilegio e facendo una seria operazione di redistribuzione della ricchezza».
E il decreto lavoro?
«Ne do un giudizio positivo. Raccoglie le istanze delle imprese e dei lavoratori, con la semplificazione dei contratti termine favorisce l’accesso dei giovani al mondo del lavoro garantendo una contribuzione adeguata e la tutela della maternità».
Perchè ha scelto di candidarsi alle europee?
«Mi è stata proposta la candidatura dal segretario Renzi e io ho ritenuto di mettermi a disposizione. Ho apprezzato l’idea di mettere in prima linea una nuova generazione. Per me è importante misurarmi con la sfida delle preferenze: lo sto facendo cercando si stringere un contatto diretto con i cittadini. Ho già fatto oltre 8mila chilometri, 110 iniziative in 80 Comuni. Alla fine il mio budget sarà intorno ai 50mila euro».
Percepisce in questa campagna un sentimento antieuropeo?
«Per troppo tempo l’Europa è stata percepita come distante e burocratica. La vera sfida è cambiare l’agenda europea degli ultimi anni, riaccendere nei cittadini una speranza di cambiamento anche verso Bruxelles».
Di solito però alle europee prevalgono motivazioni di voto di tipo nazionale...
«Sono due temi connessi. Questo è un voto fondamentale per non arrestare il cambiamento in atto in Italia, ma anche per cambiare l’Europa. E voglio ricordare che il M5S, isolato da tutte le famiglie europee, non conterà nulla nel nuovo Europarlamento».
Nelle sue iniziative in campagna elettorale questo tema dei costi è molto sentito?
«La gente chiede che in un momento di crisi come questo la politica sia sobria e dia il buon esempio, tagliando i privilegi e risolvendo con urgenza i problemi del Paese, come questo governo sta facendo».
Che giudizio dà del voto per l'arresto del deputato Pd Genovese?
«Ricordo che nella votazione noi eravamo presenti oltre l’80%, i grillini assai meno. Siamo sempre stati rispettosi della magistratura, oggi chiediamo che si faccia luce rapidamente. Non si può accettare che vicende come questa pregiudichino l’immagine di una politica che sta cambiando: noi rappresentiamo una nuova classe dirigente che non ha responsabilità sul passato».
Lei è stata portavoce delle primarie di Bersani. Ora è diventata una front-woman del PD renziano ...
«Facciamo tutti parte dello stesso partito, e non vorrei che qualcuno lo dimenticasse per difendere vecchie correnti. Alle ultime primarie ho votato Cuperlo, e dunque penso di poter dire credibilmente che questo governo sta dando segnali di sinistra, attaccando sacche di privilegio e facendo una seria operazione di redistribuzione della ricchezza».
E il decreto lavoro?
«Ne do un giudizio positivo. Raccoglie le istanze delle imprese e dei lavoratori, con la semplificazione dei contratti termine favorisce l’accesso dei giovani al mondo del lavoro garantendo una contribuzione adeguata e la tutela della maternità».
Perchè ha scelto di candidarsi alle europee?
«Mi è stata proposta la candidatura dal segretario Renzi e io ho ritenuto di mettermi a disposizione. Ho apprezzato l’idea di mettere in prima linea una nuova generazione. Per me è importante misurarmi con la sfida delle preferenze: lo sto facendo cercando si stringere un contatto diretto con i cittadini. Ho già fatto oltre 8mila chilometri, 110 iniziative in 80 Comuni. Alla fine il mio budget sarà intorno ai 50mila euro».
Percepisce in questa campagna un sentimento antieuropeo?
«Per troppo tempo l’Europa è stata percepita come distante e burocratica. La vera sfida è cambiare l’agenda europea degli ultimi anni, riaccendere nei cittadini una speranza di cambiamento anche verso Bruxelles».
Di solito però alle europee prevalgono motivazioni di voto di tipo nazionale...
«Sono due temi connessi. Questo è un voto fondamentale per non arrestare il cambiamento in atto in Italia, ma anche per cambiare l’Europa. E voglio ricordare che il M5S, isolato da tutte le famiglie europee, non conterà nulla nel nuovo Europarlamento».
2 commenti:
Ho assistito alla trasmissione condotta dalla Gruber ospiti la Moretti e Di MAio(M5s) Il confronto è stato molto acceso, fin troppo .Consiglierei ai rappresentanti del PD di non scontrarsi s, parte deu temi riguardanti i costi della politica , a meno che non ci siano fatti rilevanti da denunciare. Finchè i grillini consegnano , creando un fondo , unaparte delle loro indennità , non sono facilmente attaccabili.Al' opinione pubblica rimane la domanda "Perchè gli altri non lo fanno ?"
Comprendo le tue osservazioni ed in parte le condivido. Occorre dire che la diminuzione dei costi della politica può essere fatta in diversi modi ed il PD ha scelto altri metodi non propagandistici che daranno sicuramente i loro frutti. Per il M5S è facile fare quello che fa in quanto non ha democrazia interna per il PD è diverso in quanto non solo deve dare risposte ai cittadini ma anche agli iscritti al partito. Il M5S è un partito centralizzato non trasparente al contrario il PD, il quale ha un bilancio trasparente e certificato da organismi esterni. Fare le stesse cose del M5S significa cambiare sul piano democratico il PD e questo non è accettabile.
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