Dopo avergli espresso affettuosa solidarietà, fatta anche di
piaggeria e sudditanza, e dopo aver elaborato il lutto, sarebbe bene
che a chiedergli di fare un passo indietro - e questa volta per sempre -
fossero proprio i suoi parlamentari. Dalle irruenti amazzoni, pronte a
immolarsi per il capo, ai solerti capigruppo pidiellini, Schifani e Brunetta,
già all’assedio del Quirinale per strappare la grazia a Napolitano per il loro
padre padrone, condannato definitivamente per frode fiscale. In ballo
non c’è solo il futuro politico dell’ex presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, ormai settantasettenne, ma la stessa sopravvivenza del Centrodestra
e dei milioni di cittadini che, finora, l’hanno votato, sedotti dalle
ammalianti promesse di una rivoluzione liberale che avrebbe arricchito gli
italiani e reso prospero il Paese. Sogno miseramente svanito in un declino
inarrestabile, come dimostrano i sei milioni di voti persi alle recenti
elezioni di febbraio scorso.
Né serve, a risollevare le sorti, il patetico e nostalgico annuncio di
un ritorno al passato e a una nuova “Forza Italia” con promesse già
consunte prima ancora di cominciare. E’ il momento buono, invece, per
dimostrare che all’ombra del padre-padrone è cresciuta una nuova classe politica
di destra, matura e preparata, allontanando ogni malevola accusa
d’essere dei servili cortigiani il cui destino, nel bene e nel male, è
strettamente connesso alle sorti del “principe”. O, peggio, di
anteporre al bene del Paese le sorti e gli interessi del loro leader,
nella devastante logica del detto: “muoia Sansone e tutti i Filistei”.
Primo fra tutti, è chiamato in causa Angelino Alfano. Dopo aver espresso, con abbondanza di lacrime, fedele sudditanza al suo demiurgo e
padre-padrone, come segretario del Pdl, vicepresidente del Consiglio e ministro
dell’Interno, ha finalmente l’occasione di mostrare d’essere dotato di quel
“quid” che molti del suo stesso partito, invece, faticano a riconoscergli,
nonostante le importanti cariche ricoperte. Per non fare la fine della
“trota” dopo essere stato a lungo annunciato come il “delfino”. E per
scongiurare anche ogni ipotesi di successione familiare, che continuerebbe a
spaccare il Paese nel nome del berlusconismo.
La tanto sbandierata responsabilità del Pdl è ora alla prova dei fatti. In un frangente così critico per le famiglie italiane e alla luce di qualche sia pur timidissimo segnale di ripresa, sarebbe delittuoso e da irresponsabili affossare un Governo al momento senza alternative, costretto a traghettare il Paese, nell’attesa di tempi migliori e di una legge elettorale che spazzi via il nefasto “porcellum” di cui non ci si vergognerà mai abbastanza. Altrimenti, prevarrà l’italico “cupio dissolvi”, il masochismo di danneggiare il Paese per interessi di parte, calcoli elettorali e qualche punto in più nei sondaggi. Sfruttando, come sempre, il vittimismo, le accuse di persecuzione giudiziaria e i ricatti politici che, finora, hanno sempre funzionato e reso voti alle elezioni.
Ma ora l’Italia sta cambiando. La recente sentenza della Cassazione ha dato inizio a un’altra pagina di storia. C’è solo da sperare che non sia il Pd a cadere nella trappola e a precipitare nel caos il Paese, per eccesso di litigiosità al suo interno, sbagliando i calcoli politici com’è abituata a fare da tempo. Infine, se agli arresti domiciliari Berlusconi preferirà l’affidamento ai servizi sociali, vorremmo sommessamente consigliarglila
comunità Exodus di recupero per tossicodipendenti del Parco
Lambro. Dopo aver evocato il comunismo dappertutto, s’accorgerà che
neppure don Mazzi è “quel prete comunista”, come spesso l’hanno definito, ma un
“prete di strada”, accanto agli ultimi e da sempre proiettato alle periferie
dell’esistenza e del dolore, così come vuole papa Francesco.
La tanto sbandierata responsabilità del Pdl è ora alla prova dei fatti. In un frangente così critico per le famiglie italiane e alla luce di qualche sia pur timidissimo segnale di ripresa, sarebbe delittuoso e da irresponsabili affossare un Governo al momento senza alternative, costretto a traghettare il Paese, nell’attesa di tempi migliori e di una legge elettorale che spazzi via il nefasto “porcellum” di cui non ci si vergognerà mai abbastanza. Altrimenti, prevarrà l’italico “cupio dissolvi”, il masochismo di danneggiare il Paese per interessi di parte, calcoli elettorali e qualche punto in più nei sondaggi. Sfruttando, come sempre, il vittimismo, le accuse di persecuzione giudiziaria e i ricatti politici che, finora, hanno sempre funzionato e reso voti alle elezioni.
Ma ora l’Italia sta cambiando. La recente sentenza della Cassazione ha dato inizio a un’altra pagina di storia. C’è solo da sperare che non sia il Pd a cadere nella trappola e a precipitare nel caos il Paese, per eccesso di litigiosità al suo interno, sbagliando i calcoli politici com’è abituata a fare da tempo. Infine, se agli arresti domiciliari Berlusconi preferirà l’affidamento ai servizi sociali, vorremmo sommessamente consigliargli
1 commento:
"Se Gesù Cristo non fosse morto
in croce non Sarebbe Dio"
La qualunque cosa al mondo non è
fallita mai al tal punto da non
Essere l'inizio di partenza per la
Riuscita nella Vita.
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