Caro Sindaco, sono un docente di Scienze naturali al Liceo Montanari e collaboro da 35 anni con il Museo di Storia Naturale di Verona. Nel corso delle mie ricerche naturalistiche nel mondo, ma soprattutto nel nostro eccezionale territorio, ho scoperto alcune decine di specie nuove per la scienza. Dal 2004 ho anche l´onore di essere presidente di World Biodiversity Association, un´associazione internazionale che si occupa di studio e tutela della biodiversità.
Ho deciso di scriverle, perché recentemente ho letto su L´Arena che il Comune di Verona ha approvato un progetto per la realizzazione di una «area sportiva» alla Spianà. Lei non può immaginare cosa significa per noi abitanti di Borgo Milano avere vicino ad una delle vie più inquinate d´Italia (corso Milano), un´area di campagna come la Spianà, in pratica l´ultimo polmone verde di Verona: campi, siepi, boschetti, capezzagne. Venga, signor Sindaco, una domenica mattina a vedere che meraviglia! C´è tanta gente, come me, che usa la Spianà come una palestra: poche macchine, tanto verde, uccelli che cantano e aria sana!
E adesso? Leggo su L´Arena di un mega-progetto che prevede piscine, campi da calcio, campi da golf, campi da tennis... Ma alla Spianà non sarebbe meglio lasciare campi e basta? E non è finita: apprendo che il Comune vuole costruire anche parcheggi, bar, ristoranti e strade vere al posto delle capezzagne! Ma dove volete portarci? Al cimitero prima del tempo? Siamo già sommersi da macchine, rumori, smog e inquinamento! Fermatevi! Basta costruire su aree verdi!
Che ne dice, signor Sindaco, del nuovo Decreto Legge «salva-suolo» del governo Monti? Perfino Roma si è accorta che non si può continuare a cementificare il nostro (ex) Bel Paese al ritmo di 100 ettari al giorno!
È vero che noi veronesi siamo un po´ «sprovveduti» (per non usare un termine dialettale più appropriato...). Ma la mia impressione è che vi stiate impegnando al massimo per distruggere l´ultima grande area verde inglobata nella città; area che quarant´anni fa l´architetto Rudi aveva proposto di trasformare in Parco. Oggi Verona avrebbe un Parco vero, e se ha avuto modo di visitare Central Park a New York (l´anno scorso, mi pare), ha capito bene a cosa mi riferisco.
Come vedrei io la Spianà? Dato che ho a cuore le mie radici culturali e sono molto sensibile alla tutela del mio territorio, la Spianà per me dovrebbe diventare il «Parco della Civiltà Contadina Veronese», perché ultimo lembo di territorio agricolo dentro la città. Un´area che ha mantenuto i caratteri tipici della tradizione agricola veronese. I campi, ancora coltivati, si alternano a siepi e boschetti, con una rete di canalette per la distribuzione delle acque irrigue.
Ci vorrebbe poco per trasformare un´area come questa in parco per i veronesi. Basterebbe impiantare qualche vigneto, un pioppeto e qualche boschetto di querce, che un tempo ricoprivano tutta la pianura; destinare alcune aree a orti, e realizzare un piccolo specchio d´acqua per ricreare le condizioni delle aree umide (sguazzi, risorgive, paludi) della pianura veronese.
Lei non può immaginare che cosa potrebbe diventare un´area del genere per i veronesi, un´oasi di pace e di natura dentro la città... Il progetto glielo farei io, gratuitamente. Senza neppure rimborsi spese... Nella nostra Associazione abbiamo architetti, ingegneri, forestali, agronomi, geologi e professionisti vari, tutti pronti a lavorare gratis per il bene della città! Sarebbe un modo anche per Lei, signor Sindaco, di essere ricordato dai concittadini come il sindaco che ha trasformato la Spianà in un «Parco della veronesità».
Glielo assicura un veronese innamorato di Verona e del suo territorio.
Gianfranco Caoduro
Foto della Spianà
Che ne dice, signor Sindaco, del nuovo Decreto Legge «salva-suolo» del governo Monti? Perfino Roma si è accorta che non si può continuare a cementificare il nostro (ex) Bel Paese al ritmo di 100 ettari al giorno!
È vero che noi veronesi siamo un po´ «sprovveduti» (per non usare un termine dialettale più appropriato...). Ma la mia impressione è che vi stiate impegnando al massimo per distruggere l´ultima grande area verde inglobata nella città; area che quarant´anni fa l´architetto Rudi aveva proposto di trasformare in Parco. Oggi Verona avrebbe un Parco vero, e se ha avuto modo di visitare Central Park a New York (l´anno scorso, mi pare), ha capito bene a cosa mi riferisco.
Come vedrei io la Spianà? Dato che ho a cuore le mie radici culturali e sono molto sensibile alla tutela del mio territorio, la Spianà per me dovrebbe diventare il «Parco della Civiltà Contadina Veronese», perché ultimo lembo di territorio agricolo dentro la città. Un´area che ha mantenuto i caratteri tipici della tradizione agricola veronese. I campi, ancora coltivati, si alternano a siepi e boschetti, con una rete di canalette per la distribuzione delle acque irrigue.
Ci vorrebbe poco per trasformare un´area come questa in parco per i veronesi. Basterebbe impiantare qualche vigneto, un pioppeto e qualche boschetto di querce, che un tempo ricoprivano tutta la pianura; destinare alcune aree a orti, e realizzare un piccolo specchio d´acqua per ricreare le condizioni delle aree umide (sguazzi, risorgive, paludi) della pianura veronese.
Lei non può immaginare che cosa potrebbe diventare un´area del genere per i veronesi, un´oasi di pace e di natura dentro la città... Il progetto glielo farei io, gratuitamente. Senza neppure rimborsi spese... Nella nostra Associazione abbiamo architetti, ingegneri, forestali, agronomi, geologi e professionisti vari, tutti pronti a lavorare gratis per il bene della città! Sarebbe un modo anche per Lei, signor Sindaco, di essere ricordato dai concittadini come il sindaco che ha trasformato la Spianà in un «Parco della veronesità».
Glielo assicura un veronese innamorato di Verona e del suo territorio.
Gianfranco Caoduro
Foto della Spianà
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