Voto “SI” al referendum Costituzionale perché l’Italia è bloccata da molto tempo ed è urgente avviare un grande cambiamento a cominciare dal referendum confermativo sulla Costituzione. Il pianeta è in continua evoluzione e l’Italia ha bisogno di adattarsi al mondo globale per diventare più competitiva ed efficace altrimenti vi è il rischio concreto di rimanere fermi e di non essere più annoverati tra i paesi più
sviluppati ed in crescita.
La riforma costituzionale offre la possibilità di essere più competitivi tra l’altro con i seguenti mutamenti:
- La fine del bicameralismo perfetto che permette di velocizzare il processo legislativo del Parlamento. Cosa molto importante perché è necessario ed urgente dare risposte con provvedimenti legislativi in tempi ragionevoli e brevi in quanto una risposta a determinati bisogni preparata oggi con l’approvazione del Parlamento tra 6 mesi o un anno significa dare risposte tardive e non puntuali ai bisogni del paese;
- L’eliminazione delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni ed il superamento della riforma del 2001, la quale ha causato numerosi problemi tra i quali si elencano i seguenti: - Crescente contenzioso tra Stato e Regioni (nel 2000 il contenzioso pesava per il 5,91% sulle pronunce della Corte, nel 2015 il peso superava il 40,94%, dopo aver raggiunto negli anni precedenti picchi del 47%); Sprechi, Ritardi, Inefficacia degli interventi.
Le competenze concorrenti tra Stato e Regioni hanno inciso negativamente nei seguenti settori:
- Turismo (178 ambasciate regionali all’estero nel 2010);
- Politiche attive del lavoro inefficienti rispetto all’Europa. La gestione delle politiche passive (i sussidi) è di livello nazionale, in quanto affidata all’INPS, mentre la gestione delle politiche attive è affidata alle Regioni. Questa metodologia ha funzionato male o non ha funzionato per nulla in alcune regioni. Tutti i Paesi Europei si sono dotati di una Agenzia Nazionale, con un duplice compito: erogare i sussidi e spingere i beneficiari a cercare lavoro, assistendoli nella ricerca.La Francia lo ha fatto venti anni fa; in Germania esiste da un secolo. E anche in Gran Bretagna le funzioni gestionali sono unificate presso il Ministero del Lavoro. In questi stessi Paesi, l’investimento in una unica struttura efficiente ha comportato rilevanti risparmi nella spesa per gli ammortizzatori sociali ed inoltre una maggiore efficacia nelle politiche attive del lavoro. La riforma Costituzionale affida la competenza legislativa in via esclusiva allo Stato e pone le basi di un’importante ristrutturazione delle nostre politiche del lavoro.
- Formazione professionale non correlata alle politiche attive del lavoro;
- Infrastrutture e grandi opere (ritardi nella cooperazione tra le regioni);
- Politiche sociali (fondo nazionale per gli asili nido utilizzati con ritardo o non utilizzati);
- Commercio estero (frammentazione e debolezza delle iniziative di promozione del commercio estero).
La riforma Costituzionale ed i cambiamenti menzionati rafforzano la competitività del nostro paese e lo pongono in una posizione di adattamento continuo ai cambiamenti che intervengono nel pianeta.
Per i motivi espressi e cosciente della necessità di un cambiamento radicale per soddisfare i bisogni dei cittadini al referendum costituzionale voto SI.
La riforma costituzionale offre la possibilità di essere più competitivi tra l’altro con i seguenti mutamenti:
- La fine del bicameralismo perfetto che permette di velocizzare il processo legislativo del Parlamento. Cosa molto importante perché è necessario ed urgente dare risposte con provvedimenti legislativi in tempi ragionevoli e brevi in quanto una risposta a determinati bisogni preparata oggi con l’approvazione del Parlamento tra 6 mesi o un anno significa dare risposte tardive e non puntuali ai bisogni del paese;
- L’eliminazione delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni ed il superamento della riforma del 2001, la quale ha causato numerosi problemi tra i quali si elencano i seguenti: - Crescente contenzioso tra Stato e Regioni (nel 2000 il contenzioso pesava per il 5,91% sulle pronunce della Corte, nel 2015 il peso superava il 40,94%, dopo aver raggiunto negli anni precedenti picchi del 47%); Sprechi, Ritardi, Inefficacia degli interventi.
Le competenze concorrenti tra Stato e Regioni hanno inciso negativamente nei seguenti settori:
- Turismo (178 ambasciate regionali all’estero nel 2010);
- Politiche attive del lavoro inefficienti rispetto all’Europa. La gestione delle politiche passive (i sussidi) è di livello nazionale, in quanto affidata all’INPS, mentre la gestione delle politiche attive è affidata alle Regioni. Questa metodologia ha funzionato male o non ha funzionato per nulla in alcune regioni. Tutti i Paesi Europei si sono dotati di una Agenzia Nazionale, con un duplice compito: erogare i sussidi e spingere i beneficiari a cercare lavoro, assistendoli nella ricerca.La Francia lo ha fatto venti anni fa; in Germania esiste da un secolo. E anche in Gran Bretagna le funzioni gestionali sono unificate presso il Ministero del Lavoro. In questi stessi Paesi, l’investimento in una unica struttura efficiente ha comportato rilevanti risparmi nella spesa per gli ammortizzatori sociali ed inoltre una maggiore efficacia nelle politiche attive del lavoro. La riforma Costituzionale affida la competenza legislativa in via esclusiva allo Stato e pone le basi di un’importante ristrutturazione delle nostre politiche del lavoro.
- Formazione professionale non correlata alle politiche attive del lavoro;
- Infrastrutture e grandi opere (ritardi nella cooperazione tra le regioni);
- Politiche sociali (fondo nazionale per gli asili nido utilizzati con ritardo o non utilizzati);
- Commercio estero (frammentazione e debolezza delle iniziative di promozione del commercio estero).
La riforma Costituzionale ed i cambiamenti menzionati rafforzano la competitività del nostro paese e lo pongono in una posizione di adattamento continuo ai cambiamenti che intervengono nel pianeta.
Per i motivi espressi e cosciente della necessità di un cambiamento radicale per soddisfare i bisogni dei cittadini al referendum costituzionale voto SI.
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