Continua l’impegno di Bastaunsi Verona Futura a sostegno del Si al referendum Costituzionale. La prossima iniziativa si svolgerà il 21 ottobre alle ore 20,30 presso l’Auditorium Villa Albertini di Arbizzano di Negrar (Vr), via San Francesco, 17.
All’incontro interverranno:
- Pietro Ichino che espone i precedenti, l’iter parlamentare ed i contenuti della legge Boschi;
- Diego Zardini che illustra gli effetti economici e sociali della riforma.
"Dopo trent'anni, afferma Pietro Ichino, di tentativi falliti, finalmente il Parlamento è riuscito a condurre in porto la riforma costituzionale per la quale hanno lavorato in passato generazioni intere di politici italiani, da Nilde Iotti ad Aldo Bozzi, a Ciriaco De Mita, da Roberto Speroni a Massimo D'Alema, da Luciano Violante a Gaetano Quagliariello. Con alcuni difetti, certo, dovuti alla necessità del compromesso tra forze politiche molto diverse tra loro, ma pur sempre una riforma che contiene tutti gli elementi considerati essenziali da coloro che su questo tema si sono affaticati per decenni: superamento del bicameralismo perfetto, Senato come rappresentanza delle Autonomie locali, abolizione della "terza Camera" costituita dal CNEL, abolizione delle Province come "quarto livello" elettorale, cui si aggiunge il superamento di quella competenza concorrente tra Stato e Regioni, che nell'ultimo quindicennio ha dato complessivamente cattiva prova. La conferma referendaria di questo passaggio essenziale per lo sviluppo democratico del Paese rafforzerà la sua credibilità sul piano internazionale e la sua autorevolezza nel processo di costruzione della nuova Unione Europea.
Diego Zardini riferendosi al 4 dicembre dichiara che l’Italia si troverà davanti ad un bivio: “Raccogliere la sfida del cambiamento e rilanciare verso una grande stagione di riforme che finalmente tocchino il sociale, guardino agli ultimi, diano una possibilità di progresso ed emancipazione, oppure farsi spaventare dalla novità, rifugiarsi in una posizione conosciuta per quanto sia
evidente come lo status quo abbia prodotto disagio sociale, sudditanza della politica alla finanza, disillusione verso le istituzioni ed i partiti, perdita di fiducia nell'istituto della rappresentanza.
Qualora prevalesse il no al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe inevitabile un periodo di forte instabilità ed incertezza e i primi a pagarne il prezzo sarebbero certamente i soggetti più deboli. Quelli che la sinistra ha storicamente sempre difeso”.
“La riforma nel merito, conclude Zardini, dà continuità alle battaglie progressiste, ottiene ciò che inseguiamo da tempo come sinistra e dà al paese un volto di moderna e matura democrazia di governo e dell'alternanza. Non tocca la prima parte relativa ai principi fondamentali e relativi ai poteri del governo. Rende certi i tempi del procedimento legislativo consentendo alle istituzioni democratiche di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Solo innovando la Costituzione possiamo riuscire a custodirne i valori".
Il coordinatore del Comitato, Lorenzo Dalai, afferma che “ci sono moltissimi effetti positivi che la Riforma Costituzionale potrà portare a tutti i livelli. Uno, ad esempio, potrà averlo nel contrasto alle povertà: oggi se ne occupano Comuni e Regioni a macchia di leopardo, mentre lo Stato contribuisce residualmente con la carta acquisti. Con un sistema di finanziamento nazionale, affiancato da un cofinanziamento locale si responsabilizzerebbero gli enti locali, in modo da verificare che i fondi vadano davvero a chi ha bisogno ed a spingere chi può a lavorare. Un altro esempio è la riforma degli strumenti per la concessione di assegni di invalidità: oggi la competenza è divisa fra Inps, Regioni e Asl con sovrapposizioni evidenti, lungaggini e contenziosi infiniti. Se ipotizziamo di affidare tutto all'Inps, perché è necessario avere metodi di valutazione omogenei in tutte le Regioni, con la vittoria del Sì, lo Stato riavrà il potere di regia”.
La caduta di Renzi e del suo Governo, suffragate dalle posizioni ideologiche non rapportate alla realtà del paese, sono il vero obiettivo del Comitato del no contro la riforma costituzionale. La Riforma è urgente e necessaria per cambiare il paese e adattarlo all’evoluzione continua ed incessante del pianeta. Per questi ed altri motivi occorre votare SI al referendum costituzionale e rendere partecipe il popolo al processo di rinnovamento dell’assetto istituzionale.
Qualora prevalesse il no al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe inevitabile un periodo di forte instabilità ed incertezza e i primi a pagarne il prezzo sarebbero certamente i soggetti più deboli. Quelli che la sinistra ha storicamente sempre difeso”.
“La riforma nel merito, conclude Zardini, dà continuità alle battaglie progressiste, ottiene ciò che inseguiamo da tempo come sinistra e dà al paese un volto di moderna e matura democrazia di governo e dell'alternanza. Non tocca la prima parte relativa ai principi fondamentali e relativi ai poteri del governo. Rende certi i tempi del procedimento legislativo consentendo alle istituzioni democratiche di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Solo innovando la Costituzione possiamo riuscire a custodirne i valori".
Il coordinatore del Comitato, Lorenzo Dalai, afferma che “ci sono moltissimi effetti positivi che la Riforma Costituzionale potrà portare a tutti i livelli. Uno, ad esempio, potrà averlo nel contrasto alle povertà: oggi se ne occupano Comuni e Regioni a macchia di leopardo, mentre lo Stato contribuisce residualmente con la carta acquisti. Con un sistema di finanziamento nazionale, affiancato da un cofinanziamento locale si responsabilizzerebbero gli enti locali, in modo da verificare che i fondi vadano davvero a chi ha bisogno ed a spingere chi può a lavorare. Un altro esempio è la riforma degli strumenti per la concessione di assegni di invalidità: oggi la competenza è divisa fra Inps, Regioni e Asl con sovrapposizioni evidenti, lungaggini e contenziosi infiniti. Se ipotizziamo di affidare tutto all'Inps, perché è necessario avere metodi di valutazione omogenei in tutte le Regioni, con la vittoria del Sì, lo Stato riavrà il potere di regia”.
La caduta di Renzi e del suo Governo, suffragate dalle posizioni ideologiche non rapportate alla realtà del paese, sono il vero obiettivo del Comitato del no contro la riforma costituzionale. La Riforma è urgente e necessaria per cambiare il paese e adattarlo all’evoluzione continua ed incessante del pianeta. Per questi ed altri motivi occorre votare SI al referendum costituzionale e rendere partecipe il popolo al processo di rinnovamento dell’assetto istituzionale.
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