I partiti italiani sono molto lontani dai cambiamenti avvenuti nelle organizzazioni, nell’economia e nelle imprese. I partiti hanno assunto una organizzazione non più attuale che può essere classificata nel modo seguente: novecenteschi che sono quei partiti legati all’organizzazione tayloristica e fordista del novecento (Pd) con
caratteristiche democratiche, personali (Pdl e M5S) con una leadership autoritaria e centralizzata e territoriali a difesa di interessi specifici (Lega).
I partiti non presentano le caratteristiche delle organizzazioni post fordista del terzo millennio: organizzazione snella e piatta,
valorizzazione delle risorse umane, piramide rovesciata, struttura
organizzativa decentrata, gestione da top-down a bottom-up.
Tra i fattori di cambiamento delle organizzazioni vi è il fattore tempo: la velocità, indicata da diversi studiosi di management (Kevin Kelly, Stan Davis, Christopher Meyer) tra i fattori di cambiamento e di
trasformazione dell’economia.
In questi ultimi giorni vi è stata una grossa polemica tra Renzi e le persone a lui vicine da una parte ed i Bersaniani dall’altra. Renzi ha dichiarato: “Il pianeta corre. L’Italia è totalmente ferma”.
La polemica aperta incentrata sul
tempo di costituzione del Governo rispetto ai bisogni della società e
dell’economia non ha valutato la velocità del sistema dei partiti e come al
solito nelle risposte sono stati introdotti altri elementi che non hanno a che
vedere con il fattore tempo correlato alla crisi del paese.
Occorre secondo me realizzare un rapporto tra i gravi problemi sociali del paese ed il tempo dei partiti. Da questa valutazione scaturisce che le persone che vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi non hanno più tempo e, quindi, la politica dovrebbe intervenire con velocità per superare l’incertezza e risolvere i problemi drammatici della crisi e del non governo.
La velocità del processo dipende da tutti i soggetti che partecipano al processo stesso e, pertanto, addebitare la responsabilità ad un unico soggetto è sbagliato. Purtroppo il sistema dei partiti è lento e non tiene in considerazione i fattori di cambiamento tra i quali vi è la velocità.
Porto ad esempio il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese. La direttiva 2011/7/UE del 16 febbraio del 2011 relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali è stata recepita all’inizio di novembre 2012 dal Governo Monti (D. Lgs 9 novembre 2012 n.192) con molto ritardo rispetto alle esigenze delle imprese che si trovano in enorme difficoltà per la mancanza di liquidità e per le difficoltà a ricevere credito. Il Governo Berlusconi fino a quando è rimasto in carica non aveva recepito tale direttiva. Solo oggi il Governo Monti ha approvato il decreto sul pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni.
Il tempo di definizione del processo di pagamento dei debiti delle P.A. alle imprese è stato molto lungo rispetto alla crisi ed alla domanda delle imprese.
Non dovrebbe risultare difficile valutare il fattore tempo nei processi politici senza strumentalizzazioni e posizioni di parte che non aiutano ad assumere posizioni oggettive e confrontare la velocità con gli obiettivi che si vogliono conseguire ed i bisogni della società civile.
Rispetto alla crisi ed ai bisogni del paese occorre un Governo subito ed al momento attuale vi sono difficoltà insormontabili per realizzare tale obiettivo.
Di chi è la colpa se non si riesce a formare immediatamente il Governo? Non certamente di un unico soggetto. Tra i responsabili vi sono sicuramente: i soggetti politici che privilegiano le posizioni di parte, il risultato delle elezioni conseguenza di una legge elettorale che non garantisce una maggioranza chiara e tutti coloro che assumono posizioni di parte che non aiutano a risolvere il problema e che non includono il fattore tempo tra i fattori di cambiamento del sistema politico.
Il tempo è un fattore che non può essere risparmiato o recuperato. Pertanto, quando viene utilizzato senza conseguire gli obiettivi programmati è consumato inutilmente.
Il fattore che oggi deve essere tenuto in considerazione è la velocità altrimenti si rimane indietro rispetto ai cambiamenti del pianeta che avvengono in modo veloce e a prescindere dalla nostra volontà.
L'attuale situazione politica è di stallo e, pertanto, il tempo viene utilizzato male.
Occorre secondo me realizzare un rapporto tra i gravi problemi sociali del paese ed il tempo dei partiti. Da questa valutazione scaturisce che le persone che vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi non hanno più tempo e, quindi, la politica dovrebbe intervenire con velocità per superare l’incertezza e risolvere i problemi drammatici della crisi e del non governo.
La velocità del processo dipende da tutti i soggetti che partecipano al processo stesso e, pertanto, addebitare la responsabilità ad un unico soggetto è sbagliato. Purtroppo il sistema dei partiti è lento e non tiene in considerazione i fattori di cambiamento tra i quali vi è la velocità.
Porto ad esempio il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese. La direttiva 2011/7/UE del 16 febbraio del 2011 relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali è stata recepita all’inizio di novembre 2012 dal Governo Monti (D. Lgs 9 novembre 2012 n.192) con molto ritardo rispetto alle esigenze delle imprese che si trovano in enorme difficoltà per la mancanza di liquidità e per le difficoltà a ricevere credito. Il Governo Berlusconi fino a quando è rimasto in carica non aveva recepito tale direttiva. Solo oggi il Governo Monti ha approvato il decreto sul pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni.
Il tempo di definizione del processo di pagamento dei debiti delle P.A. alle imprese è stato molto lungo rispetto alla crisi ed alla domanda delle imprese.
Non dovrebbe risultare difficile valutare il fattore tempo nei processi politici senza strumentalizzazioni e posizioni di parte che non aiutano ad assumere posizioni oggettive e confrontare la velocità con gli obiettivi che si vogliono conseguire ed i bisogni della società civile.
Rispetto alla crisi ed ai bisogni del paese occorre un Governo subito ed al momento attuale vi sono difficoltà insormontabili per realizzare tale obiettivo.
Di chi è la colpa se non si riesce a formare immediatamente il Governo? Non certamente di un unico soggetto. Tra i responsabili vi sono sicuramente: i soggetti politici che privilegiano le posizioni di parte, il risultato delle elezioni conseguenza di una legge elettorale che non garantisce una maggioranza chiara e tutti coloro che assumono posizioni di parte che non aiutano a risolvere il problema e che non includono il fattore tempo tra i fattori di cambiamento del sistema politico.
Il tempo è un fattore che non può essere risparmiato o recuperato. Pertanto, quando viene utilizzato senza conseguire gli obiettivi programmati è consumato inutilmente.
Il fattore che oggi deve essere tenuto in considerazione è la velocità altrimenti si rimane indietro rispetto ai cambiamenti del pianeta che avvengono in modo veloce e a prescindere dalla nostra volontà.
L'attuale situazione politica è di stallo e, pertanto, il tempo viene utilizzato male.
1 commento:
bravo Nino!Hai centrato uno degli aspetti che rendono l'attività dei Partiti spesso non in sincronia con le aspettative sociali.
Il ritardo con il quale arrivano, se arrivano, le risposte alle problematiche di attualità rende molto labile il compito che la Costituzione affida ai Partiti.
Anzichè luogo di compensazione delle legittime aspirazioni delle parti sociali, i partiti si trasformano troppo spesso in apparati finalizzati solo alle campagne elettorali, senza riuscire ad elaborare proposte programmatiche lungimiranti, anzi sono spesso in ritardo epocale rispetto all'impellenza dei problemi.
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