giovedì 18 aprile 2013

Disastro annunciato per il PD

L’accordo tra Bersani e Berlusconi con la conseguente proposta di Franco Marini al Quirinale ha causato degli effetti devastanti nel centro sinistra:
1) Spaccatura del Pd;
2) Rottura del centrosinistra;
3) Oscuramento della figura di Franco Marini;
4) Incertezza nella gestione dell’evento.
Dopo che si è predicato per lungo tempo che il PDL e il PD sono incompatibili ed alternativi non si può addivenire ad un accordo oscuro e presentarlo ai grandi elettori senza aver ricevuto prima un mandato specifico.
La cosa impossibile è quella di rieducare la base ad una scelta condivisa con il PDL dopo tante testimonianze e dichiarazioni in senso contrario.
L’area degli ex popolari, collaborati dagli ex DS, hanno contribuito a creare questa situazione nel momento in cui hanno proposto un Presidente della Repubblica di area cattolica, scelta questa non condivisa per evidenti motivi di laicità delle opzioni politiche. Le barriere e gli ostacoli non dovrebbero esistere. Nel momento in cui il termine cattolico viene utilizzato per operazioni di potere salta tutto. Io sono un cattolico che ha militato nella Democrazia Cristiana e specificatamente nella sinistra sociale di Carlo Donat-Cattin, Guido Bodrato ed anche Franco Marini. Per tale motivo mi dispiace per Franco Marini ma è stata messa in atto una operazione di bassa democrazia e cattiva interpretazione della volontà dei grandi elettori e dei cittadini.
La gestione del PD non può limitarsi ad una divisione del potere tra ex Popolari ed ex DS anche perché le ultime primarie per la premiership hanno registrato un consenso del 60% a favore di Bersani (ex ds, giovani turchi ed ex popolari) e del 40% a favore di Renzi, il quale non è rappresentato negli organi del partito in rapporto ai consensi ricevuti. Da qui nasce la disfunzione nella gestione del PD. Inoltre, la politica di sopravvivenza perseguita dagli ex popolari in accordo con gli ex DS porta inesorabilmente ad intraprendere politiche non condivise e lontane dalle persone.
Cosa fare adesso? Secondo me Franco Marini dovrebbe ritirare la sua candidatura al fine di ricompattare il PD ed il centro sinistra. Inoltre, occorre proporre nuovi candidati come Prodi e Rodotà senza subire i veti del PDL.
Bisogna considerare che i parlamentari non hanno vincolo di mandato e, pertanto, non è facile condurre ad unità il centro sinistra. Intanto alla prima votazione la candidatura di Franco Marini non è passata e, pertanto, l’accordo con il PDL si potrebbe considerare superato.
Non è difficile trovare candidature all’altezza del momento difficile ed incomprensibile che viviamo con l’elezione del Capo dello Stato. Tra i candidati possibili vi sono: Prodi e Rodotà.
Occorre riunire al più presto l’assemblea dei grandi elettori del centro sinistra e cambiare strategia al fine di condurre ad unità il popolo democratico che si sente abbandonato e perso.
In questo ultimo periodo sono stati pubblicati alcuni libri sui partiti con valutazioni interessanti e proposte nuove, ultimo il documento di Fabrizio Barca. I contenuti di tali pubblicazioni sono utili non per fare sfoggio culturale ma per indirizzare gli esponenti politici a non fare i soliti errori ed intraprendere una strada di rinnovamento e di cambiamento. Purtroppo le testimonianze concrete si contrappongono alle cose giuste da fare.

Nessun commento: